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Ecco le larghe convergenze all’ombra della legge elettorale

Che la legge elettorale sia il tema dei temi per l’agenda politica nazionale non c’è ombra di dubbio. E che su tale terreno si getti la sorte dell’attuale e del futuro governo è, altrettanto, pacifico.

Eppure alcuni elementi di “larghe convergenze” sembrano già molto chiari. Partiamo da Renzi. Le sue parole (tradotte) sono tutto un programma: il ballottaggio è l’unico antidoto a governissimi tra Pd-Fi, ma se ci chiederanno di metterlo da parte proporremo il Mattarellum. Qualora, poi, dalla Consulta dovesse arrivare qualcos’altro (il proporzionale, tanto per capirci) ne parleremo. Comunque il Pd sarà decisivo per il prossimo governo.

Replica il Cav: “La Consulta: indicherà criteri dei quali bisognerà tener conto”. E ancora: dopo la sentenza della Corte “Sarà comunque necessario un intervento legislativo”. Il proporzionale -soprattutto se “benedetto” dai Garanti costituzionali – sarà la pietra miliare della “Terza Repubblica”.

Ma non basterà. Per entrambi un’altra urgenza incombe: la questione delle preferenze. In quel sobrio “ne parleremo” di Renzi e nel più eloquente “sarà comunque necessario un intervento legislativo”, il rebus della questione.

Renzi ha bisogno di fare tabula rasa della sinistra Pd (ma anche dei tanti “indesiderati” De Luca) e l’unico modo per avere un controllo pieno del gruppo parlamentare sarà quello di eleggere persone scelte dalla segreteria. Per contro Berlusconi, che la vuol far finita con Salvini e compagnia cantante, ha necessità di allontanare i Toti, i Brunetta e le Santanchè che gli “ostacolano” – seppur a parole – l’avvicinamento al futuro governo. Per raggiungere l’obiettivo, la palla delle liste deve tornare ad Arcore, direttamente sul tavolo maestro come fu nel 1994.

Ma la questione delle preferenze, c’è da giurarlo, troverà orecchie attente sia in casa “Lumbard” dove Salvini ha necessità di liberarsi di Bossi e dei bossiani che un giorno sì e l’altro pure lo attaccano, sia in casa 5 Stelle dove le molte defezioni e la fratricida “competizione” tra fazioni consiglia di rivalutare nelle segrete stanze (con tanti saluti per il famigerato streaming e le consultazioni on line) la scelta sulle rappresentanze parlamentari.

Così, sull’altare delle preferenze molto (se non tutto) potrà essere sacrificato: dal doppio turno, alle candidature multiple, dalle soglie di sbarramento, al premio di governabilità alla lista.

E anche il tempo, c’è da scommettere, nessuno lo farà mancare!


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