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L’impegno della Fao contro la scarsità delle risorse naturali

Di John Latham

Il mondo si trova a dover rispondere a una delle maggiori sfide del XXI secolo: sfamare nove miliardi di persone nonostante cambiamento climatico e crescente competizione dovuta alle scarse risorse naturali. Tale sfida cruciale è definita dell’Agenda 2030 e dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg), in un quadro di azione integrata che affronti insicurezza alimentare, climate change e degradazione degli ecosistemi attraverso un percorso sostenibile, inclusivo ed efficiente. Dalla recente Cop22 di Marrakesh è arrivata la richiesta di potenziare e sostenere gli sforzi per sradicare la povertà, garantire la sicurezza alimentare e agire sulle sfide del cambiamento climatico.

Se la crescente popolazione mondiale deve essere alimentata e la produzione di cibo deve essere sostenuta, l’agricoltura deve sottoporsi a un cambiamento di paradigma a ogni livello. Il business as usual non è più un’opzione. Con una transizione verso sistemi di produzione alimentare resilienti al clima e a basse emissioni, l’agricoltura può diventare parte della soluzione dello sviluppo sostenibile. In questo contesto, la Fao coglie la sfida con iniziative che permettono un approccio olistico per l’uso integrato di dati geospaziali con metodi e tecnologie per il rilevamento dati sul campo.

Con l’avvento della libera disponibilità di immagini a risoluzione spaziale, temporale e spettrale senza precedenti – grazie ai Sentinel-1 e Sentinel-2 dell’Agenzia spaziale europea (Esa) – la Fao fornisce ai Paesi strumenti di monitoraggio specifici per colture, boschi, pascoli e pesca, coprendo ogni tipo di sistema di produzione di cibo. Inoltre, l’organizzazione collabora con le agenzie spaziali (Esa, Nasa, Suparco e così via) per lo sviluppo di prodotti operativi evoluti rispetto al telerilevamento di dati grezzi. La disponibilità di dati a così alta risoluzione e di prodotti operativi ha permesso lo sviluppo di strumenti di monitoraggio per l’agricoltura in Pakistan e Afghanistan, e la loro pianificazione in Giordania, Georgia, Arabia Saudita, Turchia, Thailandia e Laos. Attraverso questi sistemi, i ministri dell’Agricoltura saranno in grado di valutare in modo consistente e tempestivo le zone coltivate e i rendimenti stagionali attesi, così da affrontare appropriatamente le misure di sicurezza alimentare.

Con il continuo dialogo con i provider di dati telerilevati, la Fao utilizza le risorse più avanzate mentre sta già guardando al potenziale della futura generazione di sensori e satelliti, con coperture globali giornaliere a una risoluzione di cinque metri, disponibili dal 2019. Con una consistente applicazione della metodologia Agro ecological zoning (Aez), la Fao, nel proprio approccio alle risorse naturali e al monitoraggio agricolo, si basa su due elementi: il rafforzamento delle capacità nazionali di monitoraggio e analisi agro-climatica; la fornitura degli strumenti e dei dati necessari a quanti care e valutare i servizi ecosistemici forniti dell’ambiente agricolo o naturale.

Mentre il tradizionale monitoraggio agricolo si focalizza esclusivamente sul rendimento (ad esempio, tonnellate per ettaro) e mentre le opzioni di gestione sono scelte per la mas- sima resa, la Fao propone l’Aez in modo che il focus sia esteso a tutta la gamma dei servizi ecosistemici che comprende i servizi di produzione, di regolamentazione, di supporto e i servizi culturali. Solo preservando il portafoglio completo dei servizi ecosistemici, il mondo potrà raggiungere uno sviluppo sostenibile e garantire alle generazioni future le risorse naturali. Un mix equilibrato di questi, infatti, assicura la salute dell’ecosistema e quindi la sua capacità di rigenerarsi e di fornire tali servizi in modo sostenibile e sufficiente.

La Fao ha applicato tale approccio a livello globale, fornendo l’accesso al portale online Gaez, con oltre 300mila mappe che illustrano e quantificano le risorse agro-climatiche e la resa delle colture. Gaez è un database geografico su scala globale, realizzato con la maggiore risoluzione a livello nazionale. Si tratta di uno strumento molto potente, in grado di consentire ai Paesi di valutare il potenziale di coltivazione sostenibile della Terra per più di 250 specie vegetali nel quadro dei futuri scenari climatici definiti dall’Intergovernamental panel on climate change (Ipcc). La Fao sta seguendo da vicino e con regolarità anche i progressi della tecnologia geospaziale.

Nel 2015, durante la Cop21 di Parigi, è stata annunciata una collaborazione triennale con Google; essa permetterà all’expertise Fao di sfruttare l’innovativo e gratuito accesso alle serie storiche di dati telerilevati e alle funzioni analitiche di Google Api. Da questa innovativa collaborazione nascono storie di successo come l’applicazione Collect Earth: uno strumento facile da usare e di larga diffusione per la valutazione delle foreste globali. Altre avanzate applicazioni sono attualmente in fase di sviluppo tecnologico al  ne di sostenere i Paesi nel monitoraggio della propria capacità di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg). È questo il caso dell’applicazione Sustainable Land, grazie alla quale i Paesi saranno in grado di monitorare lo stato e i trend degli indicatori di degrado del suolo (Sdg 15.3).

Nel 2016 la Fao ha così innovato il modo in cui operare i dati geografici, integrando i sistemi informativi geografici web (webgis) ai sistemi Gis tradizionali; ciò sta portando i dati geospaziali della Fao a un livello nuovo di integrazione, interoperabilità e accesso open data, rendendo disponibili per gli specifii applicativi Gis, i dati e le applicazioni dell’organizzazione direttamente su desktop, tablet e mobile, condividendoli poi tramite media e social network. In sintesi, attraverso un utilizzo razionale, innovativo e integrato di dati e applicazioni geospaziali, la Fao sta contribuendo a stabilire un sistema globale e unificato di monitoraggio delle risorse naturali e dell’agricoltura, fornendo soluzioni site-specific e facendo leva su dati satellitari ad alta risoluzione e sull’archiviazione e calcolo cloud.

John Latham, Dirigente della Geospatial unit presso la Fao

Traduzione di Stefano Pioppi

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