Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com. Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.
———————–
“In ogni caso nessun rimorso”: è il titolo di uno dei libri che più ha amato. Giornalista, conduttore e autore radiofonico, si occupa della comunicazione dell’Università Niccolò Cusano ed è responsabile del palinsesto di Radio Cusano Campus, che recentemente ha vinto un prestigioso premio nazionale, le “Cuffie d’oro”. Dirige il settimanale Unicusano Focus, periodico di approfondimento culturale allegato al Corriere dello Sport.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. Innovatore è un visionario che immagina quello che nessuno può vedere.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Quella che riuscirà a rendere più giusto dal punto di vista sociale il sistema economico finanziario.
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Credo molto nel dialogo, che però deve lasciar posto alla durezza nel preciso istante in cui qualcuno si approfitta del dialogo.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Più di una: professionalmente Stefano Bandecchi, il Fondatore dell’Università Niccolò Cusano. Un imprenditore con una capacità di guardare al futuro da “visionario”, un grande e coraggioso innovatore. Dal punto di vista umano mia moglie, mio figlio, i miei genitori, mio fratello e i miei amici. Ogni persona, per riuscire al meglio nel proprio lavoro, ha bisogno di un patrimonio di sentimenti e emozioni che lo sostengano.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. Ho paura di dover dire a mio figlio di lasciare questo paese perché non ha futuro. La mia speranza è che in futuro non esista un solo motivo per lasciarlo.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Mi occupo della comunicazione dell’Università Niccolò Cusano. Abbiamo una radio bellissima, Radio Cusano Campus, che è stata premiata per la sua capacità di divulgare la cultura e l’informazione. I miei progetti futuri sono legati a questa straordinaria realtà accademica, molto dinamica in un paese fermo. Lavoro in un Campus che produce idee costantemente ed è molto impegnato nella ricerca scientifica con due laboratori. Raccontare all’esterno tutto questo è estremamente stimolante.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. L’intelligenza, l’onestà, la gentilezza e il talento, quando le percepisci senza sovrastrutture, sono commoventi. L’arroganza, che spesso è accompagnata dall’ignoranza, è una cosa che mi irrita molto.