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Tutti i pacchiani sbuffi della Bundesbank contro la Bce di Draghi

Le aspettative del governo tedesco, in primo luogo quelle del ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, erano anche per quest’anno positive. Ci si attendeva – come negli anni passati – un consistente accredito da parte della Bundesbank. Ma quelle aspettative sono andate deluse. “Colpa della Bce e della politica monetaria di Mario Draghi“, concludono i media tedeschi all’unisono. Nel 2015 la Buba aveva conseguito un avanzo di 3,2 miliardi di euro, che quest’anno si è ridotto a 1 miliardo di euro. Il motivo sono accantonamenti per fondi pensione ed eventuali rischi connessi all’acquisto massiccio di titoli di Stato, come voluto dal quantitative easing della Bce. Quest’anno la Buba verserà dunque appena 400 milioni di euro nelle casse dello Stato, mentre Schäuble pensava di incassare, come negli anni passati 2,5 miliardi di euro.

Il quotidiano Die Welt aveva già annunciato ieri un attacco duro della Bundesbank in direzione Bce. E infatti il governatore Jens Weidmann ha puntato subito il dito contro Francoforte: “A generare l’attuale situazione sono stati soprattutto gli acquisti massicci titoli di Stato e l’imposizione di tassi di interesse negativi sui depositi bancari”.

Le critiche da parte tedesca nei confronti del quantitative easing voluto da Draghi per sostenere le economie più deboli dell’eurozona e metterle al riparo da speculazioni sono più che note. Una politica che ha fatto crollare gli interessi al punto da rendere il risparmio oneroso per il privato cittadino tedesco, come non mancano di sottolineare puntualmente i media tedeschi. Meno spesso viene invece sottolineato che proprio i bassi tassi di interesse sui titoli tedeschi hanno permesso a Schäuble di risparmiare considerevolmente in interessi sul debito pubblico tedesco. Un vantaggio del quale la Bundesbank è poco convinta tanto che, stando sempre a quel che scrive Die Welt, dovrebbe essere imminente la pubblicazione di uno studio realizzato dalla Banca federale tedesca, nel quale si elencano in dettaglio i veri rischi che la politica monetaria di Draghi ha portato con se.

Qualche anticipazione in proposito la dà comunque già il quotidiano tedesco. Il bilancio complessivo della Bundesbank è salito dal 2015 alla fine del 2016, da 1,01 bilioni a 1,39 bilioni di euro. La voce più importante è rappresentata dai titoli federali pari a 322 miliardi di euro, ai quali si aggiungono partecipazioni e covered bonds che le banche centrali dell’eurozona hanno comperato nel quadro di altri programmi di acquisti. L’ammontare di questi covered bonds è di 20,8 miliardi, mentre le partecipazioni nelle imprese di 65 miliardi di euro.

Si tratta di investimenti che ovviamente comportano dei rischi, non essendovi alcuna garanzia che tutti i creditori ripianeranno tutto il dovuto. Come spiega la Welt, mentre il Fondo Monetario Internazionale è tra i creditori quello che ha un diritto di precedenza, le banche centrali, Bundesbank compresa, non godono di questa via preferenziale. Ed è soprattutto tra le imprese che si temono i creditori più deboli, dunque quelli che costituiscono un rischio maggiore.

Ma il vero pericolo è un altro. Se la Bce dovesse cambiare strategia riguardo ai tassi di interesse, ciò potrebbe scatenare una reazione particolarmente forte sui mercati e, dunque, causare importanti perdite sul cambio. Alcuni economisti in Germania sono convinti che il basso costo del denaro abbia provocato una bolla speculativa. E se questa dovesse scoppiare, comporterebbe perdite per la Bundesbank (ma non solo) del 5 per cento. Il che su un valore complessivo di titoli per 322 miliardi di euro, non sarebbe un cifra da poco. Questa spiega perché la Bundesbank abbia deciso di aumentare a 15,5 miliardi di euro (+1,8 miliardi) il fondo accantonamenti.

Inoltre, prosegue l’articolo della Welt, ci sono le obbligazioni tedesche di medio termine (otto anni) che registrano interessi negativi. Gli interessi di quelle a due anni hanno raggiunto questa settimana il tasso negativo record dello 0,9 per cento. Dati che, in una anno elettorale importante, con un partito nazional-populista, l’Alternative für Deutschland (AfD), sul piede di guerra contro Bruxelles e l’euro, non aiutano certo.

Ma non solo di rischio si dovrebbe parlare, annota il sito di n-tv: “La Bce fino a oggi ha guadagnato con l’acquisto dei titoli di stato. L’eccedenza del 2016 è stata di 1,19 miliardi di euro, il che significa un più 111 milioni di euro rispetto al 2015. Questo utile viene distribuito – in rapporto al capitale versato – tra le 19 banche centrali dell’eurozona: il che vuol dire il 26 per cento va alla Bundesbank”.


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