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Mps, ecco cosa succederà agli obbligazionisti subordinati con l’arrivo dello Stato

Il governo sparge ottimismo in vista della nazionalizzazione di Mps dopo il flop dell’aumento di capitale di mercato del Monte dei Paschi di Siena. L’ottimismo è funzionale a una rassicurazione in particolare degli obbligazionisti subordinati di Mps. Dopo il fallimento dell’operazione di mercato certificato ieri dai vertici della banca guidata dall’amministratore delegato, Marco Morelli, il governo andrà in soccorso dell’istituto senese dopo il via libera del Parlamento a un’intervento da 20 miliardi di euro complessivi con cui l’esecutivo può stendere una rete di salvataggio utile non solo, eventualmente, per Mps. La promessa dell’esecutivo per i risparmiatori del Monte? “Gli obbligazioni retail saranno tutelati”, ha detto ieri sera aggiunto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Vediamo i dettagli.

TESORO IN AZIONE

Il Tesoro alla fine del percorso diventerà azionista di maggioranza di Mps con una quota che potrebbe avvicinarsi al 50 per cento. Definiti nella notte i criteri del meccanismo di intervento che scatterà con la firma di un decreto per l’aumento di capitale Mps. Intanto il provvedimento di ieri definisce il trattamento dei circa 40 mila obbligazionisti subordinati a rischio.

LA CONVERSIONE FORZOSA

Il decreto, come ha sostanzialmente spiegato Padoan ieri notte, prevede che si proceda a una conversione “forzosa” dei bond subordinati in azioni Mps e, dopo con un successivo passaggio, all’attribuzione di nuovi titoli obbligazionari, ma stavolta ordinari, che avranno lo stesso valore di quelli originali.

LE PAROLE DI PADOAN

Ecco le parole precise del ministro dell’Economia: “Il meccanismo previsto dalle regole europee implica la conversione delle obbligazioni subordinate, in caso del retail ci aspettiamo sia attivato il meccanismo che consentirà agli obbligazionisti retail di azionare il meccanismo di scambio semplice che inizia con la cessione di operazioni subordinate in azioni e si conclude con azioni assorbite da intervento pubblico e risparmiatori avranno in mano obbligazioni ordinarie del medesimo valore 100 a 100. Così la tutela dei risparmiatori e’ completa”, da detto Padoan.

COME FUNZIONERA’ IL RISTORO

Alla fine del percorso i possessori delle obbligazioni subordinate emesse nel 2008 per l’acquisizione Antonveneta (classificate Tier II) manterranno il 100% del valore iniziale, alcune serie di bond subordinati (classificati Tier I e più rischiosi) si limiteranno invece ad un ristoro del 75%, scrive oggi Repubblica. Tutto ciò secondo l’orientamento espresso da Padoan in Parlamento, di «ridurre al minimo o rendere inesistenti» le perdite dei detentori di bond subordinati.

GLI INVESTITORI ISTITUZIONALI

Il nuovo intervento pubblico su Mps prevede la “condivisione dei costi” (burden sharing) a carico degli obbligazionisti subordinati, che subiranno la conversione forzata in azioni “a prezzi molto più bassi – scrive oggi il Sole 24 Ore – rispetto a quelli ipotizzati dal meccanismo volontario”. Per gli investitori non retail coinvoli nella conversione forzosa non sarà dunque prevista alcuna misura di rimborso da parte del Tesoro. Per loro – sottolinea il Sole – vale quindi “l’effetto pieno del burden sharing, come previsto dalle regole europee”.

GLI INVESTITORI RETAIL

Invece, per circa 40mila piccoli risparmiatori, che hanno in portafoglio una fetta di titoli più o meno equivalente a quella degli istituzionali, lo Stato metterà in campo un meccanismo di rimborsi per “minimizzare e rendere inesistenti” le perdite. In particolare, come ha spiegato il ministro Padoan, lo Stato metterà in campo un meccanismo di rimborsi che dopo la conversione in azioni darà ai piccoli risparmiatori “un’obbligazione ordinaria del medesimo valore” rispetto a quello degli attuali bond subordinati.

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