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Spionaggio, Occhionero e Polizia postale. Le domande di Enrico Mentana

Cambia il capo della Polizia postale alla luce dell’inchiesta sul cyberspionaggio che ha fatto emergere come siano stati violati account e quindi dati personali di politici e figure istituzionali come l’ex premier Renzi, pubbliche amministrazioni, studi professionali e imprenditori di livello nazionale. E’ questa la novità della giornata dopo l’arresto ieri di Giulio e Francesca Occhionero accusati di spionaggio politico, militare e finanziario (qui l’ordinanza integrale dell’arresto).

Il capo della Polizia Franco Gabrielli ha disposto l’avvicendamento al vertice della polizia postale, e all’attuale direttore, Roberto Di Legami, è stato assegnato un nuovo incarico. Tra i motivi alla base della decisione anche l’aver sottovalutato la portata dell’indagine sullo spionaggio dei politici senza informare i vertici del Dipartimento di pubblica sicurezza. Al posto di Di Legami è stata nominata direttore della Polizia postale, Nunzia Ciardi (qui l’articolo di Formiche.net su chi è Ciardi).

Su tutta la vicenda, Enrico Mentana ha posto alcune domande. Ecco il post che il direttore del tg de La 7 ha scritto su Facebook:

Fatemi capire, per nove mesi abbiamo spiato e intercettato un signore che con la sorella spiava e intercettava metà della classe dirigente italiana, cellulare del premier compreso, non abbiamo allertato gli interessati e ora non siamo in grado di dire cosa aveva in mano costui e a chi lo ha eventualmente passato? Ma l’interesse nazionale non esiste più? Cioè, poniamo: l’ingegner Occhionero cattura un documento vitale per la nostra difesa e per la nostra economia, diciamo a giugno, e davanti al pm e alla polizia postale che lo controllano lo usa, lo incamera o lo vende, e comunque quel documento resta nella sua disponibilità per sei mesi, poi al momento dell’arresto riesce perfino a distruggerlo? Ma come è stata condotta questa inchiesta?


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