500 milioni disponibili e otto mesi per assegnarli. Sono questi i numeri del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda per il settore spaziale. “La Cabina di regia ha lavorato bene, ora il tema riguarda i tempi di attraversamento”, ha detto il titolare del Mise intervenendo all’evento che le riviste Airpress e Formiche hanno organizzato ieri a Roma.
LE RISORSE DISPONIBILI
“Oggi, abbiamo circa 360 milioni di euro nazionali e 140 regionali che insieme devono essere assegnati a una serie di progetti che sono stati identificati dal Piano operativo nazionale”, ha detto il ministro. Il processo di assegnazione dei finanziamenti di tali progetti è molto peculiare, spiega Calenda, “perché in realtà è a metà tra l’appalto per il finanziamento di infrastrutture pubbliche, e la compartecipazione dei privati allo sviluppo di un settore industriale”. Si tratta infatti di un approccio settoriale in contraddizione rispetto all’approccio orizzontale previsto dal Piano Industria 4.0 lanciato lo scorso dicembre proprio dal ministro Calenda.
UNA DIREZIONE PUBBLICA FORTE
“Da subito questo settore è stato un’eccezione”, ha sottolineano il numero uno del Mise. “La collaborazione tra Stato e imprese, e l’identificazione di obiettivi che sono ormai obiettivi essenzialmente europei, è talmente forte che non ha senso pensare a un ragionamento puramente orizzontale; bisogna invece articolare una strategia settoriale”. E questo “vale per lo spazio e per la difesa, due settori su cui un simile lavoro va fatto a partire da una direzione pubblica forte, che non vuol dire ignorare la presenza di attività imprenditoriali, ma che significa comunque una direzione pubblica forte”, ha aggiunto. Lo spazio, che risulta “una nicchia rimasta viva anche attraverso un processo di disingaggio dagli investimenti pubblici”, torna ad essere dunque “uno dei settori su cui abbiamo deciso di fare politiche settoriali nella strategia di specializzazione nazionale”.
LO SCOGLIO DEI TEMPI
Determinati i fondi, l’obiettivo resta la loro assegnazione in tempi rapidi. “La mia time-table indica otto mesi, ma il rischio che questi otto mesi si allunghino è molto significativo”. Per questo, Calenda ha predisposto “un gruppo di tecnici della mia segretaria tecnica, che rispondono solo a me, per seguire come project management tutto lo svolgersi del progetto”. È un sfida che il ministro sembra cogliere con fiducia: “È un test molto importante perché, al netto della difficoltà che abbiamo incontrato, abbiamo pianificato piuttosto bene, a partire dall’identificazione di progetti strategici, di filiere di intervento e poi a scendere su tutti gli strumenti e i mezzi”.
IL LIVELLO EUROPEO
Oltre al livello nazionale però, ne emerge con vigore uno europeo. “Non esiste una politica sullo spazio così come non esiste una politica sulla difesa che prescinda dai meccanismi che si mettono in moto in Europa”, ha spiegato Calenda. “Ci stiamo avviando verso un periodo dove il grado di integrazione europea, di alcuni e non di tutti i Paesi sulla dimensione esterna, difesa, migrazioni, e commercio, diventerà sempre più forte”. In questo, “l’Europa è già a due velocità, con livelli di integrazione asimmetrici che derivano dal fatto che ci sono Paesi che sono volenterosi e vogliono cooperare e Paesi che ci voglio arrivare più tardi; e noi – ha concluso il ministro – non possiamo più farci frenare da quelli che ci voglio arrivare più tardi”.