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Ecco l’agricoltura di precisione

Di Antonio Colangelo

L’agricoltura di precisione si basa sull’utilizzo di tecnologie innovative sviluppate nei settori dello spazio e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict). Attraverso una mappatura del territorio, l’agricoltura di precisione permette di ricavare informazioni di dettaglio sullo stato di salute delle piante, quali la densità, il contenuto di acqua e lo stato fitosanitario, evidenziando il fabbisogno mirato di fertilizzanti, di acqua o di fitofarmaci

L’imprenditoria nel campo dell’agricoltura, oggi, non può prescindere da un’analisi approfondita delle problematiche di carattere ambientale che interessano il nostro pianeta. Il previsto aumento della popolazione da una parte e il sempre più intenso consumo di suolo a causa dell’urbanizzazione e di un’agricoltura ad alta produttività dall’altra, hanno generato una forte esigenza di implementare servizi che puntino ad aumentare la produttività delle colture e, contestualmente, a preservare l’ambiente per mezzo di una gestione razionale delle risorse.

Una valida risposta alla domanda di nuovi servizi è offerta dall’agricoltura 4.0, un nuovo modo di fare agricoltura, che trasforma un lavoro tradizionalmente di braccia in un lavoro di precisione. Attraverso una mappatura del territorio, l’agricoltura di precisione consente di ottenere prodotti migliori e con costi ridotti, perché permette di ricavare informazioni di dettaglio sulle colture e sui vari fattori in grado di caratterizzare lo stato di salute delle piante, quali la densità, il contenuto di acqua e lo stato  fitosanitario, evidenziando il fabbisogno mirato di fertilizzanti, di acqua o di  fitofarmaci. Si tratta di una vera e propria rivoluzione,

resa possibile grazie all’implementazione di nuove metodologie per il monitoraggio e il controllo delle colture nelle varie fasi di crescita della pianta. L’agricoltura di precisione si basa sull’utilizzo di tecnologie innovative sviluppate nei settori dello spazio e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict).

Con riferimento allo spazio, il 2014 ha segnato l’avvio del programma europeo di osservazione della Terra denominato Copernicus. Promosso dalla Commissione europea, Copernicus costituisce un’opportunità unica per acquisire dati e immagini sempre aggiornati, che permettono di produrre mappe digitali e georiferite che mostrano lo stato di salute della vegetazione e delle possibili cause di stress del suolo o delle piante. I dati-immagini sono attualmente acquisiti dai satelliti radar e ottici conosciuti con il nome di Sentinel-1 e Sentinel-2, che orbitano a centinaia di chilometri di distanza dalla Terra, di giorno e di notte, senza che alcuno possa averne evidenza, con un aggiornamento dei dati che avviene ogni 6-10 giorni.

Le mappe prodotte dall’elaborazione dei dati satellitari offrono un prezioso supporto ai processi decisionali per la definizione di interventi agronomici che tengano conto dello stato delle colture e delle caratteristiche del suolo e puntino a preservare l’integrità della risorsa-Terra. Inoltre, la caratteristica di ciclicità dell’acquisizione satellitare permette di assicurare un flusso costante di informazioni aggiornate e un monitoraggio continuo delle aree oggetto di osservazione, garantendo così agli agricoltori le informazioni idonee per dimensionare gli interventi nel medio e breve tempo.

La produzione delle mappe descrittive dello stato di salute della vegetazione è stata avviata già alla fine del ’90, grazie al lavoro di un ristretto gruppo di operatori nel settore dell’osservazione della Terra da satellite, composto da aziende e centri di ricerca italiani e internazionali che hanno costituito gruppi di lavoro. Studiando nuovi algoritmi e analizzando i risultati dei test, hanno messo a punto dei prodotti sotto forma di mappe digitali georiferite, basate sullo sfruttamento dei dati satellitari, che hanno posto le basi per implementare servizi assolutamente nuovi nel campo dell’agricoltura.

Con l’avvio di Copernicus, la commercializzazione dei servizi ad alto tasso di innovazione nel campo dell’agricoltura ha avuto una spinta decisiva grazie non solo all’elevata precisione del dato satellitare e alla frequenza di acquisizione molto più performante rispetto alle missioni satellitari di qualche anno fa, ma anche a un’importante svolta nella politica di distribuzione dei dati, che mira a un utilizzo gratuito e diffuso dei dati da parte di tutti. In riferimento al settore Ict, la rivoluzione tecnologica ha preso il nome di big data. Le immagini di osservazione della Terra acquisite dallo spazio occupano grandi volumi e le tecniche di elaborazione hanno necessità di calcolatori tecnologicamente avanzati. In questo contesto, i big data costituiscono l’insieme di strumenti delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione che permette di estrapolare, gestire e processare una grande e variegata mole di informazioni in tempi veloci.

Nell’era digitale è naturale pensare che sia possibile implementare un’applicazione su tablet o smartphone che utilizza i dati da satellite per pianificare in modo differente – a seconda dell’area agricola interessata – e con precisione centimetrica le modalità di semina, irrigazione e fertilizzazione, senza sprechi e nel pieno rispetto delle caratteristiche del suolo e dell’ambiente.

Se dal punto di vista tecnologico i tempi sono ormai maturi per parlare di servizi legati all’agricoltura 4.0, è importante sottolineare che non si può dire altrettanto circa la predisposizione al cambiamento da parte degli operatori del settore, maggiormente legati a metodologie di lavoro più prettamente tradizionali. Per commercializzare servizi innovativi e penetrare il mercato in modo significativo, sarà molto importante il ruolo dell’informazione e della divulgazione. In tal senso, potrebbe essere utile l’avvio di progetti-pilota da concordare tra aziende agricole e aziende fornitrici di servizi per l’agricoltura 4.0. L’obiettivo deve essere quello di instaurare uno stretto rapporto di conoscenza delle caratteristiche e dei bene ci in termini di economia, produttività e salvaguardia dell’ambiente derivati, appunto, dall’applicazione di servizi dell’agricoltura 4.0.

Antonio Colangelo, Amministratore unico di Geocart

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