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Trump sconfigge Clinton: riflessione sui perché

Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il trend iniziava a farsi preoccupante già all’inizio e la conclusione è ancora più disarmante. La vittoria di Trump su Hillary Clinton non è di misura, ma ampia, chiara, schiacciante.

Faccio una breve premessa: non ero particolarmente entusiasta della candidata democratica. Ho fin dall’inizio sostenuto Bernie Sanders perché era l’aria fresca che aveva attraversato le fasce più povere, meno ascoltate, più doloranti della società. Era lui, secondo me, l’unico candidato capace di dare una dimostrazione di come la Politica potesse essere semplicemente “altro”. L’apparato lo ha capito e ha tremato. Per una manciata di voti non ce l’ha fatta ad ottenere la nomination, e anche e soprattutto per la non volontà dei grandi elettori. Lì si è consumato il primo tragico errore di questa corsa dei democrats alla Casa Bianca.

Torniamo però alla vittoria di Trump: perchè? Come è stata possibile? Non so se sono in grado di rispondere, ma credo di poter lanciare qualche ipotesi, poi mi confermerete o smentirete. Si vedrà. Prima di tutto, il problema è della Politica di lungo corso, ormai incapace di decifrare i sentimenti della gente, incapace di essere percepita come seria e concreta. Tanto che bastano un venditore di pentole o un comico in Italia, un Tycoon biondiccio che ridicolizzato da Obama nel 2011 inizia a maturare la decisione di fargliela pagare e diventare il nuovo Presidente: ci è riuscito! Sembra sia iniziato tutto da una umiliazione pubblica. Pensate un po’!

Ma c’è anche una volontà forse diffusa nella gente di linguaggio semplice, di risposte facili, di messaggi poco articolati: è il regresso di una società, ma non riguarda solo gli USA, riguarda anche noi. La vecchia e stanca Europa. Ma Trump ha incarnato queste richieste: dopotutto, non ha detto una sola cosa concreta, non una sola cosa fattibile, non una sola cosa positiva. La gente ha detto meglio questo che il solito apparato.

Hillary Clinton non piace. Si sapeva. Non piace per tante ragioni: potrebbe essere una questione sessista, non a caso la maggioranza dei maschi ha votato Trump, specie bianchi. Potrebbe essere semplicemente dovuto al fatto che Clinton è stata protagonista della Politica USA per troppo tempo. E che quindi, volente o no, è co-responsabile di tutto quello che è accaduto in questi anni. Non sono bastati i sostegni di tutto il mondo giornalistico, dell’associazionismo, della finanza. Trump ha vinto, facendo poco, dicendo niente e limitandosi a dire: non ci sono stato io per venti anni a comandare. Touché. Argomenti, come immaginate, che non avrebbero avuto alcun effetto su un Sanders.

Veniamo poi alla campagna elettorale dei democrats: deludente, sottotono, fatta, come purtroppo accade un po’ ovunque, nella sinistra che si definisce tale in Italia come altrove, sulla rincorsa del nemico, sulla demonizzazione, ridicolizzazione e delegittimazione dell’avversario. Tutto è iniziato con una umiliazione pubblica. Tutto è finito con una sconfitta eclatante di un apparato potente, che era dato per imbattibile. Dovrebbero interrogarsi i vari politici italiani che passano le loro giornate a fare le pulci al M5S, ridicolizzandolo e delegittimandolo, convinti di ottenere chissà quali simpatie nell’essere più grillini dei grillini. Il PD in questo ha dato prova di tanta superificialità come non mai. E infatti, Roma è persa, Torino è persa e le prossime elezioni politiche del 2018, a prescindere dall’esito del Referendum, saranno una vittoria clamorosa per il M5S. Chi saranno i responsabili? Certo, i cittadini che voteranno, si dirà. Ma la prospettiva va rovesciata: sono il PD, le sue dirigenze e soprattutto la schiera di elette ed eletti (fatte salve le numerose e positive eccezioni che personalmente conosco e non) che in questi anni hanno dato il peggio di sé.

La Politica deve tornare ad essere per la gente e con la gente. Servono competenze e capacità comunicative che queste classi dirigenti, e quest’ultima in particolare, non hanno. Si possono incolpare gli elettori fino a un certo punto, poi bisogna anche guardarsi un po’ allo specchio.

Cosa accadrà in Francia, Germania e Italia prossimamente? La deriva di destra, populista e a tratti anche razzista, potrebbe vincere. Mi sembra uno scenario da incubo. Intanto da noi, con una legge elettorale “la più bella del mondo” e una riforma Costituzionale “la più bella del mondo” rischiamo concretamente di servire un Paese a quelle forze su un piatto d’argento: un secondo turno che implica un calcolo meramente matematico in cui un partito che ha meno di 1/3 del consenso non otterrà mai la maggioranza perché i restanti 2/3 gli si coalizzeranno contro; un Parlamento depotenziato in cui, per assurdo, un doppione come il Senato potrebbe essere la sola garanzia contro questa deriva.

Le carte si rimescolano! Trump è presidente, noi ci angosciamo, ma non basta: cambiamo, prima che sia tardi!

 

 


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