Ok la proposta unitaria di riforma del Cnel. È questa la prima reazione ufficiale a quanto approvato negli scorsi giorni dal vertice del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, mantenuto in vita dall’esito del referendum del 4 dicembre scorso. E’ la Confedir guidata da Michele Poerio la prima organizzazione che in pubblico approvato l’iniziativa di autoriforma del Cnel.
CHE COSA È STATO APPROVATO
Il 21 febbraio scorso l’assemblea del Cnel ha approvato all’unanimità una proposta di legge di riforma dell’ente che è stata poi inviata, dal presidente Delio Napoleone (nella foto), ai presidenti del Senato e della Camera. Per i consiglieri del Cnel è indispensabile che esso viva, non sopravviva, operi nel rispetto del dettato costituzionale e sia una sede di incontro di tutte le parti sociali nonché di confronto mediato sui grossi temi sociali ed economici di questo Paese.
GLI ASPETTI PRINCIPALI
I principali aspetti della proposta di riforma, che prevede modifiche alla legge 30 dicembre 1986, n. 936, riguardano fondamentalmente la composizione del Cnel e le sue funzioni. Tra i punti essenziali – come si rileva dal documento approvato – ci sono la conferma dell’attuale numero dei consiglieri (64) e tutte le attuali rappresentanze, la nomina del presidente da parte del Presidente della Repubblica; la definizione di una nuova modalità di nomina, più veloce e più trasparente, dei Consiglieri del Cnel da parte del Consiglio dei ministri per garantire i criteri del più ampio pluralismo.
Si prevede anche un rappresentante dell’Anci, dell’Upi e della Conferenza delle Regioni. Sono state confermate tutte le attuali attribuzioni del Cnel, e sono stati previsti pareri del Cnel obbligatori, ma non vincolanti, per i maggiori atti di finanza pubblica (Def, nota di aggiornamento al Def e legge di bilancio).
Il testo ha stabilito inoltre la nuova funzione del Cnel di certificazione del grado di rappresentatività nazionale delle organizzazioni sindacali nel settore privato, ed ha previsto la predisposizione, in tema di misurazione del benessere equo e sostenibile (Bes), di un rapporto congiunto Cnel-Istat con cadenza annuale.
IL COMMENTO DI POERIO
“Insieme ad altre Confederazioni, condivido pienamente la proposta unitaria di riforma ritenendola in grado di rappresentare la base per un rilancio concreto delle funzioni del Cnel e per la ripresa – in un Paese pieno di divisioni più o meno comprensibili – di un pieno e concreto dialogo sociale, sui temi vitali dell’economia e del lavoro”, ha detto Michele Poerio, segretario generale di Confedir. Il Cnel, per il segretario generale di Confedir, “deve tornare ad essere quella camera di compensazione e di confronto di tutte le parti sociali così come pensata dai Padri costituenti che, con l’art. 99, hanno fatto delle sue rappresentanze, un’istituzione della democrazia”.