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Ecco cosa ha deciso Papa Francesco per lo Ior

Ennesimo colpo di scena nella tormentata storia dello Ior. Lo scrive Rosario Dimito, giornalista di economia e finanza del quotidiano Il Messaggero. Sulle colonne del quotidiano romano oggi in edicola si dà conto di una lettera inviata da Papa Francesco che sarebbe stata letta nei giorni scorsi dal cardinale Santos Abril y Castelló – presidente della Commissione cardinalizia – al consiglio di amministrazione della banca vaticana. Poche righe – riporta Dimito – scritte di suo pugno dal Papa, nelle quali, “in deroga allo statuto”, Francesco ritira “la Commissione cardinalizia dalle riunioni future dell’organo di governo della banca di cui fanno parte anche il Prelato, monsignor Battista Ricca, e il collegio dei revisori”. Secondo la ricostruzione del Messaggero, che fa riferimento a “fonti bancarie”, il ritiro dei cardinali sarebbe un segnale chiaro dato dal Papa “per evitare condizionamenti da parte dei laici”.

IL NO DEL PAPA A INVESTIMENTI IN LUSSEMBURGO

La memoria corre alla primavera 2016 quando due membri del Consiglio di sovrintendenza della banca – Clemens Börsig e Carlo Salvatori – si dimisero in dissenso rispetto alla gestione dell’Istituto. Le ragioni del disaccordo sarebbero anche da ricercare in un non expedit del Papa al progetto già approvato dal Cda presieduto dal francese Jean-Baptiste Douville de Franssu (nella foto) di costituire un fondo di investimento a capitale variabile (Sicav) in Lussemburgo. Una bocciatura papale letta come un richiamo allo Ior alla sua missione di assistenza alle opere di religione, evitando di imbracciare strumenti finanziari sofisticati.

SCENARI TUTTI DA INTERPRETARE

Se confermato, lo scoop del Messaggero rivela scenari tutti da interpretare. Anche se alcuni pezzi del puzzle risultano di complessa composizione. Perché alle riunioni del Cda dello Ior normalmente non partecipano i cardinali. Il rapporto del Consiglio cardinalizio di vigilanza rispetto al Consiglio di sovrintendenza si può paragonare a quello di un’assemblea degli azionisti rispetto a qualsiasi consiglio di amministrazione. I cardinali sono nominati dal Papa, e a loro volta nominano i membri del Consiglio di sovrintendenza. Da Statuto, tra l’altro, vigilano “sulla fedeltà dell’Istituto alle norme statutarie”, deliberano sulla devoluzione degli utili e approvano nomina e revoca del direttore e vicedirettore dell’Istituto fatta dal Cda. Dal novembre 2015 direttore generale è Gian Franco Mammì, investito personalmente dal Papa, che ne comunicò irritualmente la nomina nel corso di una sua visita al torrione Niccolo V, sede della banca.

IL RUOLO DEL PRELATO

La parte religiosa della governance dello Ior è invece rappresentata nel Cda dalla figura del “Prelato”. Lui, sì – a differenza dei cardinali che pure lo nominano – assiste alle adunanze del Consiglio di sovrintendenza e può sottoporre “le sue osservazioni alla Commissione cardinalizia”. Attuale prelato è monsignor Battista Ricca. Una scelta avvallata dallo stesso pontefice, che conosce bene il monsignore bresciano, già direttore della residenza di via della Scrofa dove Bergoglio abitava quando approdava a Roma da cardinale, e poi di Santa Marta, il residence scelto da Francesco come sua attuale dimora. Ricca è stato molto chiacchierato per presunte, intime amicizie maschili coltivate in passato. Così raccontò l’Espresso. Bergoglio lo ha difeso, chiarendo in una conferenza stampa sul volo che lo portava a Roma dal Brasile, che si era svolta un’investigatio previa. Da quell’indagine, assicurava, non era emerso nulla. La lettera del Papa riportata dal Messaggero si può quindi riferire ad un ridimensionamento del ruolo del prelato all’interno del Cda?

DA MALTA ALLO IOR PER CONTO DI FRANCESCO

In realtà nelle stanze del Consiglio di sovrintendenza si muove un’altra tonaca. Ancora una volta, non cardinalizia. È Alfred Xuereb (a destra nella foto) già segretario particolare di Francesco. Maltese, è membro dell’Ordine di Malta. Nel novembre 2013, Bergoglio lo aveva nominato suo delegato presso la Pontificia commissione referente sull’Istituto per le opere di religione che aveva lo scopo di approfondire alcuni aspetti dello Ior. La Commissione ha concluso la sua attività nel maggio 2014 e si è sciolta. Ma Xuereb è anche segretario generale della nuova Segreteria per l’economia. E in questa veste partecipa, senza diritto di voto, agli incontri del Cda della banca vaticana.

UN CDA SOLIDAMENTE CATTOLICO

Attualmente siedono nel Cda dello Ior sette membri. Questi sono: Michael Hintze, Scott C. Malpass, Georg Freiherr von Boeselager, Mary Ann Glendon, Javier Marín Romano e Mauricio Larraín. Presidente è Jean-Baptiste Douville de Franssu. Esponenti di spicco dell’economia mondiale e riconducibili a tre grandi organismi della Chiesa: Opus Dei, Cavalieri di Colombo e Cavalieri di Malta. In particolare, riconducibile all’Ordine di Malta è Georg Freiherr von Boeselager (fratello di Albrecht, da una settimana reintegrato Gran cancelliere dei cavalieri). Non sarebbe distante dall’antico Ordine lo stesso presidente del board, de Franssu.

LA NOTA DELLA SALA STAMPA DEL VATICANO

“A proposito di notizie diffuse oggi sullo IOR, si precisa che la Commissione Cardinalizia di Vigilanza è nel suo pieno esercizio. Il Santo Padre ha voluto rafforzare il ruolo della Commissione Cardinalizia come organo distinto e separato dal Consiglio di Sovrintendenza, come dispone lo statuto dell’Istituto. Papa Francesco ha chiesto che, a partire da quest’anno, le riunioni del Consiglio si svolgano separatamente da quelle della Commissione, per sottolineare la distinzione dei ruoli”.


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