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Wind-Tre, ecco sfide e incognite sulla nuova rete della cinese Zte

Di Pietro Di Michele e Fernando Pineda

Continua l’avanzata cinese in Italia. No, non si sta parlando solo e soltanto di Suning all’Inter, della cordata per rilevare il Milan o di nuovi passi di State Grid in Cdp Reti (dunque in Terna e Snam), passi ignorati in Italia anche se si tratta di asset strategici come le reti elettriche e del gas.

LA GARA

E’ passata sotto silenzio la mossa del gruppo russo-asiatico Wind-Tre guidato dall’amministratore Maximo Ibarra (nella foto). Il colosso cinese Zte – che fornisce apparati di telecomunicazione – si è aggiudicato a sorpresa la super-commessa da circa 900 milioni di euro per la realizzazione della futura rete unica che supporterà i servizi della società che nascerà dalla fusione tra i due operatori. Una rete denominata Golden Network, che consentirà all’operatore di fornire servizi innovativi ai clienti consumer e business, dice oggi una nota di Zte.

LA VITTORIA DI ZTE

Alla gara avevano partecipato in quattro: Ericsson, Nokia, Zte e Hawuei. Dopo la prima fase, Hauwei è stata esclusa. Sono rimaste in lizza le altre tre società. Alla fine, l’ha spuntata Zte.

LO SWAP

Lo swap fra le due reti riguarda oltre 25.000 siti di cui circa un 40% andrà dismesso e ci sarà un upgrade delle due reti alle tecnologie del 4G in vista della realizzazione dell’unica rete di accesso per l’insieme dei clienti Wind-3. Un’operazione molto complessa, tecnologicamente rilevante e finanziariamente impegnativa che richiederà almeno due-tre anni, ha scritto il Corriere delle Comunicazioni. Ma come farà Zte, che in Italia conta poco più di una cinquantina di dipendenti fra Torino, Roma e Milano?, si chiedono alcuni addetti ai lavori.

LO SCENARIO INEDITO

Esperti del settore rimarcano che è uno scenario inedito per le tlc italiane: per la prima volta l’intera rete di un primario operatore telefonico sarà realizzata da un solo fornitore. Finora gli operatori hanno preferito avere rapporti con più fornitori per ragioni di di flessibilità su prezzi e qualità delle realizzazioni. La rete attuale di Wind, infatti, è stata realizzata da Huawei, Nokia ed Ericsson. Ed Ericsson aveva avuto in outsourcing la rete di Tre.

LE INDISCREZIONI

Secondo indiscrezioni di mercato, il colosso cinese Zte non l’avrebbe spuntata sul prezzo perché i concorrenti avrebbero adeguato l’offerta tenendo dei bassi costi tipici delle società con base nei Paesi asiatici. C’è chi, come il Corriere della Sera, ha rimarcato come Zte abbia “buoni uffici con Hutchison Holdings, la conglomerata con sede ad Hong Kong, azionista al 50% (l’altra metà è dei russi di Vimpelcom) della newco tra Wind e 3”.

LE INCOGNITE

La vittoria di Zte pone ora all’Italia un problema occupazionale: che ne sarà dei circa 1000 dipendenti super specializzati e dalle elevate competenze in Ericsson che si occupano delle reti di Wind e di 3, ci si interroga in ambienti sindacali? Uno spiraglio potrebbe arrivare con la decisione della newco Wind-3 di affidare la gestione della rete unica che sarà realizzata da Zte ad altri fornitori che già ora si occupano delle reti delle due aziende telefoniche in via di fusione.

LA POSIZIONE DI ZTE

“Siamo molto soddisfatti per questo accordo – ha dichiarato Xiao Ming, Presidente Zte Europe – vogliamo che l’Italia diventi il nostro hub europeo e per questo desideriamo investire in modo considerevole nel Paese per dare vita ad un centro di ricerca. Il nostro programma di crescita prevede, inoltre, di incrementare a breve i dipendenti di ZTE, creando migliaia di nuovi posti di lavoro, aumentando le competenze dei nostri tecnici ed ampliando il numero delle persone impegnate nell’indotto”. Zte, in cooperazione con Wind Tre, stabilirà in Italia – secondo una nota del gruppo – “un nuovo centro d’innovazione per lo sviluppo delle reti 5G e il miglioramento della user experience dei clienti attraverso le nuove tecnologie digitali”.


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