Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com. Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.
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Non importa quanto sia difficile. L’importante è che ne valga la pena.
Questa sua frase è quella in cui Franco Moscetti maggiormente si rivede. Moscetti nel 1973 entra nel Gruppo Air Liquide. Dopo varie esperienze, nel 1989 è nominato Direttore Generale di Vitalaire Italia. Nel 1995 è Direttore Generale ed Amministratore Delegato di Air Liquide Sanità. Nel 1999 assume anche la carica di Amministratore Delegato della capogruppo Air Liquide Italia. Agli incarichi italiani, dal 2001 aggiunge la direzione della Divisione Ospedaliera a livello internazionale e, contemporaneamente, quella di President-Directeur General di Air Liquide Santé France. È inoltre presente nei consigli di amministrazione delle più importanti filiali del gruppo a livello internazionale.
Ha ricevuto l’Oscar di Bilancio (categoria aziende non quotate) nel dicembre 2000 dall’allora Ministro del Tesoro Visco. Nel 2002 è stato inoltre insignito della “Stella al merito del Lavoro” e del titolo di “Maestro del Lavoro” dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Nel giugno 2003 ha ricevuto l’“Ambrogino d’oro” dal sindaco di Milano Albertini. Il 2 giugno 2012 è stato nominato Cavaliere al merito del Lavoro dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il 5 dicembre 2013, con decreto del Presidente della Repubblica Francese, è stato nominato “Officier de l’Ordre National du Mérite”.
Dal dicembre 2004 sino all’ottobre 2015 è stato Direttore Generale e Amministratore Delegato del Gruppo Amplifon, quotato alla borsa di Milano e leader mondiale nel settore delle “personal hearing solutions”.
Attualmente è Amministratore Delegato del Gruppo 24 Ore. Siede altresì nei Consigli di Amministrazione di Fideuram Investimenti SGR S.p.A. (Gruppo Intesa San Paolo), di Diasorin S.p.A. e di Zignago Vetro s.p.a.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Un innovatore è uno che riesce ad interpretare il futuro prima degli altri. È una persona che ha una passione sfrenata per il miglioramento continuo non avendo paura di rimettersi in discussione o di assumersi il rischio del cambiamento. Non c’è un perché all’essere innovatori. Probabilmente innovatori si nasce, non si diventa.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Difficile dirlo in quanto l’evoluzione tecnologica è talmente rapida che ogni giorno potrebbe essercene una nuova. Per macro aree la digitalizzazione e sopratutto la sharing economy cambieranno alla radice il nostro modo di fare sia come cittadini che come consumatori. E l’impatto socio/economico di questi cambiamenti è ancora imprevedibile.
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Il ruolo del leader è fondamentale in qualunque organizzazione. Il leader assicura continuità, visione, team building, e quindi capacità di implementare una opzione strategica. I gruppi, per la loro eterogeneità, hanno bisogno di un punto di riferimento e un leader deve saper trasformare la diversity susseguente a caratteri, formazione, specializzazioni diverse in fattore chiave di successo.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Troppo facile rispondere: mio padre. Invece credo che tante persone abbiano lasciato un segno nella mia vita; da quelle più umili a quelle più importanti, poiché per diventare quello che sono (e che volevo essere) ho cannibalizzato tutti coloro con i quali sono venuto a contatto. Anche cercando di imparare a non fare gli stessi loro errori.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. La mia più grande paura è che gli egoismi individuali possano distruggere il bene collettivo. A causa di questi egoismi per la prima volta stiamo consegnando alla generazione successiva una situazione peggiore di quella che l’attuale generazione di classe dirigente aveva trovato. La mia speranza è che arrivi quanto prima una presa di coscienza collettiva su questo tema (soprattutto da parte delle elites internazionali) e che pertanto si possa iniziare ad invertire la tendenza. Altrimenti se non saremo maledetti dai nostri figli lo saremo certamente dai nostri nipoti.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Il mio progetto di lavoro attuale coincide con quello futuro visto che non sono più un ragazzo. Come CEO del Gruppo 24 Ore voglio, devo riportare il Gruppo allo splendore di un tempo non soltanto in termini di conto economico ma anche per credibilità e reputazione. È una sfida che molti ritengono impossibile ma devo farcela, dobbiamo farcela. Il Sole è un patrimonio nazionale e in quanto tale va fatto ogni sforzo per riuscirci. E io ci metterò tutta la mia passione, la mia volontà e la mia determinazione. Lo giuro.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare.
R. Mi emozionano i piccoli gesti quotidiani delle persone umili; di chi, pur avendo difficoltà a sbarcare il lunario, ha come priorità quella di aiutare gli altri. La cosa che mi fa più arrabbiare è la malafede, gli atteggiamenti comportamentali manifestamente scorretti e quindi la maleducazione. Patologia, purtroppo, in grande sviluppo.