Con il varo del governo Gentiloni si apre un periodo assai particolare foriero di insidie e gravido di input dal sapore antico.
Gli ingredienti sembrano esserci tutti o quasi: una crisi strisciante che miete ancora molto disorientamento e preoccupazione se non vera e propria disperazione per alcune fasce sociali, un Esecutivo alquanto “dimesso” che rischia di diventare il sacco dall’allenamento per i molti boxeur che si apprestano alla forse imminente (Gentiloni: “questo governo durerà finché avrà la fiducia del Parlamento“) sfida elettorale, l’incerto epilogo di partite importanti per l’intera tenuta socio-economica nazionale come il “caso MPS” in potenza assai più devastante del “crac Etruria” e le enfatizzate manifestazioni di piazza che – se il bel tempo si vede dalle invettive del mattino – oltre a seminare discredito verso le Istituzioni (governo, in primis) potrebbero divenire la scusa per l’eruzione di velleità mai sopite e, soprattutto, humus ideale per “incolori” scuole d’azione.
I tempi bui della destabilizzazione paiono culturalmente e socialmente lontani eppure i recenti “attentati” alle caserme dei Carabinieri, seppure sporadici e dilettanteschi, odorano di déjà vu come la farsesca ma significativa ricomparsa del fantomatico “Movimento dei Forconi” sotto forma di “Corte del popolo” (anche il mutare dei termini conta ….).
Molto, quindi, consiglia attenzione in un momento nel quale il Movimento 5 Stelle -ad occhi interessati- potrebbe trasformarsi da camera di compensazione delle varie pulsioni presenti nel Paese (merito riconosciuto indiscriminatamente da tutti) in scintilla.
L’imprudente quanto “scientifica” invocazione alla pancia del popolo, al “voto di pancia” per defenestrare l’”odiato” avversario, appare un salto di qualità nella strategia della forza politica che oggi molti sondaggi indicano come la principale nel Paese. Un’evoluzione che collegata al disconoscimento delle Istituzioni democratiche (scelta condivisa -con meri distinguo di facciata- da Lega e FdI) per un sistematico quanto martellante ricorso alla piazza, rischia di fare il resto.
Elementi, certo! Elementi di un’Italia politica “bicefala” nella quale “movimentismo” e “poltronismo” (mascherato troppo spesso da non credibile responsabilità) rischiano di mettere le ali ad un risentimento montante difficile, poi, da contenere.
Elementi che non fanno alcuna prova ma che tratteggiano la cifra di una stagione non proprio rassicurante.