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Le migrazioni illecite, le maglie della legge e i traffici dei terroristi

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Pubblichiamo un estratto del libro “Immigrazione: tutto quello che dovremmo sapere” (di Valditara, Blangiardo e Gaiani) edito da Aracne Editore

Alcuni governi europei, tacciati impropriamente di razzismo, populismo e nazionalismo, hanno evidenziato come l’immigrazione illegale di massa, gestita dalla criminalità, sia un problema prioritario di sicurezza nazionale e comunitaria. A corroborare questo approccio pragmatico e non ideologico sarebbe sufficiente la valutazione che l’immigrazione illegale è strettamente collegata a terrorismo ed estremismo islamico.

Le attuali migrazioni illecite in Europa costituiscono invece un serio e crescente problema di sicurezza per una vasta gamma di ragioni. I traffici di esseri umani alimentano e finanziano organizzazioni criminali legate a Stato Islamico e al–Qaeda nel Maghreb Islamico e consentono di portare in Europa terroristi e loro fiancheggiatori. Un dato non certo nuovo dal momento che già nel 2012 magistrati libici riscontrarono l’infiltrazione di al–Qaeda nella gestione dei flussi di clandestini dal Sahel alle coste libiche mentre in Italia le infiltrazioni vennero denunciate già dal ministro degli Esteri del governo Letta, Emma Bonino, nel novembre 2013. Nel dicembre dell’anno successivo la presenza di uomini dell’Isis tra i clandestini in Italia fu oggetto di un’inchiesta della procura di Palermo di cui riferì ampiamente la stampa e nel gennaio 2015 vennero ammesse apertamente al vertice di Londra degli Stati mobilitatisi contro l’Isis dal ministro degli Esteri del governo Renzi, Paolo Gentiloni. “Ci sono rischi anche notevoli di infiltrazione di terroristi dall’immigrazione”, disse il ministro.

Un mese dopo rilanciò l’entità della minaccia l’ammiraglio statunitense James Stavridis, già comandante supremo della Nato in Europa, in un’intervista al Sunday Times, mentre nell’estate 2015, in piena “invasione” dalla Turchia, il governo austriaco riferì (nell’imbarazzo dei partner Ue) che i servizi segreti macedoni avevano individuato molti jihadisti tra i “profughi” che risalivano la penisola balcanica. Infine quest’anno, dopo arresti su vasta scala e prove evidenti di terroristi macchiatisi di attentati in Europa, dove erano arrivati come “rifugiati”, sia Europol che Frontex hanno lanciato l’allarme: “l’Isis sfrutta i flussi migratori per infiltrarsi in Europa ed effettuare attentati”.

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