Durante l’assemblea di domenica gli scissionisti del PD hanno scoperto le carte mostrando involontariamente il proprio progetto economico-fiscale alternativo per il rilancio dell’Italia e per riconquistare l’elettorato perso.
Portavoce inconsapevole è stato Guglielmo Epifani che, durante il suo intervento, dopo aver elencato gli errori dell’ormai ex segretario reo di aver abolito l’IMU sull’abitazione principale “anche a chi poteva pagarla” e di aver concentrato gli interventi fiscali a favore imprese invece di rimodulare l’IRPEF, ha rivelato indirettamente la mente che si cela dietro il programma economico finanziario della minoranza.
Si tratta dell’ex ministro delle finanze Vincenzo Visco, soprannominato da Giulio Tremonti “Dracula preposto all’AVIS”, ed i suggerimenti economici di Epifani seguono infatti in maniera precisa e puntuale le proposte di riorganizzazione del sistema fiscale sostenute proprio dall’ex ministro che prevedono come interventi primari appunto la rimodulazione sia dell’imposizione immobiliare sia dell’IRPEF.
Sogno di Visco, ed ossessione di parte della sinistra italiana, sarebbe dunque una revisione delle imposte sul mattone con l’introduzione di un’imposta progressiva sui patrimoni immobiliari sopra i 500.000 euro calcolati considerando l’intero nucleo familiare; la patrimoniale così strutturata sostituirebbe sia l’IMU sia la tassazione di redditi da locazione (gli affitti).
Il caso è dunque risolto, abbiamo finalmente il mandante (VISCO), l’arma del delitto (una nuova patrimoniale) e la vittima (i patrimoni immobiliari) e le voci sulle pressioni della minoranza PD per una cambio di rotta “a sinistra” della politica economica, in antitesi con quella considerata troppo liberale di Renzi, sono state confermate.