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Obiettivi e novità della terza edizione dell’Osservatorio Orti

Il secondo anno di lavori di ORTIOsservatorio sulle Relazioni tra Territorio e Imprese“, concluso nel 2016, ha lasciato in eredità in numero maggiore rispetto ai risultati acquisiti le idee e prospettive da realizzare (qui tutti gli eventi locali della 2^ edizione). L’analisi – complessa – dei territori, l’individuazione delle criticità economiche e giuridiche, la ricerca delle buone pratiche, e poi le proposte fatte, i suggerimenti ricevuti, e la risposta data dai decisori pubblici: un punto di partenza prima che di arrivo. Con il 2017 l’Osservatorio ricomincia l’attività, con un piano di lavoro ambizioso – non potrebbe essere diversamente – una serie di punti fermi e alcune novità, di metodo e di merito. Tra i punti fermi ce ne sono tre importanti:

  • Primo, saranno i rapporti territoriali, legati alle amministrazioni locali presso le quali il gruppo di ricerca concentrerà i propri sforzi, a dettare la linea dei lavori. Sulla base di questi si chiarirà meglio la qualità e le lacune delle economie operanti sul territorio, della capacità delle amministrazioni di assorbire le istanze dei portatori di interessi, della vivacità delle comunità locali rispetto alla vita dei propri Comuni.
  • Secondo, i primi interlocutori saranno gli imprenditori, assieme alle associazioni della società civile, seguiti dalle amministrazioni locali. Benché ORTI ambisca a parlare ai decisori pubblici, l’approccio rimane rigorosamente bottom-up. Si parte cioè dall’osservazione delle esigenze maturate nelle aree locali, e sulla base di queste si costruisce l’interazione con gli amministratori locali.
  • Terzo, oltre al lavoro di raccolta, analisi e sintesi dei dati – di cui si occuperà un gruppo di ricerca che nel 2017 cresce in numero rispetto all’anno precedente – resteranno fondamentali i contributi di coloro che gravitano intorno alle economie territoriali. Con gli eventi che segneranno le tappe dei lavori si cercherà di far dialogare non solo i portatori di interesse con i decisori pubblici, ma si coinvolgeranno anche accademici, attivisti, addetti ai lavori e professionisti di diversa estrazione.

Le novità principali riguardano invece il metodo e, in parte, il merito. Si parte anzitutto con un percorso su territori in parte diversi rispetto a quelli dello scorso anno. Salvo alcune riconferme – giustificate però dall’esigenza di raccogliere e analizzare dati di cui non si era dato conto nell’edizione dello scorso anno – ORTI 2017 viaggerà verso nord, cimentandosi con i territori che, fatte le dovute differenze, trainano la produzione nazionale. Sarà interessante porli a confronto con le altre aree del Paese, e raccogliere le esperienze di dialogo e partecipazione maturate negli anni. Altra novità è nei rapporti territoriali. Senza troppo anticipare in merito agli stessi, si può dire che saranno ancora più attenti al dato. Non che questi mancassero nell’edizione precedente. Al contrario, è proprio la sovrabbondanza di informazioni che ha spinto il team di ricerca a chiedersi come offrire una sintesi più chiara, e mirata, dei trend che emergono dalle aree analizzate. Ultima novità riguarderà gli eventi sul territorio. La discussione sull’assetto migliore è ancora in corso, e anche qui non è il caso di anticipare oltre il necessario. Una cosa si può dire però: la priorità sarà quella del dialogo tra i diretti interessati. In questo senso l’Osservatorio farà un piccolo passo indietro, capitalizzando diversamente lo sforzo fatto con la ricerca che precede gli eventi. Meno spazio alla presentazione, più attenzione a facilitare le buone relazioni tra operatori economici, comunità locali e amministratori.

Il 2017 sarà l’anno delle ‘buone’ relazioni tra territori e imprese.

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