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Chi è Ann Donnelley, il giudice federale che sfida Trump sugli immigrati

“Ha una reputazione leggendaria”, aveva detto di lei il senatore Chuck Schumer ne 2015 all’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama quando era stata segnalata per la nomina di giudice. Ann Donnelley, giudice federale, ne ha dato conferma con una sentenza che sfida direttamente il nuovo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, e la politica da lui promossa sugli immigrati. Secondo il Brooklyn Daily Eagle, Schumer è amico di famiglia di Donnelly, ma lei è stata comunque confermata dal Senato nella nuova posizione.

LA SENTENZA CONTRO TRUMP

Donnelly stava lavorando, sabato sera, quando, dopo una giornata di caos e proteste negli aeroporti americani, ha ricevuto una richiesta di denuncia urgente da parte dell’Unione americana per le libertà civili contro il provvedimento del presidente Trump. Così ha deciso di sospendere il trasferimento di quelle persone che già si trovavano su suolo americano. Senza pronunciarsi sull’incostituzionalità della misura, il giudice ha vietato l’espulsione per “i danni irreparabili” che queste persone potrebbero soffrire se tornassero nei loro paesi di origine.

Da quanto si legge sul New York Times, la sentenza di Donnelly sostiene che i detenuti non possono essere rispediti ai loro paesi d’origine. La sentenza ordina al governo di fornire un elenco di tutte le persone detenute, secondo l’NBC News.

STUDI E IMPEGNO SOCIALE

Classe 1959, Donnelly è nata a Royal Oak, Michigan. Il sito Heavy sostiene che suo padre era vice presidente della A.O. Smith Corporation e presidente della divisione motore elettrico dell’azienda. Laureato alla Notre Dame University, aveva lavorato come professore a contratto presso la Wright State University per più di 10 anni.

L’ESPERIENZA CON MORGENTHAU

Donnelly è giudice federale del distretto di Brooklyn, New York. Laureata all’Università del Michigan, ha frequentato la scuola di Diritto presso l’Università Statale dell’Ohio. Per più di 25 anni è stata pm dell’ufficio di Manhattan, dove si è specializzata nella lotta contro le bande criminali organizzate. Poi ha lavorato per Robert Morgenthau, storico procuratore distrettuale democratico di Manhattan da 34 anni.

VIOLENZA FAMIGLIARE E ABUSO INFANTILE

È stata anche a capo dell’Ufficio che si occupa di violenza famigliare e abuso infantile, fino a quando, nell’ottobre 2015, è stata nominata giudice federale. Chi la conosce ha detto all’Huffington Post che è “una persona giusta, amabile e di mente aperta”. Moglie e madre di due figlie, Donnelly è una giurista dai saldi valori che dedica il tempo libero alla formazione di giovani studenti di diritto mediante processi simulati.

IL CASO DELLA TYCO INTERNATIONAL

Uno dei casi più famosi a cui ha lavorato Donnelly è il processo contro Dennis Kozlowski, ex ceo di Tyco International, condannato per appropriazione di 81 milioni di dollari in bonus dell’impresa, e la malversazione di 14 milioni di dollari in opere d’arte.

GLI EFFETTI DEL PROVEDIMENTO

Oggi, all’età di 57 anni, è diventata un’icona della difesa dei diritti civili dopo che, per via del provvedimento preso da Trump, centinaia di persone si sono ritrovate a essere detenute presso l’aeroporto di New York. Non esiste ancora una cifra esatta ufficiale, ma la stampa americana calcola che circa 200 persone provenienti da Libia, Sudan, Somalia, Siria, Irak, Yemen e Iran siano ferme in aeroporto da giorni.

LA PRIMA CAUSA: HAMEED KHALID DARWEESH 

Tutti i manifestanti scesi in strada per protestare contro il provvedimento preso da Trump avevano in mano una copia della sentenza di Donnelly. I cittadini coinvolti nel provvedimento potranno fare causa direttamente contro il presidente Trump. Ma cosa succederà? Forse la prima udienza dopo la denuncia di Hameed Khalid Darweesh – collaboratore dell’esercito americano in Irak – il 21 febbraio farà capire meglio le conseguenze del caso.

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