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Cosa farà in Msc Luigi Merlo, già consulente di Delrio per i porti

Lavorare per quasi 10 anni ai vertici di un’amministrazione pubblica e dall’oggi al domani passare alle dipendenze di un’azienda attiva nel settore economico di competenza di tale amministrazione è possibile: è appena accaduto a Luigi Merlo (in foto).

Ex assessore regionale ai Trasporti dell’ultima giunta Burlando in Liguria, presidente dell’Autorità Portuale di Genova da inizio 2008 a fine 2015 e per tutto il 2016 consigliere, per portualità e logistica, “alle dipendenze dirette” del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, a Natale Merlo ha annunciato l’addio a Porta Pia, dopo esser stato protagonista del processo di riforma della legge portuale conclusosi a settembre. A metà gennaio l’assunzione in Msc come “Direttore Rapporti Istituzionali per l’Italia”.

Per Merlo l’interruzione del rapporto con Delrio è dovuta alla conclusione del processo di riforma (in fieri, tecnicamente, per la mancanza di alcuni decreti attuativi e le lungaggini su alcune nomine), mentre per altri sarebbe dovuta al fastidio legato all’impossibilità (causa mancanza del titolo di laurea eccepita dalla Corte dei Conti) di assumere un ruolo (coordinatore della “Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorità di Sistema Portuale) che la riforma sembrava avergli tagliato addosso.

Msc è un potente operatore dello shipping, creato da Gianluigi Aponte, sorrentino di nascita ma ginevrino d’adozione. Secondo armatore al mondo nelle portacontainer e ben posizionato nel mercato crocieristico, il gruppo Msc opera in Italia con alcune controllate del settore traghetti e aliscafi (Grandi Navi Veloci, Snav, Navigazione Libera del Golfo), nella navalmeccanica (Nuova Meccanica Navale) e nel comparto del terminalismo, con partecipazioni significative nei principali terminal italiani, sia merci che passeggeri da Genova a Trieste, e operazioni di espansione e gare aperte in vari scali (Livorno, Gioia Tauro, Venezia).

Negli anni della presidenza Merlo del porto di Genova Msc è cresciuta molto sotto la Lanterna. Ha acquisito il pieno controllo di Grandi Navi Veloci, quello di Stazioni Marittime (ex controllata dell’Autorità Portuale e concessionaria del terminal passeggeri), ha costruito due grattacieli per ospitarvi gli uffici e ottenuto dall’AP la concessione (in pectore: le firme sono da apporre perché i lavori non sono conclusi) di un nuovo terminal contenitori (Bettolo) in costruzione nello scalo storico. Per questo c’è stato qualche mormorio nel Partito democratico ligure, nel cui seno il suo nome era stato fatto quale possibile candidato per le ormai prossime comunali, tanto a Genova quanto a La Spezia (dove è nato).

Ma che cosa dice la legge in questi casi? “I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell’attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri”. A stabilirlo è il comma 16 ter dell’articolo 53 del Testo Unico sul Pubblico Impiego (l.165/2001), inserito pochi anni fa.

Ma per Msc “Merlo non è mai stato dipendente pubblico”. Alcuni addetti ai lavori hanno fatto notare che in un parere di Raffaele Cantone, presidente di Anac, si spiega come la norma in questione si applichi ben oltre il limite del rapporto di dipendenza in senso stretto. Dal canto suo il ministero, che peraltro ha compiti di vigilanza sulle Autorità portuali, sostiene che “Merlo (nel suo incarico a Porta Pia, nda) non ha mai avuto compiti di gestione o di negoziazione. Non ci risulta incompatibile”. Qualcuno paventa ricorsi. Si vedrà.


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