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Vi racconto le novità spaziali dell’Italia. Parla Pasquali (Leonardo-Finmeccanica)

Exomars

La filiera industriale italiana dello Spazio in queste ultime settimane ha dimostrato tutta la sua competenza, capacità e determinazione. L’Esa ha confermato la seconda missione Exomars in cui il prime contractor è Thales Alenia Space Italia; Avio ha lanciato un satellite del ministero della Difesa turco con il lanciatore italianissimo Vega e Telespazio ne ha gestito e supporterà le attività da Terra; la joint venture Spaceopal (50% Telespazio e 50% DLR) ha firmato un nuovo contratto per la gestione del sistema di navigazione satellitare europeo Galileo.

Tre avvenimenti in cui al centro c’è Leonardo-Finmeccanica. Si, perché nel settore spaziale Piazza Monte Grappa ha un ruolo basilare: partecipa alle joint venture di Telespazio (67%) e Thales Alenia Space (33%) e ha una linea di business al suo interno che si occupa proprio di Spazio, producendo, tra l’altro, tecnologie di bordo, sensori di assetto e pannelli solari per satelliti (molta tecnologia Leonardo sta in questo momento orbitando intorno a Marte a bordo del TGO arrivato sul pianeta rosso a ottobre con la prima missione Exomars). Ed è a Leonardo-Finmeccanica che si deve anche l’oscillatore maser, il noto orologio atomico, che permetterà a Galileo di raggiungere una precisione di localizzazione mai vista prima. 

Di questo e di altro Formiche.net ha parlato con Luigi Pasquali, direttore del settore Spazio di Leonardo-Finmeccanica e amministratore delegato di Telespazio.

Ingegnere, qualche giorno fa Telespazio, attraverso la joint venture paritaria (Spaceopal) con l’agenzia spaziale tedesca, ha firmato un nuovo contratto del valore di 1,5 miliardi di euro per la gestione del sistema Galileo. Cosa significa?

E’ un contratto molto importante, che riguarda l’inserimento di una serie di nuove capacità e possibilità dei servizi Galileo per applicazioni particolari come la guida di sistemi avionici, la marcia dei treni e altre applicazioni che arrivano fino al settore della sicurezza, grazie al segnale criptato che Galileo garantisce. Abbiamo vinto questa gara in un contesto competitivo in cui ci siamo confrontati con le più grandi industrie europee, riuscendo a dare conferma di competenze, esperienze e capacità adeguate alle aspettative della Commissione europea. Siamo stati confermati operatori del sistema Galileo in un ambito allargato, perché ora si va verso una fase più stabile di progressivo completamento del servizio in cui si inseriscono anche settori particolarmente critici come quello della cybersecurity, non presenti nelle prime missioni che Galileo aveva.

Quanto è importante questo in termini industriali per l’Italia?

Comporta sicuramente delle attività operative da parte di Telespazio dal centro spaziale del Fucino, strategico per il Paese. Inoltre comporta un allargamento del contributo da parte della filiera di imprese che lavora con noi. Si tratta del principale contributo che l’Italia dà al sistema europeo Galileo, confermando un ruolo che si rafforza sempre di più. Inoltre, la collaborazione con l’agenzia spaziale tedesca (DLR) si è dimostrata importante e particolarmente interessante per noi perché, trattandosi di un’agenzia – quindi di una collaborazione pubblico-privata – porta con sé apertura e una serie di altre possibilità che non ci faremo sfuggire.

Qualche giorno fa l’Esa ha confermato il finanziamento della missione Exomars e oggi si firma il contratto. Quali sono i prossimi passi e quale sarà il ruolo di Leonardo?

