Il tema delle fake news è uscito dalla nicchia nerd nella quale poteva essere confinato fino a pochi mesi fa ed è diventato ormai argomento di conversazione mainstream.
Le fake news sono notizie false spacciate per vere che molto spesso diventano virali, ovvero molto condivise attraverso i social network. Le fake news che “funzionano” creano sovrapposizioni, mescolano bugie e verità e arrecano due danni: al lettore e al sistema dell’informazione. Da un lato lasciano il lettore disinformato o, peggio, informato male, dall’altro gettano una luce di inaffidabilità nei confronti del sistema mediatico incapace, a volte, di difendersi dalle bufale.
Il tema rimbalza dai due lati dell’Atlantico. Negli Usa i liberal accusano Donald Trump di aver vinto le elezioni alla Casa Bianca grazie all’uso massiccio di fake news virali sui social. In Europa la Commissione Ue, per bocca di Andrus Ansip, ex premier estone e oggi Commissario europeo per l’economia e la società digitale, promette maggiore vigilanza nei confronti delle bugie in rete. “La Commissione europea lavora per proteggere i nostri valori, e continuerà a basarsi sui fatti. Fatti reali, e non alternativi”, dice Ansip il quale però sottolinea che non sarà creato alcun “Ministero della verità” di orwelliana memoria.
COME DIFEDERSI DALLE BUFALE?
Ma c’è un modo per difendersi dalle bugie senza incorrere nel rischio di imposizioni verticali? La risposta è sì secondo Simone Bressan cofondatore, insieme con Andrea Mancia, di Zipster, una nuova piattaforma che punta a selezionare le notizie che circolano in rete riuscendo a identificare e scartare le bufale. “Zipster nasce dall’esigenza di informarsi in rete avendo a che fare con una mole di informazioni non tutte affidabili. Il suo scopo è quello di far risparmiare tempo a chi vuole accedere alle informazioni spaziando da un giornale all’altro”, dice Simone Bressan a Formiche.net. “Zipster – racconta Bressan – si compone di due elementi, la macchina e l’uomo. Da una parte c’è un algoritmo che abbiamo sviluppato noi e che aggrega le notizie pescandole da giornali online, blog e social seguendo i criteri di rilevanza. Accanto a questo c’è un’attività redazionale svolta da persone in carne ed ossa che controllano e organizzano in maniera sistematica le news aggregate dall’algoritmo. Il controllo sulle fake news è umano”. La lotta alle fake news, però, non è una battaglia condivisa da tutti, anzi, sono diverse le voci che ritengono che dietro la volontà di porre un argine al proliferare delle bufale ci sia invece la volontà di bloccare l’informazione che non rispetti i parametri del mainstream. “Allora diciamo che il tentativo di grandi gruppi come You Tube di silenziare alcuni youtubers mi è sembrato rispondere non a logiche di contrasto alle fake news ma di contrasto a chi si distanziava dal mainstream. Poi però dobbiamo definire cosa sia una bufala. Una fake news è una notizia palesemente falsa. Ad esempio la notizia, circolata realmente, secondo la quale un determinato soggetto ha donato 100 milioni di euro per l’emergenza terremoto quando non c’è alcuna prova che questo sia avvenuto è una notizia falsa”, aggiunge Bressan: “Dire invece che un altro individuo è un illuminato governatore del suo Paese è un’opinione. Noi dobbiamo cercare di bloccare le prime, perché rispondono a criteri completamente estranei a quelli dell’informazione, penso ai fini commerciali o alla propaganda politica spinta. La ‘strategia’ che utilizzeremo sarà, banalmente, la verifica delle fonti. Proviamo a mettere ordine tra le tante cose che il mondo del giornalismo produce”.
IL METODO REDDIT – MIT: IL CONTROLLO DAL BASSO
A volte, però, le notizie false sono più insidiose. Ad esempio notizie vere ma vecchie che vengono rilanciate e spacciate per novità ricadono anch’esse nella definizione di fake news e sono, forse, ancora più pericolose delle prime perché una smentita vera e propria non è possibile. Per queste il controllo verticale potrebbe non essere la strada migliore da seguire. Negli Usa Reddit e il MIT hanno scelto di affidare alle segnalazioni degli utenti la ricerca delle fonti più o meno attendibili. “Dobbiamo considerare che siamo in un territorio ignoto in cui cerchiamo di valutare fenomeni attuali utilizzando categorie preesistenti” – prosegue Bressan – “Io non mitizzerei il popolo della rete. Una gerarchia ci può essere, anzi ci deve essere tanto che noi ammettiamo che in Zipster l’intervento umano ci sarà e probabilmente si vedrà. Il rischio di cortocircuito con il metodo Reddit – Mit c’è perché dovrebbero esserci utenti che bloccano altri utenti che consentono alle fake news di circolare. Oppure c’è il rischio di minoranza molto organizzate che possono boicottare alcuni contenuti anche se veri. Il problema è che noi facciamo questi discorsi dimenticando che si tratta di esperimenti che potrebbero paradossalmente funzionare. Bisognerà capire come reagiranno gli utenti, se saranno portati a partecipare attivamente alla caccia alle fake news ovvero se questa attività rimarrà circoscritta solo a pochi utenti”.