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Stadio Roma, ecco cosa prevede l’accordo finale fra Virginia Raggi, James Pallotta e Luca Parnasi

Alla fine coloro che erano stati ribattezzati come i signor No, ovvero i pentastellati al governo di Roma, hanno detto sì. Sì al nuovo stadio per la Roma. Sì al progetto Pallotta-Parnasi. Ma con molti paletti, tagli di cubature e pure, però, anche meno opere pubbliche pagate dai privati che erano legate al progetto originario su cui la giunta di Ignazio Marino aveva dato il via libera. Ecco come è maturato il sì dell’amministrazione retta dalla grillina Virginia Raggi, anche se ora secondo molti addetti ai lavori non mancano le incognite, soprattutto procedurali, oltre che forse politiche visti i mugugni che solcano il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle.

IL COMMENTO DI RAGGI

È stata la stessa prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, ad annunciare l’accordo con Pallotta-Parnasi: “Tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park; abbiamo elevato gli standard di costruzione a classe A4, la più alta al mondo; mettiamo in sicurezza il quartiere di Decima per gli allagamenti; realizzeremo una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido”. E ancora: “Abbiamo rivoluzionato il progetto dello stadio e lo abbiamo trasformato in una opportunità per Roma. Abbiamo sempre detto di essere favorevoli alla realizzazione dello stadio, ma nel rispetto della legge e per il bene della nostra città”.

I DETTAGLI

Il nuovo progetto prevederebbe 500 mila metri cubi al posto del milione previsto nel progetto originario (quello cui aveva dato l’ok la giunta Marino). Il piano regolatore nell’area prevede un’edificabilità di 350 mila di metri cubi ma per la legge sugli stadi la struttura sportiva stessa e gli spogliatoi sono fuori da questo conteggio.

IL COMMENTO DELLA ROMA

Soddisfatto Mauro Baldissoni, dg della Roma: «A nome di Pallotta voglio ringraziare il sindaco, è stato un segnale importante vederla qui oggi. Siamo molto felici di questo accordo che migliora il progetto. È un giorno storico, non solo per la Roma ma anche per la città».

LE INCOGNITE

Per andare incontro alle richieste dei grillini i «proponenti» (i rappresentanti della Roma calcio guidati da direttore Mauro Baldissoni, in rappresentanza di Pallotta e il costruttore Luca Parnasi) hanno accettato una riduzione del 50 per cento delle cubature e l’eliminazione di alcune opere come la cosidetta «bretella» sulla Roma-Fiumicino e un ponte sul Tevere. Ma proprio su questo potrebbero sorgere intoppi, sottolinea oggi il Corriere della Sera: “Anche perché la costruzione del nuovo stadio è legata al prolungamento di un tratto della metropolitana e su questo le incognite appaiono numerose, soprattutto tenendo conto dei ritardi nei cantieri delle linee già approvate dalle precedenti giunte.” Secondo alcuni esperti – aggiunge Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera – “il cambio del progetto e l’eliminazione di alcune opere impone la chiusura dell’attuale Conferenza in maniera negativa ed è necessario convocarne una nuova. Dunque si deve ripartire dal nuovo progetto per ottenere le autorizzazioni di tutti gli enti coinvolti. Una posizione che i «proponenti» contestano. Per questo annunciano che già lunedì chiederanno uno slittamento della Conferenza, già fissata per il 3 marzo prossimo, di un mese «in modo da poter adempiere a tutte le necessità e partire subito con i lavori»”.

L’OPINIONE DI SATTA

A caldo Antonio Satta, vicedirettore di Mf/Milano Finanza, che da anni ha analizzato e commentato il progetto, ha scritto su Facebook: “L’accordo per lo Stadio della Roma è stato fatto, saranno ridotte del 50% le cubature e del 60% il business park. Ovviamente saranno ridotti anche i lavori pubblici a carico dei privati. Come tifoso romanista sono contento perche ci sarà uno stadio bellissimo, come romano sono incazzatissimo, perché quelle opere erano tutte necessarie. Ultima annotazione, la Raggi ha appena detto che grazie al progetto sarà eliminato il rischio idrogeologico per i quartieri Decima e Torrino. Proprio quello che ho sostenuto in questi mesi, contro quello che dicevano tanti sostenitori di Raggi e Bernini. Chi sosteneva il falso?”,

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