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Andrea Pardi, conti e attività dell’imprenditore arrestato per traffico d’armi con Iran e Libia

Di Pietro Di Michele e Simona Sotgiu
Andrea Pardi

Andrea Pardi, amministratore delegato della Società Italiana Elicotteri srl, è uno degli arrestati nell’inchiesta sul traffico di armi in Libia e Iran che ha portato ieri al fermo di quattro persone (qui tutti i dettagli), tra cui i coniugi Mario Di Leva e Anna Maria Fontana insieme al cittadino libico (attualmente irreperibile) Mogamud Alì Shaswish. Pardi era già stato coinvolto in un’altra inchiesta su traffico di armi e reclutamento di mercenari tra Italia e Somalia.

L’INDAGINE

Secondo gli atti dell’inchiesta, condotta dai pm della Dda di Napoli Catello Maresca e Maurizio Giordano, con il pm della direzione nazionale antimafia Cesare Sirignano e il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, Pardi sarebbe stato contattato già nel 2013 da Alessandro Ghidoni, un consulente con legami con il fondatore della “Legione Brenno” (una struttura paramilitare segreta che negli anni Novanta ha partecipato alla guerra dei Balcani, ricostruisce il Fatto Quotidiano), Gian Carlo Carpi. Pardi, scrivono gli inquirenti, era stato coinvolto allora “con il fine di reperire non solamente personale disposto ad effettuare attività addestrativa per un reggimento di somali da addestrare militarmente alle Seychelles, ma anche per poter reperire tutti i materiali necessari all’attività programmata”. Grazie a quella inchiesta, si era potuto individuare “un gruppo di soggetti che si rivolgevano prevalentemente a Pardi che risultava in contatto con Ghidoni per l’effettuazione di operazioni commerciali relative all’esportazione di materiali dual use verso l’Iran”.

LE ACCUSE A CARICO DI PARDI

Grazie alle indagini partite nel 2013, dunque, la procura di Napoli ha potuto verificare come Pardi “con la società di famiglia, Società Italiana Elicotteri di Roma, sia l’epicentro di un vasto traffico di materiali di armamento e dual use verso paesi esteri, a prescindere dal fatto che siano o meno sottoposti ad embargo”, si legge nel decreto di fermo pubblicato dal Fatto. “Nata per il commercio di elicotteri anche a soggetti istituzionali esteri – si legge ancora -, la società gestita dal Pardi, infatti, ha negli ultimi periodi iniziato a diversificare le proprie offerte commerciali, provvedendo alla vendita, da ultimo, anche di veri e propri materiali di armamento di produzione ucraina, commercializzati dalla sede romana della società in modo da evitare il transito sul suolo nazionale di ciò che non sia di produzione italiana”. Tra le forniture non andate in porto per “cause indipendenti dalla loro volontà” e destinate al governo provvisorio libico nel marzo 2015 ci sarebbero anche 13.950 M14, oltre a una eliambulanza convertibile ad uso militare, elicotteri di assalto sovietici MI-17, tre elicotteri Mangusta A129 e missili di vario genere, riporta l’Ansa.

LA SOCIETÀ ITALIANA ELICOTTERI

La Società Italiana Elicotteri, secondo la scheda soci della Camera di Commercio (aggiornata al 3/10/2016), è di proprietà al 75% di Andrea Pardi e al 25% di Giovanni Pardi. È stata costituita nel 2011 occupandosi prevalentemente di “vendita all’ingrosso di elicotteri”, di “riparazione e manutenzione di aeromobili e di veicoli spaziali”, di “addestramento professionale per il personale dipendente e per la clientela della società in settori a tecnologia avanzata con particolare riferimento al comparto dell’aviazione commerciale, pilotaggio di aeromobili”. Si è occupata poi dell’”’esercizio di linee commerciali e civili per il trasporto di persone e cose in Italia ed all’estero”, e della “gestione commerciale, finanziaria e logistica di strutture aeroportuali civili e militari in Italia ed All’estero”. La società è inoltre “abilitata a partecipare a gare d’appalto private e pubbliche, civili o militari e, altresì, a qualunque gara dalle medesime caratteristiche e specifiche norme oggi vigenti secondo i protocolli della Nato”. Secondo il bilancio del 2015, il conto economico indica in 8.156.090 euro i ricavi delle vendite e delle prestazioni, in calo rispetto all’anno precedente (24.012.217). Tra i costi della produzione, si nota un calo per “materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci”, passate da 18.070.761 euro nel 2014 a 45.189 euro alla fine del 2015. La società nel 2015 ha fatto registrare un utile di 7.084.362 euro.

CONTATTI INTERNAZIONALI

La società di Pardi, si legge dalla descrizione sul sito ufficiale, ha “rappresentanti ed uffici dislocati in centri aeronautici situati in Italia, Messico, Medio Oriente, Cina, Sud Est Asiatico” che le permettono di “soddisfare le aspettative e le necessità del cliente”. “Valorizziamo i nostri clienti – si legge ancora – e ci impegniamo a offrire un insieme di soluzioni che risultino efficienti, affidabili ed economicamente vantaggiose”. Inoltre, la Società Italiana Elicotteri è accreditata “presso le più importanti Istituzioni Governative Italiane e le più prestigiose Associazioni di Categoria del mondo”, come Unindustria e American Chamber of Commerce in Italy. Nel maggio 2010 la società ha “ottenuto il prestigioso riconoscimento di ‘Special Event Partner’ da parte del Ministero della Difesa in occasione di un evento organizzato dalla NATO presso la base di Tiro, in Libano”.

(Foto: screenshot puntata di Report- Rai3)

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