La rilevazione di marzo dell’Osservatorio Lorien evidenzia come a fronte di un’economia italiana che fatica a ripartire, la Fiducia nel Futuro riesce tutto sommato a mantenere un trend parzialmente positivo.
Gli italiane e l’UE: oltre un terzo è euroscettico, l’UE è considerata un’opportunità mancata
Il 38% degli italiani oggi si definisce euroscettico, il dato è in lieve crescita (+3%) rispetto alla corrispondente rilevazione di due mesi fa. Fratelli d’Italia, in maniera ancora più marcata della Lega Nord, gli elettori del M5S e della Sinistra estrema (comunista) sono i partiti con gli elettorati che i definiscono maggiormente euroscettici.
Nonostante l’elevato euroscetticismo degli italiani essi non ritengono che il progetto di integrazione debba essere abbandonato: il 76% ne auspica un rilancio e due terzi degli italiani pensa che l’Europa possa nuovamente assumere un ruolo internazionale di primissimo piano.
La proposta di un’Europa a più velocità sembra essere una soluzione abbastanza promettente secondo gli italiani. Tuttavia, con numerosi Paesi che si apprestano al voto (primi fra tutti Olanda, Francia e Germania) l’ascesa ormai consolidata dei partiti euroscettici e sovranisti rischia di modificare indelebilmente i futuri assetti europei. L’Europa rappresenterà dunque un importante fattore di divisioni politiche del prossimo futuro, fino ad assumere la rilevanza di nuovo terreno dello scontro politico nazionale.
Accanto a questo scenario generale il Governo Gentiloni si è assestato fin da subito su valori di gradimento estremamente negativi, ma dopo l’avvio difficile si è avvicinato molto ai livelli di Renzi dell’ultimo anno, inserendosi in un’ottica di continuità.
Nonostante il terremoto politico interno al PD, le difficoltà (romane) del M5S, la situazione politica in termini di intenzioni di voto rimane comunque piuttosto cristallizzata. L’aumento dell’offerta amplia solo leggermente la platea degli italiani che dichiarano di voler votare per un partito o movimento politico.
L’indeterminatezza politica di questa fase e il posizionamento incerto di molte forze politiche in termini di alleanze, nonché le incognite su quali saranno le regole del gioco alle prossime elezioni politiche (legge elettorale), fanno si che una quota minore di cittadini prenda posizione in favore di qualche partito: i bacini potenziali di pressoché tutte le forze politiche sono in calo. Più forte, in questa fase, il calo del PD che perde una quota di elettori orientati anche alle nuove forze politiche.
Singolarmente, il nuovo partito uscito dalla scissione (Articolo 1, Movimento dei Democratici e Progressisti) potrebbe avvalersi di un bacino potenziale massimo dell’8,7% (sul totale degli italiani), ma che per la maggior parte risulta ora sovrapposto a quello del PD, così come il bacino di Campo Progressista di Pisapia con un potenziale dell’8,5%.
Lo scenario attuale, dunque, è ancora di tipo tripolare e nuovamente sarà la legge elettorale a disegnare e profilare lo scenario politico, definendone le regole del gioco (ovvero favorendo la ricomposizione piuttosto che la scomposizione e la frammentazione). Oggi assistiamo alla ri-creazione di numerose micro-identità, alla voglia di ancorarsi a vecchie e nuove ideologie per darsi una ragion d’essere. Si può dire ancora poco sul prossimo futuro politico del Paese, certamente non si profila un voto a breve perché tutte le forze (o quasi) necessiteranno del tempo per riorganizzarsi secondo le nuove regole.