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Tutti gli effetti delle disuguaglianze di genere

Mentre il nostro bel Paese cerca di difendersi da una stagione avversa di instabilità, noi non rinunciamo a contribuire a riflessioni sulle quali cercare rimedio intelligente. Partecipando alla presentazione di un interessante Rapporto di University 2 Business, la società del gruppo Digital360 che punta a promuovere la cultura del digitale e dell’innovazione tra gli studenti universitari, si comprende quanta strada – e in fretta – dobbiamo fare in ambito accademico per aiutare i nostri giovani e soprattutto le nostre giovani sui temi del lavoro. Le competenze digitali sono importanti per trovare lavoro secondo due terzi degli studenti universitari italiani.

A questa consapevolezza però non corrisponde un livello adeguato di sviluppo, che per la maggioranza dei ragazzi (il 53%) è fermo ad una conoscenza da semplice utilizzatore di internet e social media, mentre solo il 12% gestisce un proprio blog o un sito web e appena il 9% conosce Seo/Sem, social network, Google Adwords. Per il 67% degli studenti servono anche esperienze imprenditoriali nella ricerca di lavoro e, se l’11% ha avuto un’idea di business, un buon 12% ha già avviato o sta per avviare una startup. Appena una minoranza conosce le nuove professioni del digitale come il Social Media Specialist (25%), il Data Scientist (38%) o il SEO Specialist (34%). La maggioranza degli universitari non conosce tematiche di grande portata sociale come la “sharing economy” e non sa definire una “benefit corporation”.

In questo scenario, si delinea un evidente gap di genere: le studentesse hanno minori competenze digitali specifiche rispetto ai colleghi maschi, minori conoscenze di programmazione e minore propensione imprenditoriale. Le aziende italiane poi non sono ancora pronte. Gli HR Manager avvertono una crescita dell’importanza del proprio ruolo nella gestione della trasformazione digitale e l’81% evidenzia la necessità di inserire nuove risorse con competenze digitali. Ma solo il 20% ha già realizzato una mappa delle competenze digitali/imprenditoriali dei dipendenti e appena un terzo ha costruito un piano formativo ad hoc per lo sviluppo di queste competenze. Lo studio ha coinvolto un campione di 2628 studenti statisticamente significativo di tutta la popolazione universitaria e un panel di 168 HR manager delle principali imprese del Paese, con l’obiettivo di approfondire e confrontare la percezione degli studenti e dei responsabili delle Risorse umane sui cambiamenti della trasformazione digitale nel mondo del lavoro, nell’economia e nella società.

Gli HR manager evidenziano un impatto atteso della trasformazione digitale sulla propria azienda nei prossimi 3 anni ben superiore a quello che si è verificato nell’ultimo triennio, tuttavia, sono ancora pochi coloro che mettono in atto azioni concrete per diffondere una cultura digitale e imprenditoriale nelle proprie aziende. Per il 52% degli studenti universitari italiani l’Innovazione Digitale è il principale motore del cambiamento delle imprese, seguito dalla green economy (45%) e dalla globalizzazione (34%). Una convinzione diffusa in particolare tra gli studenti di economia, informatica e ingegneria. Invece, il 69% degli HR Manager indica l’Innovazione digitale al primo posto – una percentuale ben superiore a quella degli studenti – seguita dagli “scenari macroeconomici” (49%). Il 58% degli studenti del Nord ritiene che l’innovazione digitale sia il principale motore del cambiamento contro il 43% degli studenti del Sud. Nei processi di recruiting, il 59% degli studenti pensa che le competenze digitali in un neolaureato siano “essenziali” (19%) o “molto importanti” (50%) per l’assunzione. Anche in questo caso, gli HR Manager sono più consapevoli, dando importanza nel 94% dei casi (51% “fondamentali” e 43% “molto importanti”). Mentre le esperienze imprenditoriali sono importanti nella scelta di un neolaureato per il 67% degli studenti e per il 60% degli HR manager. Il 48% degli studenti pensa che le aziende tengano conto del contenuto dei profili personali sui social network nella ricerca e valutazione di un neolaureato, ma gli HR Manager danno più importanza a questo aspetto (il 61%). Se si chiede agli studenti universitari dove pensino di iniziare la loro carriera, un terzo risponde di non averci ancora pensato. Tra i restanti, poco meno della metà (47%) vorrebbe iniziare in un’impresa “tradizionale”, mentre poco più della metà nella propria startup (25%), in una startup fondata da altri (9%) o in un’azienda dal business digitale (18%). Le risposte degli HR Manager sono diverse: solo un terzo (33%) ritiene che gli studenti intendano lavorare in un’impresa tradizionale, due terzi pensano che gli studenti preferiscano iniziare in contesti innovativi come un’impresa dal business digitale (32%), la propria startup (26 ) oppure una startup fondata da altri (5%).Il 53% degli studenti universitari ha una conoscenza di Internet e dei Social Media da mero utilizzatore. Il resto possiede competenze digitali più approfondite: il 12% gestisce un proprio blog o un sito web; il 27% degli studenti gestisce una pagina Facebook oltre al proprio profilo personale; il 9% ha competenze di SEO/SEM, social network, Google Adwords; il 13% ha un canale YouTube; il 2% gestisce un sito di vendite on line; il 21% utilizza regolarmente un marketplace come Ebay o Amazon per la vendita online. Circa il 30% degli studenti universitari italiani sa programmare o sta imparando. Solo il 15% ha sviluppato queste competenze in università, per il 60% la prima fonte di apprendimento è la rete, attraverso YouTube, blog, siti web.

