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Chen Feng, tutti gli affari del buddista comunista che si è pappato Forbes

Niente si fa per caso. Lo sanno bene i cinesi. È nella loro filosofia della famosa goccia che rompe piano piano il guscio della noce. L’ultimo assalto al simbolo del capitalismo americano è l’acquisto del magazine Forbes, proprio quella rivista dedicata “agli affari e a chi li fa”, come recita il claim che la ha resa famosa in tutto il mondo, a partire dalla classifica dei paperoni di tutto il globo.

L’attacco è arrivato dall’ex ufficiale di aviazione Chen Feng, oggi proprietario della Hainan Airlines, la più grande compagnia aerea privata della Cina e la quarta per numero di aerei in flotta che possiede anche quote azionarie dei principali vettori low cost in Turchia, Francia e Russia. Buddista e soprattutto uomo del Partito comunista cinese tanto da sedere nel Comitato Centrale per volere del presidente Xi Jinping. Molto legato al faccendiere ungherese George Soros il suo nome è venuto alla ribalta nelle cronache italiane quando si è paventato di un possibile ingresso dei cinesi nella As Roma di Francesco Totti e Luciano Spalletti.

Ma non è il calcio il suo principale interesse. La sua espansione nel regno americano è avvenuta per gradi. Il miliardario Feng ha mani in pasta negli Hotel Hilton (possiede il 27%), ha una quota rilevante nella Carlson la finanziaria che gestisce l’altra catena alberghiera Radisson. Non beve, non fuma è una sorta, scrivono i suoi biografi, di replicante vivente del manuale di Sun Tzu l’Arte della guerra. Al punto che una massima del famoso libro pare sia proprio entrata nel suo Dna: Quando ti muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna”.

A ben vedere è quello che mister Feng ha messo in atto proprio con Forbes. È stato molto rapido a capire che la rivista aveva necessità di nuovi finanziatori. Perché nonostante una piattaforma web da 28 milioni di utenti la Integrated Whale Media, la società che controlla con una quota del 95% la rivista, ha bisogno di nuovi capitali.

Ecco quindi pronta l’offerta per rilevare la quota di maggioranza: circa 400 milioni di dollari come ha scritto nella sua esclusiva il New York Times raccontando l’intera vicenda. Una prova di forza “maestosa come la foresta” che ha messo in imbarazzo sia gli eredi di Forbes sia i manager della Integrated Whale Media che non hanno voluto commentare la notizia.

Per Reuters la strategia di Feng è chiara e si inserisce in una cornice più ampia che è quella di irrompere nel circuito di comunicazione americano per modificarne il tessuto e orientare gli stessi americani in modo positivo verso l’epopea cinese.

Basta ricordare ad esempio come lo scorso anno China Central Television, la più grande rete televisiva del Paese, ha lanciato una nuova piattaforma globale dei media per diffondere la comunicazione cinese negli States. Non è quindi soltanto un’operazione di business.

D’altra parte è stato lEconomist a sottolineare per primo che la recente espansione di un altro gruppo, quello Wanda nel campo cinematografico, è avvenuta grazie al sostegno del presidente Xi Jinping che sta puntando a migliorare l’immagine della Cina nel mondo: da Paese emergente a Paese dominante dell’economia e degli scenari geopolitici. E l’industria cinematografica, insieme a quella televisiva, è quella che meglio può far da traino diretto a questo obiettivo del leader cinese.

Non è un caso, ad esempio, che il primo film coprodotto dai cinesi in America è stato il kolossal d’avventura The Great Wall, in grado di “rivelare la leggenda dietro a un grande mistero del nostro tempo”: come è stata creata la grande Muraglia Cinese con un cast stellare composto da Matt Damon e Willem Dafoe ai cinesi Andy Lau e Wang Junkai.

Adesso è l’ora di Forbes con la comunità d’affari di New York che sta alla finestra. Perché i grandi capitali adesso stanno a Pechino e nonostante all’apparenza la nuova amministrazione di Donald Trump abbia messo all’indice la Cina perché “gli americani vengono prima” è difficile fermare l’ondata gialla. Da tempo la goccia cinese sta rompendo il guscio americano della noce. E fermarlo è una missione quasi impossibile.

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