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Come difendersi dalla minaccia Isis secondo Paolo Gentiloni

La sicurezza delle nostre città e dei nostri aeroporti passa attraverso misure preventive ma anche per un maggiore investimento nel nostro stesso modo di vivere, proprio quello che è minacciato dal terrorismo internazionale. È quanto emerso dalla giornata di ieri del neo premier Paolo Gentiloni, che è intervenuto all’inaugurazione della nuova area di imbarco E dell’aeroporto di Roma Fiumicino per poi presiedere, in serata, il tavolo interparlamentare sulla sicurezza.

L’INAUGURAZIONE A FIUMICINO
“Gli aeroporti sono il simbolo del mondo che ci piace, un mondo che oggi è sotto attacco”, ha detto il presidente del Consiglio dei ministri partecipando all’apertura dell’area E dell’aeroporto Leonardo da Vinci, dedicata ai voli extra Schengen (qui l’articolo di Airpress). “Oggi è la giornata dell’orgoglio italiano”, ha aggiunto il premier riferendosi a un’infrastruttura totalmente made in Italy che consentirà allo scalo romano di arrivare ad accogliere 45 milioni di passeggeri all’anno. È stata però anche la giornata per tornare a esprimersi sul recente attentato in Germania. “Vorrei ricordare quello che è successo nella piazza di Berlino, in un mercato di Natale, e non posso non esprimere la nostra vicinanza al popolo tedesco, ad Angela Merkel e al suo governo in particolare a una famiglia che è nell’ansia e nel dolore per le sorti di Fabrizia Di Lorenzo, che noi a nome di tutti vogliamo salutare con rispetto che si deve a una giovane cittadina italiana esemplare”.

INVESTIRE NEI VALORI
Se l’attacco di Berlino pone nuovi interrogativi sulla sicurezza nelle nostre città, gli aeroporti sono da sempre (e sempre di più) oggetto di particolare attenzione. Per il premier però, l’aeroporto è anche uno dei simboli dei valori che sono minacciati dal terrorismo internazionale. “A noi piace un mondo aperto alle comunicazioni, ai trasporti e ai viaggi; oggi questo mondo è sotto attacco”, ha affermato Gentiloni. Eppure, “a questi valori non rinunciamo e non volgiamo rinunciare”, ha aggiunto il premier.

Ne consegue il richiamo a una dimensione più culturale e valoriale della difesa. Difendersi vuol dire “investire sulla qualità del nostro modo di vivere di cui fanno parte anche gli aeroporti”. È in questa prospettiva che si inserisce l’inaugurazione dell’area di imbarco E dell’aeroporto di Fiumicino. Un investimento da 390 milioni di euro in un programma che punta a portare lo scalo romano a una capacità di 58 milioni di passeggeri all’anno nel prossimo quinquennio. “L’Italia è un Paese con una straordinaria attrattiva; la programmazione può essere la giusta chiave dello sviluppo”, ha detto Gentiloni. “In Cina, i visti per l’area Schengen, quelli con prima tappa in Italia, rilasciati dai nostri servizi consolari, sono passati in dieci anni da 50mila a 600mila”, ha aggiunto il premier. Raccogliendo tale domanda, con nuovi ed efficaci investimenti, Fiumicino può davvero diventare “il fiore all’occhiello del nostro Paese”, anche di fronte alla minaccia terroristica.

L’ALLERTA RESTA ALTA
Certamente però, la sicurezza si realizza con misure concrete, di prevenzione e contrasto. Lunedì, Gentiloni aveva incontrato i vertici dei servizi, i direttori di Dis, Aise e Aisi Alessandro Pansa, Alberto Manenti e Mario Parente. Ieri sera invece la riunione del tavolo interparlamentare sulla sicurezza. A margine della riunione con i capigruppo di maggioranza e minoranza a Palaggio Chigi, è arrivata la comunicazione della proroga delle misure straordinarie messe in campo per il Giubileo. Nessun commento da Gentiloni ma sia il capogruppo del Pd Ettore Rosato sia il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta hanno espresso apprezzamento per i risultati dell’incontro richiamando l’unità del Paese intorno ai temi di sicurezza. Intanto ieri, Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, al termine dell’audizione del direttore dell’Aise Alberto Manenti, ha chiarito che il rischio terroristico in Italia “è alto al pari degli altri Paesi europei, anche se non ci sono progettualità specifiche”.


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