Per quanto riguarda le esperienze imprenditoriali concrete, il 12% degli studenti ha avviato o sta per avviare una start up, l’11% dichiara di aver avuto almeno un’idea di business, mentre il 70% non ha mai pensato di lanciare un’attività. Per acquisire competenze imprenditoriali, il 35% degli studenti si è affidato ai corsi universitari, il 33% è ricorso alla rete e il 31% a corsi fuori dall’Università. Appena il 25% degli studenti sa cosa fa un “Social Media Specialist”, il 38% indica correttamente la definizione di “Data Scientist”, il 34% conosce il ruolo di “SEO Specialist” e il 43% degli studenti sa individuare la definizione di “E- procurement Specialist”. Emerge chiaramente un “gap” di genere nelle competenze digitali. Quasi il 60% delle studentesse universitarie dichiara di non possedere competenze digitali specifiche, contro il 45% dei maschi; solo il 20% sa programmare o sta imparando, contro il 43% dei colleghi; il 78% delle studentesse non ha mai pensato di lanciare una propria attività, contro il 61% degli studenti; solo il 10% ha avviato o sta per avviare una propria attività, contro il 15% dei maschi. Indagando il grado consapevolezza e la percezione degli studenti su tematiche di grande portata sociale, si scopre che solo il 41% degli studenti conosce il concetto di “sharing economy”, con una conoscenza molto più ampia tra gli iscritti a scienze economiche e ingegneria rispetto a quelli di facoltà umanistiche. Appena il 19% degli studenti conosce il concetto di “benefits corporation” e di questi solo uno su due sa poi selezionare la corretta definizione. Internet è giudicato uno strumento di democratizzazione, solo dal 24% degli studenti, ma la percentuale sale al 43% per gli studenti di economia e scende al 16% per quelli di medicina. Il 66% degli HR Manager evidenzia un impatto della trasformazione digitale sulla propria azienda nei prossimi 3 anni ben superiore a quello che si è verificato nell’ultimo triennio. In questa transizione, il 91% si attende un incremento del contributo al cambiamento da parte della funzione HR.Per gestire la trasformazione digitale, è necessario avere in azienda competenze adeguate o attrarle dall’esterno. Nella ricerca di nuovi profili senior con 3/5 anni di esperienza lavorativa, le competenze digitali sono fondamentali o molto importanti per l’81% degli HR manager, mentre quelle imprenditoriali sono valutate meno strategiche, con quasi la metà degli intervistati che le ritiene non importanti.

È fondamentale però anche mappare e monitorare il livello di diffusione delle competenze digitali e imprenditoriali fra i dipendenti già presenti in azienda e su questo aspetto la situazione appare critica: solo il 20% degli HR Manager ha realizzato una mappa delle competenze digitali/imprenditoriali per i ruoli manageriali (la percentuale sale leggermente nel caso di neolaureati, 23%, e per i ruoli specialistici digitali, 34%).Anche sulla formazione, però, emerge un notevole ritardo. Escludendo i ruoli specialistici digitali, poco più del 30% dei Manager HR ha già realizzato un piano formativo ad hoc. Il resto del campione ha pensato di inserire nel piano formativo azioni per le competenze digitali o non ha alcuna azione specifica. Per le competenze imprenditoriali, la formazione è prevista in particolare per i ruoli manageriali/specialistici (su cui circa un terzo degli HR Manager non ha un piano formativo), ma solo il 15% ha programmi formativi per altri ruoli e per neoassunti. Le principali azioni attivate per sviluppare le competenze digitali o imprenditoriali nelle aziende italiane (nel 53% dei casi) sono iniziative di sensibilizzazione tramite intranet o campagne di comunicazione, corsi di formazione spot (51%), workshop di innovazione (49%). In minor misura sono attivati scouting di Digital Champions/Intrapreneurs (20%) o percorsi formativi strutturati (20%). Dunque rimbocchiamoci le maniche.

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