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Alagna Valsesia: gita in alta quota

Alagna_valsesiaQualche settimana fa ho festeggiato il mio ultimo compleanno con il 2 come prima cifra e come ogni anno l’idea di festeggiarlo a casa non è proprio pensabile, visto che io in casa non ci starei proprio mai. Ciò vuol dire che ho passato quasi due settimane a guardare alberghi in mezza Europa fantasticando di poter bere un caffè sul Canal Grande o rincorrere Ginni e Carol tra i vigneti nelle Langhe oppure, ancora meglio, in qualche capitale nordeuropea imbacuccati come dei piccoli eschimesi.VALSESIA_NINAKINADove siamo stati? Ad Alagna Valsesia. Dove siamo stati anche questa estate? Sì. Ma dove siamo stati anche lo scorso inverno? Sì. Ma lo stesso posto dove avevamo passato pure il tuo ultimo compleanno? Sì, sì, sì e ancora sì (e potete leggerne qui e qui)VALSESIA_NINAKINA

VALSESIA_NINAKINAAlla fine nemmeno la Valsesia ci ha accolti come anno scorso, il cielo era prevalentemente grigio e le temperature quasi invernali, ma amo così tanto quel posto che mi pare sempre uno dei luoghi più belli del mondo. Siccome è acclarato che non siamo troppo normali abbiamo deciso che un cielo poco promettente e 8 gradi di massima fossero l’occasione perfetta per fare il doppio della strada che facciamo di solito.VALSESIA_NINAKINA

VALSESIA_NINAKINAGinevra e Carolina hanno camminato come due piccole scalatrici provette fino al momento in cui vedendo un marsupio e un Mai Tai (che utilizzavo quando Ginni era un piccolo esserino microscopico e dove sua sorella non è mai voluta stare perché lei è nata spirito libero) hanno pensato fosse un peccato non utilizzarli e, dopo mezz’ora servita per infilarcele dentro ci abbiamo camminato 10 minuti, giusto il tempo di fare una delle salite più ripide della storia e prima che io urlassi pietà stramazzando a terra Ginni ha chiesto di scendere, e mi è parso quasi di vedere il sole, non c’era ma vi giuro che io in quell’attimo l’ho visto ed era bellissimo.VALSESIA_NINAKINA Non curanti della pioggerellina che ci invitava a far dietrofront abbiamo pensato che proseguire il cammino fosse l’idea più giusta perché sicuramente ci sarebbe stato qualcosa di bello da vedere e tu che fai alla quarta volta che vai ad Alagna Valsesia, te la perdi un’altra volta? Tra un’eco e un balletto arriviamo dopo un’ora di cammino sulle rive di un laghetto che sembrava incantato, incorniciato da abeti e casette walser a fargli da guardiano. Io sarei rimasta lì, un po’ per la pace che si respirava, un po’ per la bellezza del posto e soprattutto perché avevo un freddo che avrei solo voluto una coperta e una sedia a dondolo accanto ad una stube. Questo vi farà capire perché, quando ho visto un comignolo fumare, io abbia pensato fosse una visione e ho iniziato a correre come fanno i disgraziati che nei film si perdono nel deserto e dopo giorni finiscono con sognare oasi verdi ad occhi aperti.VALSESIA_NINAKINALa baita tutta di legno con la nonna dal grembiulino bianco però era vera, la porta era aperta e soprattutto: la nonnina faceva la cioccolata calda. E non è una cosa di poca importanza, non credete? Nel giro di 4 secondi eravamo tutti seduti al tavolo, accanto alla stufa con la gentile signora ad accoglierci come parenti che venivano da lontano, e chi se la voleva fare adesso un’ora al freddo per tornare indietro? Sto per ordinare 4 cioccolate calde quando papà Alan con sguardo smarrito mi chiede se ho soldi e io, che giro sempre senza una lira in tasca (e vale pure per gli euro non c’ho mai nemmeno quelli) ho seriamente rischiato di piangere. Mi vuoi mica dire che adesso dobbiamo restare senza cioccolata calda? C’è un freddo polare, è il mio compleanno e devo pure tornare la fuori? Io-non-ci-penso-proprio-pe-gnente.VALSESIA_NINAKINA

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VALSESIA_NINAKINACosì mentre papà si fruga meticolosamente nelle tasche nella disperata ricerca di qualche moneta me ne esco con l’idea del secolo “beh dì alla signora che poi torniamo indietro a fare un bancomat e torniamo” ahah che genio del male eh?! Papà Alan mi ha guardata con quello sguardo basito di quando non capisce se scherzo o se son proprio cretina, la risposta è quasi sempre la seconda :D VALSESIA_NINAKINA

