Sabato 21 gennaio 2017, dalle 9 alle 12 presso l’Auditorium San Barnaba a Brescia, si è svolto un interessante convegno in ordine alla tematica “Una scuola buona per tutti i nostri figli” (link). Questo tema educativo, impegnativo e coinvolgente per tutte le scuole pubbliche – statali e paritarie – è stata approfondita attraverso la presentazione del saggio “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato”, di Anna Monia Alfieri, Maria Chiara Parola, Marco Grumo – Ed. Giappichelli, 2015.
La giornata è stata introdotta da padre Antonio Consonni, delegato provinciale della Fidae, secondo cui “bisogna superare la contrapposizione ideologica tra scuola paritaria e statale”. “Brescia da anni sperimenta il sistema pubblico integrato – ha puntualizzato il sindaco, Emilio Del Bono -. Abbiamo rinnovato la convenzione per le paritarie per i prossimi sei anni: i costi standard per noi non sono una novità”. Ha coordinato gli interventi il prof. Davide Guarneri, responsabile dell’Ufficio di pastorale scolastica della Diocesi di Brescia.
Tra i relatori è intervenuto l’assistente spirituale della FISM Mons. Tino Decca, che ha assicurato l’impegno della Chiesa in favore della persona e nello specifico nel porre, come si prefigge il convegno, lo studente al centro dell’attenzione di tutti: docenti, famiglie e comunità. Si tratta, ha ribadito, di un impegno morale a cui non ci si può sottrarre e che non può non vedere le associazioni di ispirazione cattolica in prima linea.
Maria Chiara Parola, Marco Grumo, autori del testo hanno, quindi presentato i principi e le soluzioni concrete per introdurre “il costo standard di sostenibilità per allievo”, come riferimento principe nell’assegnare i finanziamenti alle scuole pubbliche, sia paritarie che statali. “Sostenibile” nel senso che il costo standard non dovrà essere teso al risparmio, ma ad assicurare le condizioni ottimali per l’innovazione e la qualificazione continua del servizio. Non hanno nascosto le difficoltà tecniche e procedurali che si frappongono all’obiettivo, ma si sono dichiarati convinti che sia possibile e vantaggioso per lo stesso bilancio dello Stato, a condizione che si superino le resistenze al nuovo e le pregiudiziali ideologiche.
Il Prof. On. Luigi Morgano, Segretario nazionale della FISM e deputato europeo, ha spaziato nella relazione dal sistema scolastico italiano collocato nel contesto dell’Unione Europea, al quadro complesso della normativa vigente, fino allo stato delle trattative a livello di Ministero e di Governo. Entrando nello specifico si è dichiarato favorevole alla proposta del “costo standard di sostenibilità per allievo” come elemento indispensabile per la trasparenza, che non può che favorire il superamento del complicato intreccio di normative, di competenze e di poteri attuale, a vantaggio per tutte le scuole pubbliche, paritarie e statali. La soluzione quella del “costo standard di sostenibilità per allievo” che potrà essere declinato attraverso svariati strumenti e leve fiscali. Lo strumento più indicato per la Fism resta la quota capitaria in vista delle convenzioni.
Della voce dei genitori si è fatto interprete il dott. Giancarlo Frare presidente provinciale AGeSC di Treviso, in rappresentanza del presidente nazionale. Condividendo l’ipotesi del “costo standard di sostenibilità per allievo”, ha insistito che diventi l’opportunità per il rilancio dei genitori, come protagonisti, accanto ai docenti, del processo educativo che costruisca un servizio di qualità, aperto a tutti e promotore dei più autentici valori umani.
Il costo standard di sostenibilità per allievo offrirebbe risorse certe a tutte le scuole pubbliche, evitando gli sprechi, rafforzerebbe la loro autonomia e introdurrebbe inoltre una sana concorrenza, mirata al miglioramento dell’offerta educativa, di cui la Scuola Pubblica Italiana, paritaria e statale, ha urgente bisogno (link).
Una convergenza importante che sembra riconoscere davvero la fondatezza e la fattibilità della proposta così come l’AGe (Associazione genitori scuola statale) sostenne il 15 giugno 2016 nel corso della presentazione del Saggio presso la Sapienza (clicca qui per leggere) il 28.09.2016 leggiamo su Agensir “Il saggio analizza il tema del costo standard di sostenibilità per studente del sistema scolastico italiano, condiviso anche dall’A.Ge., l’Associazione che riunisce i genitori di studenti delle scuole italiane”(clicca qui per leggere).
E’ intervenuta, a conclusione, Suor Anna Monia Alfieri, sostenitrice del “costo standard di sostenibilità per allievo”, quale anello mancante indispensabile per superare gli ostacoli ideologici che perpetuano, nel nostro Paese, una tra le più gravi violazioni del diritto internazionale, quella della “libertà educativa della persona e della famiglia”. Libertà sancita dalla Costituzione dal 1948 ma sempre inattuata per le persistenti pregiudiziali ideologiche, amministrative ed economiche. “Il costo standard di sostenibilità per allievo”, a suo dire, è il punto di appoggio per risollevare l’intera scuola italiana. Le modalità applicative potranno essere le più diverse a seconda delle circostanze: voucher, buono scuola, deduzioni, detrazioni fino alle convenzioni intese come “contratto di associazione”, che garantiscano libertà e diritto (link).
Il suo appello ha trovato consenso convinto, tra relatori e convegnisti, a non rassegnarsi all’ingiustizia, ma a farsi carico dei più deboli, a partire dai disabili, dalle famiglie indigenti. Sr Anna Monia Alfieri ha richiamato al dovere di stare dalla parte del più debole, cioè dello studente, che ha il diritto di apprendere, e dunque della famiglia che – avendone la responsabilità educativa – deve necessariamente vedersi garantito dall’Italia, Stato di diritto, la possibilità di attuare questa responsabilità in modo libero, scegliendo la buona scuola pubblica, o paritaria o statale. Da qui le leve della valutazione, della meritocrazia, della autonomia per la scuola statale, della trasparenza, della pubblicità dei bilanci, di una sana concorrenza fra scuole sotto lo sguardo garante dello Stato. Ha richiamato unità di intenti in un rigore di studio e di metodo, privi dei soliti meccanismi del “secondo me”, delle mezze misure che vedono ogni giorno indifferenza verso una gravissima ingiustizia sociale. E’ evidente che la legge 62/2000, come la 107/2015, ottime nei principi, sono entrambe figlie di compromessi così gravi da non superare il vincolo economico, che le rende inapplicabili e inefficaci. Il costo standard di sostenibilità è l’anello mancante che – a fronte di una unità di intenti – potrebbe dare ai politici italiani la dignità e la serietà di agire. Se porre al centro lo studente vorrà dire essere coerenti e responsabili, istituzioni e cittadini insieme, giustizia sarà fatta. Altrimenti avremo ancora sentenze come quella del Tribunale di Roma n. 6240/2016, che offendono la famiglia, i disabili e soprattutto confondono i cittadini. Il passaggio del provvedimento approvato dal CdM il 14 gennaio u.s. che finalmente sembra aprire alla possibilità del costo standard anche nella scuola va in questa direzione (link). Occorre che siano posti al centro dell’attenzione dello Stato, come primari soggetti di diritto, “tutti”, cioè anche alunni e alunne con disabilità: la discriminazione che subiscono nella scelta della scuola pubblica paritaria è un’ingiustizia doppiamente inaccettabile. Occorre consentire ad ogni alunno, e a maggior ragione a quello in difficoltà, di vivere al meglio il proprio cammino educativo nella scuola scelta liberamente dai genitori, come recita la Costituzione Italiana.