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Ecco quanto e perché cresce la disoccupazione

Il tasso di disoccupazione è salito a sorpresa all’11,9% a novembre, e i dati dei mesi precedenti sono stati rivisti al rialzo (ottobre da 11,6% a 11,8%). Si tratta di un massimo da quasi un anno e mezzo (giugno 2015).

Tuttavia, ancora una volta l’aumento dei senza-lavoro non è dovuto a una diminuzione degli occupati (anzi in aumento) ma degli inattivi, in calo di -93 mila unità (dopo l’aumento di +66 mila a ottobre). In effetti, il tasso di inattività è sceso da 35% a 34,8%, tornando a un minimo storico da quando sono disponibili le serie (ovvero dal 1977).

Gli occupati sono rimbalzati di +19 mila unità, dopo essere calati di -30 mila a ottobre. L’aumento è dovuto ai lavoratori indipendenti (+16 mila, terzo aumento di fila) e ai dipendenti permanenti (+12 mila unità dopo il calo registrato nei due mesi precedenti). Viceversa, i dipendenti temporanei sono diminuiti di -10 mila unità (dopo essere stati poco variati a ottobre e in calo a settembre). Il tasso di occupazione è salito da 57,2% a 57,3%, tornando vicino al massimo dal 2009 toccato lo scorso giugno (57,4%).

L’aumento degli occupati riguarda: 1) le donne (+32 mila unità nel mese contro le -13 mila degli uomini); 2) gli ultracinquantenni (+75 mila unità, in presenza di un calo per tutte le altre classi di età: -7 mila tra i 15-24enni, -30 mila per i lavoratori tra i 25 e i 34 anni e -19 mila per i 35-49enni); di conseguenza, il tasso di disoccupazione giovanile è salito decisamente a 39,4% da 37,6% di ottobre: di tratta di un massimo da oltre un anno.

In sintesi, il dato conferma che il trend per il mercato del lavoro resta contrastato, oltre che irregolare su base mensile. In effetti, il calo del tasso di disoccupazione, evidente tra fine 2014 e la prima metà del 2015, sembra essersi arrestato successivamente: la tendenza è in pratica laterale da un anno e mezzo, e anzi negli ultimi mesi si nota una risalita dei senza-lavoro. È vero che tale risalita è dovuta come detto più al calo del tasso di inattività che dell’occupazione, ma anche tra gli occupati l’unica classe di età che mostra una tendenza positiva è ancora una volta quella degli ultracinquantenni (tale tendenza appare l’effetto più delle riforme pensionistiche che non di un trend virtuoso sul mercato del lavoro). D’altra parte, le intenzioni di assunzione delle imprese, sulla base delle indagini di fiducia, hanno evidenziato un lieve recupero negli ultimi mesi.

In prospettiva, nel 2017 ci aspettiamo un calo solo marginale del tasso di disoccupazione (a 11,5% dall’11,6% medio del 2016).



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