Si è trattato di un riconoscimento importante. Sappiamo che sin dall’inizio l’obiettivo dell’Italia è stato quello di avere un ruolo-guida in Europa per questa grande missione che punta a raggiungere risultati importanti come la ricerca della vita su Marte o quantomeno una più approfondita conoscenza del pianeta, con tutte le implicazioni scientifiche che questo comporta. E’ stato un risultato importante perché si conferma Thales Alenia Space come prime contractor. E qui è importante sottolineare, viste le ombre calate sulla prima missione, che si è trattato di una missione di successo: quello che la sonda Schiapparelli doveva fare – misurare i parametri dell’entrata nell’atmosfera marziana – lo ha fatto correttamente e trasmesso al TGO, fornendo alla comunità scientifica gli elementi che si era prefissa di avere. E’ stata una missione di successo perché l’orbiter TGO c’è e funziona, tra l’altro ha mandato delle prime immagini importanti che ci aiutano a comprendere meglio il pianeta. Con maggiore entusiasmo accogliamo la decisione dell’Esa perché possiamo continuare ad avere la nostra industria alla guida del programma, con obiettivi ancora più importanti. In tutto ciò Leonardo-Finmeccanica è incaricata della costruzione di un driller (trivella, ndr) che sarà caricato sul rover di Airbus e scaverà la superficie del pianeta grazie a una punta di diamante che permetterà di arrivare in profondità  (due metri) con l’obiettivo di analizzare e ricercare la vita. Saranno raccolti campioni e analizzati chimicamente e ci sarà uno spettroscopio che identificherà e darà la misura della presenza di acqua.

L’Italia possiede una filiera spaziale completa – satelliti, lanciatori, settore terrestre per la gestione dei dati – confermata di recente con il lancio del satellite turco Göktürk-1. Come si sta muovendo Leonardo per organizzare il settore Spazio in modo integrato e strutturato?

Le potenzialità dell’Italia sono già a sistema. Abbiamo una struttura che si chiama Space Alliance, un accordo tra Leonardo-Finmeccanica e il gruppo francese Thales che opera con due joint venture (Telespazio e Thales Alenia Space Italia) a controllo incrociato (Leonardo controlla Telespazio e Thales controlla Tas). Abbiamo delle governance che ci permettono di gestire le cose in maniera coerente e in linea con il piano industriale strategico. A questo quadro si affiancherà presto – è una questione di poche settimane – il ruolo accresciuto di riferimento industriale che assumeremo in AVIO. Si tratta di una decisione già presa e deliberata che ci porterà a diventare azionista di minoranza e riferimento industriale di un asset che entra nel nostro settore Spazio e si affianca alla Space Alliance, completandone la filiera. Non dobbiamo fare particolari mosse ulteriori per razionalizzare qualcosa ma, anche insieme al nostro partner Thales, dobbiamo continuare a perseguire  un obiettivo strategico corretto anche nei confronti di un mercato che sta evolvendo rapidamente.

Cosa intende?

Si stanno presentando nuovi scenari. La space economy, la capacità di interpretare soluzioni con tecnologie spaziali che costituiscono una leva di sviluppo economico – con la componente downstream guidata da Telespazio –, ne è uno. Poi c’è la new space, le nuove avventure che vengono soprattutto dal mondo americano che riguardano le grandi costellazioni fatte di piccoli satelliti con capacità e prestazioni nuove nell’osservazione (alta risoluzione temporale, quindi elevata capacità di ritorno sull’obiettivo) e nelle telecomunicazioni (fornitura di connettività a livello globale). Sono nuove avventure, tecnologie e modelli che si presentano sul mercato ed è a questo che dobbiamo indirizzare la nostra attenzione, per comprendere e identificare il giusto percorso da fare nel settore, ovviamente tenendoci al passo con queste evoluzioni.

Si parla in queste settimane di rafforzare il settore della difesa comune europea. In questi termini come si sta muovendo Leonardo per garantire servizi spaziali nel settore della difesa?

La componente spaziale è solo una parte del settore della difesa e non è ancora un tema particolarmente focalizzato. Ci sono alcune realtà e programmi di cui si comincia a parlare. Abbiamo ad esempio sentito parlare del GOVSATCOM, un programma proposta dall’Esa e dall’Eda (Agenzia europea per la difesa) che vuole mettere a fattor comune alcuni assetti e capacità spaziali con finalità governative, quindi non necessariamente difesa ma anche per applicazioni civili. E’ certamente un fatto evolutivo e all’interno della difesa  lo Spazio sicuramente troverà “il suo spazio”. Tuttavia, oggi il tema della difesa europa è talmente complesso che probabilmente non possiamo considerare prioritario lo Spazio, ma sicuramente ci sarà un ruolo anche per questo.


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