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Assicurazioni Generali, Axa, Allianz. Tutti i numeri del risiko assicurativo

Philippe Donnet

Un consolidamento inevitabile quello delle assicurazioni europee, che finora sono rimaste ai margini dell’M&A globale, frenate dalle necessità di adeguare il capitale alle richieste di Solvency 2. Ma il tema è tornato in auge in questi giorni in cui tiene banco la vicenda Generali, nelle mire di Intesa Sanpaolo ma, secondo le ipotesi che circolano nel mercato, anche di Axa e di Allianz, rispettivamente leader dei mercati francese e tedesco. Campioni nazionali che però difficilmente potrebbero fondersi per questioni di Antitrust. Almeno secondo gli analisti che avvertono sui rischi di una posizione dominante che verrebbe osteggiata dal regolatore. E questo vale sia che a comprare Generale sia una delle straniere, sia che alla fine sia Intesa a realizzare il progetto.

I COLOSSI DELLE ASSICURAZIONI
Quanti e chi sono questi colossi? Una traccia la fornisce il Financial Stability Board che a fine 2015 aveva individuato le nove assicurazioni too big to fail globali su cui tenere accesi i riflettori: quattro delle prime cinque posizioni sono occupate da soggetti europei. Innanzitutto Allianz, primo gruppo assicurativo mondiale per capitalizzazione con un giro di affari di circa 100 miliardi e asset in gestione per un valore di oltre 1800 miliardi. Ha partecipazioni in 82 Paesi del mondo il cui valore è per il 70% concentrato in Europa. Segue la yankee Aig, che a causa delle sue dimensioni e del rischio sistemico che avrebbe generato un suo eventuale fallimento fu sovvenzionata dal governo Usa e dalla Fed a pochi giorni dal disastro Lehman nel 2008. Terza assicurazione sistemica è la nostra Generali, che è anche la terza società italiana per capitalizzazione di Borsa dopo Eni ed Enel.

FRANCIA, GERMANIA E ITALIA NELLA TOP FIVE

Quarta e quinta sono una britannica e una francese: rispettivamente Aviva e Axa, quest’ultima numero tre al mondo delle assicurazioni per capitalizzazione e prima per fatturato che è pari a 120 miliardi con asset in gestione per 1100 miliardi. Come Allianz, anche Axa ha una presenza importante nel nostro Paese.

I LEGAMI DI AXA E ALLIANZ CON L’ITALIA

Non stupisce dunque che, parlando di consolidamenti, Axa e Allianz siano le due predatrici maggiormente indiziate per l’acquisto di Generali: perché hanno la potenza di fuoco e perché con l’Italia sono legate a doppio filo da questioni di business e di rapporti. Lo stesso ceo di Generali, Philippe Donnet (nella foto), ha un lungo passato professionale in Axa.

LA CLASSIFICA PER PREMI 

Uno studio di Fitch, realizzato a fine 2016, conferma a spanne questa classifica: sulla base dell’analisi dei bilanci 2015, Axa è prima in Europa per attivi (887 miliardi), seguita da Allianz (883 miliardi) e da Generali (496 miliardi gli attivi 2015). Axa è prima anche in termini di Solvency Ratio, l’indicatore di solvibilità che indica la solidità finanziaria delle compagnie: è a quota 205%, seguito ancora da Allianz a 200 e da Generali a 171.
Generali è, ça va sans dire, il leader del mercato italiano, seguita da Intesa, il terzo nome che circola sul fronte delle predatrici: insieme raccolgono il 30% di tutti i premi italiani. UnipolSai è quarta con una quota di mercato del 10% ed è stata superata dalle Poste Italiane che hanno una fetta di mercato di quasi il 12%. Il quinto protagonista di questo mercato è Allianz.
Insomma, la partita del risico europeo delle assicurazioni si gioca su pochi nomi importati.

CHI VINCE E CHI PERDE IN BORSA

Dal punto di vista delle quotazioni di Borsa, qual è invece la situazione? Sul tema fa luce Barclays che, in un report di fine 2016, segnala i cinque nomi da comprare e i cinque di cui disfarsi.
Overweight per Axa, grazie a buoni bilanci, business meno direttamente legato ai movimenti dei tassi d’interesse rispetto alla concorrenza, oltre all’ottimo dividendo, attualmente del 4,8%. Sovrappeso anche per le britanniche St. James’s Place e Prudential Plc: quest’ultima, tra le nove assicurazioni di importanza sistemica per il Fsb ha un network asiatico di oltre 13 milioni di clienti in 12 mercati che è un vantaggio competitivo importante,secondo gli analisti di Barclays. Promosse anche le più piccole Zurich, storia di ristrutturazione con dividendo importante e Munich Re, nel settore della riassicurazione. Le bocciature invece riguardavano la britannica Admiral, delta Lloyd e Swiss Re, ma soprattutto la nostra Generali, underweight a causa della scarsa crescita degli utili. Pollice verso infine per Allianz.

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