Che conseguenze ha avuto il Concilio Vaticano II all’interno della Chiesa? Quali sono state le reazioni all’interno degli ambienti ecclesiali? Queste sono state alcune domande che sono emerse nel dibattito che si è svolto ieri pomeriggio all’Università Gregoriana, in occasione della presentazione del libro Joseph Ratzinger. L’insegnamento del Concilio Vaticano II (Tomo 1 del volume 7 della Opera Omnia), edito dalla Libreria Editrice Vaticana.
CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE?
All’evento hanno presto parte: il cardinale Gerhard Ludwing Müller, Prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede nonché curatore dell’Opera Omnia del Papa emerito, padre Dariusz Kowalczyk, SJ, decano della Facoltà di Teologia, don Giuseppe Costa, Direttore della Libreria Editrice Vaticana e di padre Federico Lombardi, SJ, Presidente della Fondazione Joseph Ratzinger Benedetto XVI interverranno: mons. Inos Biffi, professore ordinario emerito di Teologia sistematica e di Storia della teologia, ed il reverendo Dario Vitali, Ordinario di Ecclesiologia e Direttore del Dipartimento di Teologia Dogmatica.
FARINA, GÄNSWEIN, LOMBARDI E MÜLLER ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SU RATZINGER. FOTO DI PIZZI
IL LIBRO
Il volume 7 dell’Opera omnia di Joseph Ratzinger raccoglie i testi che egli ha dedicato al Concilio Vaticano II, suddividendoli in due parti. Il Papa emerito è uno degli ultimi testimoni diretti del Concilio Vaticano II ed ha raccolto, nel suo ultimo libro, gli scritti realizzati nel periodo compreso fra l’annuncio del Concilio, il 25 gennaio 1959, ed i primi anni successivi alla sua chiusura, il 7 dicembre 1963, passando per i suoi scritti sia come perito conciliare e membro di diverse commissioni, sia come consigliere e segretario del cardinale Joseph Frings che egli, da pontefice, ha definito “un padre”. Una profonda amicizia che emerge nell’ultima parte del primo tomo del volume 7, dove sono raccolti tutti gli scritti dell’autore in onore del cardinale conciliare tedesco.
LE PAROLE DEL CARDINALE MULLER
Ad aprire i lavori è stato il cardinale Gerhard Muller, che ha sottolineato il carattere storico e biografico, al tempo stesso, dei due volumi che compongono il libro. ha dichiarato: “Le divisioni della Chiesa sono frutto di un altro spirito, che non è quello di Dio poiché la teologia intende se stessa come riflessione umile della fede” ed ha aggiunto “Senza un’ermeneutica della continuità e della riforma permanente, la Chiesa diventerebbe una specie di organizzazione umanitaria”.
FARINA, GÄNSWEIN, LOMBARDI E MÜLLER ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SU RATZINGER. FOTO DI PIZZI
IL RICORDO DEL CARDINALE FRINGS
Il dibattito, poi, è proseguito con l’intervento di don Giuseppe Costa, che ha ricostruito il lavoro che ha portato alla realizzazione del libro rivelando: “Joseph Ratzinger ci ha invitato a pubblicare di volta in volta il materiale disponibile e gli stessi lettori hanno pagato i costi di pubblicazione, consentendoci di raggiungere in poco tempo il break event point”. Il direttore della Libreria Editrice Vaticana si è soffermato sulla parte finale di
Joseph Ratzinger L’insegnamento del Concilio Vaticano II dove è centrale la figura del cardinale Frings, ricordando: “egli, essendo non vedente, memorizzava a braccio i testi, dopo essersi confrontato con i suoi collaboratori, fra i quali vi era il futuro Papa Benedetto XVI”.
IL RAPPORTO TRA FEDE E SCIENZA
Monsignor Biffi, vincitore del Premio Ratzinger 2016, invece ha evidenziato la chiarezza espressiva e la lucidità mentale espresse da Joseph Ratzinger nella sua ultima pubblicazione. Il professore emerito di Teologia sistematica e di Storia della teologia ha letto e commentato alcune parti del libro come quella in cui si fa riferimento all’eucarestia, che viene definita “il pane del pellegrino, che Dio ci pone in questo mondo”. Monsignor Biffi ha, poi, affrontato un tema di grande attualità: il rischio di una fede della massa nella scienza. Una questione sulla quale Joseph Ratzinger si è espresso nel suo libro, dichiarando “La fede non ha nulla da temere nei confronti della scienza perché è innestata nella verità”.
FARINA, GÄNSWEIN, LOMBARDI E MÜLLER ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO SU RATZINGER. FOTO DI PIZZI
L’IMPEGNO DI RATZINGER
A chiudere l’evento è stato il reverendo Vitali che ha ricordato il clima poco pacifico introno al dibattito sul Concilio Vaticano II, dove “nonostante tutto, il cardinale Ratzinger è stato un grande influenzatore nel processo di ricezione del Concilio”. I problemi, secondo il reverendo Vitali, sarebbero nati dallo scontro fra due ermeneutiche contrapposte: “l’ermeneutica della discontinuità e della rottura e l’ermeneutica della riforma o della continuità dell’unico soggetto della Chiesa che il Signore ci donato”. Un’impasse che è stata superata soltanto attraverso “l’unione fra la continuità dei principi e la discontinuità delle forme”. Un’impresa non semplice, tanto che Vitali ha dichiarato: “Ratzinger, per riuscire a far recepire le novità del Concilio, si è tirato per la giacca alcuni contendenti che erano contrari alla discontinuità con la tradizione del Concilio Vaticano II”.