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Alfredo Romeo raccontato da Alfredo Romeo. La biografia dell’imprenditore arrestato

consip, Alfredo Romeo

Novità giudiziaria nell’inchiesta Consip: l’imprenditore Alfredo Romeo attivo nel settore del global service anche nelle pubbliche amministrazioni è stato arrestato.

Corruzione nell’ambito dell’inchiesta su Consip, la società del ministero del Tesoro che si occupa di controllare e gestire gli appalti per il pubblico. E’ questa l’accusa con cui la Procura di Roma ha arrestato l’imprenditore di origini campane Alfredo Romeo. L’indagine che ha portato al provvedimento di custodia cautelare in carcere ai danni di Romeo è la stessa, partita da Napoli e arrivata a Roma, in cui sono stati iscritti nel registro degli indagati, seppur con ipotesi di reato diverse, il ministro dello Sport Luca LottiTiziano Renzi (il padre dell’ex premier), il generale Tullio Del Sette (comandante dei carabinieri) e il generale Emanuele Saltalamacchia (comandante dei carabinieri della Toscana).

Alfredo Romeo è stato arrestato dal comando Carabinieri tutela ambiente, dai militari dell’Arma di Napoli e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli. Eseguite anche alcune perquisizioni nelle abitazioni di altri indagati nell’ambito della stessa inchiesta. L’episodio contestato all’imprenditore campano è quella della presunta corruzione (per funzione) di Marco Gasparri, direttore Sourcing Servizi e Utility di Consip. Secondo gli inquirenti, il manager pubblico riceveva da Alfredo Romeo (indagato anche per associazione per delinquere) consistenti somme di denaro in cambio di informazioni privilegiate in grado di favorire le società di Romeo nell’assegnazione di alcuni bandi di gara. Gasparri, difeso dall’avvocato Alessandro Diddi, non è stato arrestato perché ha collaborato con gli inquirenti e ha fornito molti particolari utili al prosieguo delle indagini. L’inchiesta Consip è stata svelata dal Fatto Quotidiano il 22 dicembre dell’anno scorso.

Chi è Romeo? Ecco cosa si legge sul sito dell’imprenditore alla voce biografia e nel suo curriculum:

Alfredo Romeo, nato a Cesa (Caserta) l’1 marzo 1953, si è laureato in Giurisprudenza nel 1977 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II ed è iscritto all’Albo degli Avvocati di S. Maria Capua Vetere.

Dopo una breve esperienza come Direttore Generale e poi come Amministratore Delegato di una Società immobiliare fonda nel 1979 la Romeo Immobiliare, nel 1985 la società finanziaria Romeo Investimenti, nel 1989 la Romeo Gestioni e nel 2001 la Romeo Alberghi e la Romeo Partecipazioni costruendo così negli anni il Gruppo Romeo il quale, interamente posseduto dalla famiglia Romeo, rappresenta oggi la prima realtà in Europa nell’offerta di servizi integrati alla proprietà immobiliare.

Il modello di gestione integrata che la Romeo ha applicato agli immobili può con successo essere applicato ad ogni altra risorsa o processo. Ai clienti della Romeo viene offerta la possibilità di affidare ad un operatore specializzato non solo la semplice esecuzione di un servizio (manutenzione di un edificio o riparazione di una strada) ma la “centrale di governo” dell’intero processo di gestione e valorizzazione di un patrimonio o di un insieme di risorse, garantendo il risultato complessivo di stabilizzazione e di ottimizzazione dei rendimenti attesi.

Nel 2004 Alfredo Romeo è stato premiato da Epic “per aver introdotto in Italia il modello di gestione dei servizi immobiliari e contribuito in misura determinante alla modernizzazione del mercato”. La comunità del real estate ha riconosciuto così il carattere ed il ruolo di innovatore di Romeo, un imprenditore napoletano che della apertura di spazi di nuovi business ha fatto il suo “know how” in oltre 25 anni di carriera.

Con un’inalterata scelta di fondo: la gestione unitaria dei servizi al territorio. Fin da quando, nel 1979, da giovane avvocato napoletano, fondava una impresa immobiliare e iniziava a provocare le pubbliche amministrazioni sostenendo che occorreva privatizzare la gestione dei patrimoni immobiliari pubblici e si candidava a un ruolo da protagonista.

Né i Comuni né lo Stato sapevano molto dei loro patrimoni e la gestione era quanto meno caotica. L’idea del giovane immobiliarista sembrò stravagante, temeraria: tanto più che non esisteva neppure un quadro giuridico per affidare a un privato tutte le attività di regia e di gestione di un patrimonio pubblico, quadro giuridico che è stato introdotto solo nel ’92 in Europa e nel ’95 in Italia.

Tra coloro che ascoltavano, seppur tra mille scetticismi e perplessità, il Comune di Napoli accolse la provocazione o, forse, cercava solo una strada per uscire dal caos. Palazzo San Giacomo nel 1989 lanciò per primo una gara per catalogare e gestire l’immenso patrimonio immobiliare comunale, da poco aumentato con le case costruite nell’emergenza del dopo terremoto. Romeo partecipò alla gara, vincendola, e nacque la Romeo Gestioni.

Inizia così la storia di un’impresa e della conquista di un mercato, la gestione dei patrimoni immobiliari pubblici, con grandi prospettive di espansione ma Alfredo Romeo non perde il vizio di provocare le pubbliche amministrazioni aprendo nuovi spazi di mercato: il Global Service per la gestione dei servizi negli immobili ad uso ufficio, le dismissioni e le cartolarizzazioni immobiliari, i censimenti dei beni demaniali non edificati, la gestione delle multe, il City global, la gestione dei patrimoni stradali.

Oggi Romeo Gestioni è tra le più innovative società europee di gestione di patrimoni e servizi immobiliari (e non solo), con un fatturato di 130 milioni di euro, un margine operativo di 39 milioni, 715 committenti pubblici e privati tra cui, dopo Napoli, i comuni di Roma, Milano, Venezia, Firenze, gli enti previdenziali Inps, Inpdap e Inpdai, le università di Bari e Caserta, il Palazzo di Giustizia di Napoli, diverse Regioni, l’Agenzia del Demanio, i Ministeri dell’Economia, degli Interni, della difesa, delle Infrastrutture, il Quirinale, la Corte dei Conti, il Consiglio di Stato, le Autorità per la Privacy, per i lavori pubblici, per le telecomunicazioni e persino Palazzo Chigi, di cui Romeo stava diventando socio in un’impresa pubblico-provata che avrebbe dovuto gestire tutte le attività di supporto alla Presidenza del Consiglio.

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