VALSESIA_NINAKINAGinni che è sempre la più ponderata del gruppo mi porta il portafogli, perché pure se non le dici nulla lei capisce tutto e non è sempre un bene, a volte sarebbe da fare come ai merli con il telo scuro che gli fa credere sia notte. Con il suo leggero, per non dire leggerissimo, tono di voce mi urla “mammaaa guarda se hai tu i soldini sennò come la paghiamo la tata?” ecco perfetto Ginni se non avessi avuto quei 5 euro nel portafogli (messi sicuramente  da qualcuno che mi vuole tanto tanto ma tantissimo bene) e che sono giusti giusti per due cioccolate da dividere in quattro, per punizione ti avrei fatta tornare in albergo a piedi, ops ci siamo dovuti tornare tutti all’albergo a piedi e siamo pure arrivati che era quasi buio, l’unica sfiga è che non abbiamo “nemmeno” incrociato un lupo.

C’è bisogno di dirlo che per cena ci siamo mangiati anche il tavolo e le panche del rifugio prima di andare a dormire?

I nostri occhi si sono chiusi non più tardi delle 21.30 per riaprirsi dopo 10 ore abbondanti, svegliati da una fitta pioggerellina e da Flipper che ha il brutto vizio di non usufruire autonomamente della toilette preferendo un giretto all’aria aperta, pure se nevica (che poi mi chiedo: Flipper, visto che sei convinto di essere un essere umano ci potresti pure provare no?!).VALSESIA_NINAKINATornando al tempo, chissenefrega se piove: ieri abbiamo camminato e preso freddo per le prossime due settimane, oggi la parola d’ordine è relax. Così Ginevra scappando durante la mia disperata ricerca di infilarle i collant sale nel letto a castello e cade giù di testa, per fortuna il pavimento è di legno, per fortuna sopra al pavimento c’è un tappeto, per (s)fortuna sopra il tappeto c’è il cane. Bene ma non benissimo, scendiamo in sala colazione guardando il soffitto dove poco prima Ginni ha cercato di passare senza prendere la via delle scale, è intatto, ottime notizie per il mio compleanno. Beviamo litri di latte caldo, mangiamo torte, pane e marmellata, disegniamo tovaglie (di carta, tranquilli) fronte e retro e quando Ginni e Carol iniziano a saltare a piè pari da una panca all’altra capiamo che è arrivata l’ora di darsi alla fuga.

Abbiamo pure pagato il conto perché qui prendevano il bancomat :D

Per strada pit stop d’obbligo alla messa della domenica dove ho preso più freddo che in mezzo ai boschi il giorno precedente, uscendo ci hanno benedetti tutte le suore presenti, dite che guardandoci hanno pensato ne avessimo un disperato bisogno? La pioggia si è fatta sempre più forte e quindi abbiamo pensato che la panchina davanti al portone della chiesa fosse il posto perfetto per spegnere la mia candelina sopra ad un pangocciolo (la mia golosità mi ha fatto finire la torta la sera precedente),VALSESIA_NINAKINA

VALSESIA_NINAKINAsubito dopo nel bar accanto abbiamo mangiato una miaccia squisita (se non sapete di cosa parlo informatevi subito qui) e via tutti in macchina per far rientro a casa con un cane che ormai aveva preso le sembianze di un mocho Vileda da strizzare. Le bambine si addormentano dopo circa 10 secondi netti di strada e dopo pochi minuti, sul ciglio della strada, la terza visione di questa mini vacanza e no: nemmeno in questo caso si trattava della Madonna, ma di un meraviglioso e succulento baracchino degli alpini con le caldarroste. Se c’è una cosa che adoro con tutta me stessa sono gli alpini e le caldarroste, mia nonna le castagne me le congela e riesce a farmele trovare calde sul tavolo anche a giugno, ah la magia delle nonne. Potevo non far inchiodare papà Alan? Ovvio che no e ho continuato a sbucciare tizzoni ardenti fino a Milano dove siamo rientrati con mani sporche di pece, stomaci pieni di ogni ben di Dio e tanti ricordi indelebili nel cuore.

P.S. Voi che mi seguite su Instagram (se non lo fate potete trovarmi qui) so che fareste la spia perciò ammetto di aver ricevuto in regalo anche un bellissimo cappello giallo senape fatto addirittura ordinare da papà Alan perché non c’era nella mia taglia e di averlo poi cambiato con una morbida cuffia grigia con mega pon pon perché sono una brutta, bruttissima persona. Morale della storia, non regalatemi mai cappelli :D

 

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