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Perché i numeri del fondo Atlante di Penati fanno penare Intesa Sanpaolo, Poste Italiane, Ubi e Unipol

Quaestio , Alessandro Penati, Veneto Banca, Atlante

La matematica non è un’opinione, ma le opinioni sono matematiche? E’ la domanda birichina di qualche buontempone che circola nelle sale operative delle società di trading azionario. La domanda si basa su quello che il giornalista del Sole 24 Ore-Radiocor, Guido Maurino, ha sintetizzato su Twitter: “Quanto valgono 100 euro investiti nel fondo Atlante? Per Quaestio 100, per Deloitte 76, per Unicredit fra 20 e 40”.

LA QUESTIONE ATLANTE

Non sono numeri sparacchiati a caso o da giocare al Lotto. Infatti Quaestio Capital – perno del fondo Atlante presieduto da Alessandro Penati che guida anche la sgr Quaestio – per il momento ha deciso di non svalutare le partecipazioni di oltre il 99% in Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Eppure il valutatore indipendente Deloitte ritiene che siano stati già “bruciati” 850 milioni di euro rispetto ai 3,5 miliardi raccolti da Atlante.

COSA DICONO QUAESTIO E DELOITTE

La sgr presieduta dall’economista turbo-liberista Penati, basandosi sui dati di bilancio dei due istituti al 30 giugno quando “il patrimonio netto delle banche era significativamente superiore al valore dell’investimento complessivo effettuato”, nel dare un’indicazione del Nav (valore netto degli asset) a fine anno ha ritenuto che “non sussistano adeguati elementi per discostarsi da una valutazione al costo storico degli investimenti”, spiega una nota. Per questa ragione ogni quota è stata valutata 819.135 euro pari a complessivi 3,48 miliardi di euro. Il valutatore indipendente Deloitte, invece, ritiene – sottolinea Radiocor – che la quota si sia già svalutata del 24% rispetto al valore dell’investimento avvenuto nei mesi scorsi e indica una valore delle quote pari a 619.580 euro per complessivi 2,63 miliardi, ossia una perdita di valore di circa 850 milioni di euro.

LE PERDITE POTENZIALI

Un giudizio che comporterebbe una svalutazione del 24% rispetto al valore iniziale dell’investimento. In pratica significherebbe che, per quattro euro messi in Atlante, tutti gli investitori ne hanno perso uno. E quindi, considerando gli importi più rilevanti dei principali soci, Intesa avrebbe perso 202 milioni di euro; Cassa depositi e prestiti 180; Poste Vita 62,4; Ubi Banca 48; Compagnia di SanPaolo, fondazione Cariplo, Banca popolare di Milano, Banca popolare dell’Emilia Romagna e UnipolSai 24.

I PROSSIMI PASSI

La stessa Deloitte riconosce, comunque, la “significativa incertezza” nell’emettere un giudizio sulla valutazione. Allo stesso tempo – aggiunge Radiocor – Quaestio si impegna a una nuova valutazione non appena la situazione delle due banche venete e i bilanci 2016 saranno approvati. ‘In presenza di nuove informazioni oggettive – conclude la nota – la sgr richiederà parimenti a Deloitte Financial Advisory Srl di redigere una nuova valutazione indipendente, a supporto di una nuova valutazione delle quote del fondo’”.

COSA FARA’ UNICREDIT

Altri numeri si desumono da Unicredit, che ha in corso un aumento di capitale dopo aver annunciato i conti del 2016 e svalutato alcune poste di bilancio. A far la parte del leone dovrebbe essere proprio la svalutazione della quota detenuta dalla banca nel fondo Atlante, per cui l’istituto si è impegnato a mettere sul piatto fino a 845 milioni di euro, di cui 686 milioni già versati: secondo il Sole 24Ore, “la quota dovrebbe essere svalutata del 60-80% del valore originario”.


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