Gli addetti ai lavori parlano di “transizione verso un mix energetico sostenibile”, evidenziando come il Mediterraneo nel nuovo ruolo di hub europeo del gas sia uno dei principali driver per raggiungere l’obiettivo di un’economia low carbon. D’altronde, se entro il 2035 la domanda energetica è destinata ad aumentare del 30%, occorre attrezzarsi per fornire una risposta adeguata e al contempo sostenibile.
Di questi temi e della capacità delle società energetiche di rimodellarsi per fronteggiare mutamenti e volatilità del mercato si parlerà alla 13° edizione dell’Offshore Mediterranean Conference (OMC), l’evento bilaterale dedicato agli operatori dell’upstream in programma da oggi fino a venerdì 31 marzo a Ravenna.
CHI CI SARA’ ALL’OMC
Oltre 650 espositori, 1.300 delegati dai principali Paesi produttori (Europa, Nord Africa, Medio Oriente e Africa Subsahariana), 30.000 mq di superficie: sono i numeri dell’edizione da record dell’OMC che sarà inaugurata domani, mercoledì 29 marzo, dal ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda all’interno della sessione dal titolo “Transizione verso un mix energetico sostenibile: il contributo dell’oil&gas”. Insieme a Calenda, saranno presenti nel capoluogo romagnolo i ministri delle risorse energetiche di Egitto, Iraq, Cipro, Libano e Grecia, insieme al ceo di Eni Claudio Descalzi e al ceo di Edison Marc Benayoum.
Per quanto riguarda Calenda, va detto che in Emilia-Romagna il ministro può contare su un certo seguito nel mondo offshore, dato che è stato lui a portare a termine l’accordo siglato con la Regione per coniugare le giuste esigenze ambientali e di tutela dell’indotto turistico con le istanze economico-industriali delle estrazioni offshore per la ricerca e coltivazione di idrocarburi (qui l’approfondimento di Formiche.net).
OBIETTIVO ENERGIA SOSTENIBILE
“L’Italia sta finalizzando l’aggiornamento della strategia clima-energia, che risulterà nella Sen 2017 (Strategia energetica nazionale), quale strumento per definire le priorità di azione, gestire il ruolo chiave del settore energetico nell’ambito della crescita sostenibile, tenendo conto dei nuovi obiettivi europei del Clean Energy Package e mirando a traguardare obiettivi sempre più sfidanti”. Sono le parole pronunciate dal direttore generale per la sicurezza ambientale delle attività minerarie ed energetiche del Mise, Franco Terlizzese, in occasione della presentazione ufficiale dell’OMC 2017. Secondo Terlizzese, la Sen è centrata sulla decarbonizzazione” e il comparto industriale dell’oil&gas “può essere uno di quelli che guideranno questo cambiamento e che, con le imprese di avanguardia nel settore che esistono in Italia e nel mondo, può portarci a raggiungere gli obiettivi fissati da Europa e Italia al 2030 e al 2040 e che stabiliremo nella Strategia”.
Gli ha fatto eco il presidente della kermesse, Innocenzo Titone, sottolineando come la manifestazione ravennate sia “da sempre attenta e sensibile all’evoluzione dello scenario energetico internazionale e si conferma l’evento più importante di tutto il bacino del Mediterraneo. Si affrontano temi di maggiore attualità: transizione verso un mix energetico sostenibile, l’importanza di un nuvo hub di gas nel Mediterraneo per la sicurezza di approvvigionamento in Europa, gli interventi per avviarci verso un’economia a basso contenuto di carbonio”.
A RAVENNA GLI STATI GENERALI DELL’OIL&GAS
Il consigliere regionale del Pd Gianni Bessi, autorevole voce in campo energetico, ha spiegato a Formiche.net che l’edizione di quest’anno dell’OMC può essere considerata come “gli stati generali dell’oil&gas”. Collegandosi a quanto detto dal chairman di OMC Titone, Bessi ha evidenziato come il gas naturale debba rappresentare l’elemento centrale delle nuove politiche energetiche italiane, essendo chiamato – in qualità di combustibile fossile più sostenibile – a guidare la transizione verso un’economia a più basse emissioni di carbonio. “Quali sono le virtù che fanno preferire il gas alle altre fonti? – si è chiesto Bessi – Intanto è davvero estraibile a‘km zero, perché in Italia abbiamo ancora tanti giacimenti da sfruttare, a cominciare da quelli in Adriatico. In secondo luogo questa transizione soft, sostenuta dal mix gas-rinnovabili, ci porterebbe al pieno utilizzo di queste ultime senza massacrare il nostro sistema industriale dell’oil&gas. Che, ricordiamolo, è fatto di imprese cutting edge dove operano migliaia di lavoratori con profili professionali di livello internazionale”.