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AltaRoma, la sfilata di Renato Balestra e la presenza di Virginia Raggi. Cronaca e foto

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La settimana delle sfilate dell’alta moda nella Capitale, AltaRoma, si è svolta per la prima volta nel nuovo headquarter del Guido Reni District, area unica nel suo genere all’interno delle ex caserme Guido Reni. Le passerelle capitoline di questa edizione targata 2017 hanno visto solo couturier italiani, eccetto Rani Zakhem, come Camillo Bona, Sabrina Persechino, Gattinoni, Nino Lettieri ed in chiusura Renato Balestra.

Dal romanticismo fluttuante inno alla purezza e nuova bellezza di una Roma culla dell’eleganza e dello stile italiano che fu. Questa collezione di Camillo Bona esalta l’artigianalità attraverso le complesse applicazioni che decorano i tessuti. Dal bianco ai tenui toni dei rosa, del giallo, del verde acqua, del celeste è tutta una nuvola. L’ultima uscita è dedicata alla sposa, dominata dai ritmi dei panneggi e dei plissè che rievocano nelle forme e nei giochi di volute circolari le architetture della Città Divina.

In netta contrapposizione è il rigore delle forme architettoniche, le linee semplici e pulite, il macramè geometrico che si infittisce in un gioco di alternanze, fatto anche di trasparenze, che danno volume agli abiti bianchi di Sabrina Persechino: impeccabile.

Poi una festa di righe, fasce, pois, quadrati e rettangoli in una gioiosa rappresentazione per Nino Lettieri che propone kaftani con pantaloni, tute stampate con geometrie bianche e nere disegnati su tessuti come lo chiffon, l’organza e il satin. Ripetitivo il tema (forse portato troppo all’esasperazione), ma che comunque offre buoni spunti alla sartorialità dell’aute couture.

Poi l’angelo-demone per una Lolita proposta da Gattinoni che preferisce vagare in boschi irreali e sognanti per evadere ad una dimensione che non ci appartiene. “Si sogna per vivere” dichiara Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison Gattinoni, e noi comuni mortali sogniamo con lui l’esasperata sensualità dissacrante con quell’insostenibile leggerezza dell’essere….

Ma il sogno, quando si parla di alta moda, non finisce mai, specie se a coronare i nostri desideri c’è la primavera Botticelliana di Renato Balestra. La sfilata si apre con un abito arcobaleno in tutta la gamma dei colori tenui della stagione più idealizzata dagli inguaribili romantici. Anche i capelli della modella sono cosparsi di petali colorati. È una collezione che ci invade di fiori dai colori tenui come il glicine, il rosa delicato, il verde ed il celeste acquamarina. È questa la poesia della primavera enfatizzata dalla maestria della Maison storicamente romana.

Ma bruscamente ci risvegliamo dal sogno all’apparizione sulla passerella di Virginia Raggi. Non c’è nulla di più giusto che la consegna del Premio al Maestro Balestra, ma ci chiediamo come la sindaca sembri una giovane signora che si trova a passar lì per caso. Nel clamore della serata conclusiva delle passerelle dell’altamoda capitolina emerge impacciata e balbettante. Non avevamo attese sul suo abbigliamento, quindi la delusione non ci ha colti di sorpresa, ma ci aspettavamo che almeno da Primo cittadino volesse spendere due parole sull’attività delle aziende tessili, dei designer, del ricchissimo patrimonio culturale delle accademie e dell’alta moda capitolina tutta.

Invece nella consegna della Medaglia del Natale di Roma, coniata in occasione del 60° anniversario del gemellaggio Roma Parigi, non ha colto l’occasione per spostare (come dovuto) i riflettori  sulla grande tradizione capitolina che ci contraddistingue nel mondo. Peccato, un’altra occasione mancata.



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