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Vi racconto la guerra triste dei vegani contro i panettoni politicamente scorretti

panettone

I vegani, quanto a polemiche, sono feroci come i carnivori. La Motta, in vista delle imminenti festività di Natale, punta la propria campagna pubblicitaria sulla tradizione e lo fa prendendosi gioco della deriva modaiola in fatto di cibo: “Potevamo farlo col tofu e con le bacche di goji” recita la voce fuori campo nello spot. Seguono frisca e piriti. E scoppia la polemica con il panettone Motta che diventa il simbolo del consumismo che si arricchisce alle spalle di animali e vegetali innocenti.

È tempo di pane duro, e la Motta prova a fare marketing buttandola sull’ironia, ma ai vegani l’uvetta non ci cala. L’attrito, anche se candito, rimane. Anche lubrificando con l’olio di palma. I vegani, quanto a polemica, hanno toni da assalto ai forni nelle cinque giornate di Milano.

Il panettone che gonfia evoca la violenza fallica, lo sprigionarsi della forza biotecnologica dell’uomo che domina la natura. È il fungo atomico di Hiroshima.

QUESTO SPOT NON S’HA DA FARE

I vegani sono come i bravi e le strade di campagna che i poveri curati della comunicazione devono percorrere, sono social. Non si scappa. Alla Motta c’è già chi rimpiange la farcitura. Quella del Tartufon – c’est bon! –. All’epoca Obama arrivava in un party pieno di bionde offrendo il panettone farcito di cioccolato. Scorrettissimo spot pure quello, visto che testimonial e farcitura erano dello stesso colore.

Negli anni 80, tutto era permesso. Altro che tradizione, dentro il panettone ci si metteva pure il cambio Shimano.

MA CHI SONO IO BABBO NATALE?

È sempre stata l’ironia, la chiave del marketing dei panettoni. Evidentemente, però, ai vegani l’ironia deve sembrare di origine animale. E per Babbo Natale ora sono guai. L’idea di andare in giro con la slitta tirata da renne è uno scandalo. Il WWF non ci sta. Tutti i divi di Hollywood sono contro. De Niro è pronto a tirargli un pugno sul muso a questo tale vestito di rosso e sempre in sovrappeso.

Clint Eastwood, il solito reazionario, ha già fatto sapere che metterà a disposizione un volo speciale. In cabina di pilotaggio, ovvio, Sully pronto alla  manovra omonima per la consegna dei regali sull’Hudson.

VEGANI E GENDER VANNO A BRACCETTO

E le polemiche sono da Resegone mentale. All’Università della Pennsylvania, dalla Fisher Bennet Hall hanno tolto il ritratto di Shakespeare per lasciare il posto a quello di Audre Lorde, poetessa afro-lesbica perché i testi del Bardo sono stati giudicati pervasi da violenza fallica. Evidentemente, Shakespeare deve aver letto del panettone nei testi di Dante, Petrarca e Boccaccio e la sua prosa né è rimasta colpevolmente intrisa.

Se Atene piange, Sparta non ride. A Oxford è di moda il pronome “ze”, giudicato molto più inclusivo dei comuni “he” o “she”, che sono appunto troppo gender. Alla Motta hanno fatto subito sapere che per loro il panettone è da considerarsi neutro. Alla latina.

SULLA POLEMICA, MANCO A DIRLO, NEL PD SONO DIVISI

Gentiloni, il premier, fa sapere che il governo è per smorzare toni e polemiche e si fa riprendere mentre con Barca mangia una fetta di panettone Motta in un circolo PD. Barca, dal canto suo, sottolinea l’importanza della base. E tutti pensano all’impasto e al lievito.

Non sono dello stesso avviso i giovani turchi. Infatti, se a Bersani il panettone piace, quello fatto secondo la tradizione, a Speranza e Cuperlo piace il pandoro. Siccome sanno che la corrente può bloccare la lievitazione, i due fanno buon viso a cattivo gioco e si mangiano il panettone dopo aver tolto, a uno a uno, uvetta e canditi.

MA LO SCOOP È QUESTO

 La questione che pare tutta di puro marketing è invece di finanza. Altro che social, la vendetta dei vegani si sta consumando in borsa. L’ombra vegana si allunga dietro alla scalata ostile di Vivendi a Mediaset. I vegani, infatti, in borsa sono carnivori. Con il controllo di Mediaset, sperano di oscurare lo spot offensivo.

Mettiamo da parte le polemiche e affidiamoci al poeta:

[..] Se il Saracino avesse pria saputo

Bradamante così salda in arcione,

Con essa non avrebbe combattuto

Né, col proprio destrier, preso un pattone;

Anziché provocarla, fatto astuto,

Le avrebbe offerto il dolce Panettone

E quella, certo, si sarebbe arresa

Rinunziando alla pugna e alla contesa.

 

Finezza di palato ha Bradamante

Quanta forza han le membra del suo busto,

È pronta alla battaglia ad ogni istante

Con l’armi o le mascelle a onor del giusto,

Ma non c’è cosa che la renda amante

Quanto del Panettone il dolce gusto,

Si che per questa, ch’è sua ;vera gloria,

Si eternerà col canto nella storia.


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