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Da Bruxelles, passando per Milano, fino a Roma – le (nuove?) regole sul lobbying

Se è il mattino a dettare la qualità della giornata, allora il 2017 promette bene. Benché a passi piccoli e misurati, il miglioramento delle regole a presidio della rappresentanza di interessi procede la sua marcia, tanto presso le istituzioni europee che quelle italiane. Le prime settimane del nuovo anno ci consegnano tre novità interessanti, la prima a livello europeo, la seconda a livello nazionale e, ultima ma non meno importante, a livello locale.

Bruxelles discute di riforma delle norme sul lobbying sin dai primi giorni successivi all’insediamento della nuova Commissione. L’introduzione di incentivi alla trasparenza dei processi decisionali delle istituzioni europee – tra i punti chiave del programma di riforme proposto dal Presidente Juncker – sembrava giunto al traguardo negli ultimi mesi del 2016, quando la Commissione europea aveva presentato al Parlamento una riforma organica dell’accordo inter-istituzionale che disciplina l’esercizio di attività lobbistiche. Accordo che regola, tra le altre cose, il “Registro della Trasparenza” – al quale i lobbisti hanno, o per meglio dire: avevano, facoltà di iscrizione. La novità principale riguarda, infatti, l’iscrizione dei lobbisti al registro, che da facoltativa diviene obbligatoria. Se a ciò si aggiunge, da un lato, l’ampliamento della platea di soggetti istituzionali la cui attività è vincolata al rispetto delle nuove norme di trasparenza, e dall’altro lato l’inclusione dei vertici amministrativi (assieme ai soggetti politici) dei destinatari dell’attività di lobbying, si ha la misura della portata innovativa della riforma. Riforma che però è ancora in fase di discussione. Da pochi mesi, peraltro, è possibile aggiornarsi in tempo reale sullo stato di avanzamento delle decisioni attraverso l’iniziativa lanciata dal Parlamento europeo con il nome di “Legislative Trains” (ossia treni legislativi). Quello relativo alla disciplina delle attività lobbistiche, ci informa di una fase di momentanea sospensione. Superati gli ultimi ostacoli di tipo giuridico, comunque, la riforma dell’accordo inter-istituzionale sembrerebbe pronta per l’approvazione, godendo di un consenso politico diffuso.

In Italia le novità più interessanti vengono da Roma e da Milano. A Roma la Camera dei Deputati prosegue il dibattito sull’adozione di un regolamento di disciplina delle attività lobbistiche. Al di là degli aspetti mediaticamente più appetibili – ad esempio la “stanza dei lobbisti” cui relegare questi ultimi durante le sedute delle Commissioni parlamentari – il testo sembrerebbe indirizzato verso una approvazione in tempi che – sostengono i bene informati – dovrebbero essere accettabili. Merito, infine, al territorio, e in particolare alla Lombardia. Circa un anno fa, infatti, veniva approvata una legge organica sulla rappresentanza di interessi. A fine gennaio il Consiglio regionale ha approvato (all’unanimità) il regolamento che dà attuazione della legge. Si tratta di una svolta importante in una regione storicamente forte dal punto di vista della produzione industriale, e dunque particolarmente sensibile alle esigenze di trasparenza dei processi decisionali.



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