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Grow, ecco come la Luiss Business School costruisce la leadership femminile

Prende il via il tavolo di lavoro sul progetto Grow – Generating Real Opportunities for Women con cui la Luiss Business School promuove la leadership al femminile. In un evento che si è svolto – non a caso – l’8 marzo a Roma nella sede Luiss di viale Romania, è stato dato formale avvio al piano d’azione definito l’11 novembre 2016. Si tratta di un programma di alta formazione per le studentesse e future allieve dei master della Luiss Business School che mira a valorizzare le competenze e la crescita professionale delle donne incoraggiandole e sostenendole perché diventino parte integrante della classe dirigente del futuro prossimo, con opportunità “concrete” che servono non solo alle ragazze di oggi per realizzare le proprie ambizioni professionali ma all’intera società ed economia per evolvere verso un sistema più giusto perché inclusivo.

GLI STRUMENTI GIUSTI ALL’UNIVERSITÀ

“La presenza, in questo odierno contesto, di affermate professioniste è un chiaro segnale di quanto le donne siano sempre più consapevoli delle proprie capacità, degli obiettivi di carriera ma anche della necessità di aiutare le giovani a crescere e ad inserirsi a pieno titolo e con forti aspettative nella vita economica ed istituzionale del Paese”, ha dichiarato Paola Severino, Rettore Luiss, aprendo i lavori. “Dotarsi di strumenti giusti fin dai primi anni di università aiuta ad orientare con equilibrio e consapevolezza le aspirazioni di vita professionale e personale delle nostre allieve” .

“In Italia sempre più donne occupano posizioni di rilievo nel mondo delle imprese”, ha indicato il Direttore Generale Giovanni Lo Storto. “Un trend quelle delle donne manager, di cui la Luiss Business School è testimone. Le allieve hanno infatti superato i colleghi uomini, e rappresentano ad oggi il 55% dell’intera popolazione studentesca. Numeri che ci indicano l’interesse sempre più spiccato delle donne ad emergere nel mondo del lavoro, e a migliorarsi con una formazione di livello”.

“Grow è la risposta della LUISS Business School alla sfida di formare una classe dirigente inclusiva, bilanciata e dinamica nel rispondere alle trasformazioni sociali. In questa prospettiva, supportare la crescita delle donne diventa un progetto strategico e determinante”, ha affermato Paolo Boccardelli, Direttore Luiss Business School.

QUANDO UNA DONNA DECIDE DI CAMBIARE

Coordinato da Luisa Todini, Presidente di Poste Italiane e presidente del Comitato Direttivo, Grow vuole testimoniare il continuo impegno della Luiss Business School nella promozione della leadership in rosa perché “generare opportunità per le donne vuol dire generare opportunità per l’intera società”, ha sottolineato la Todini. “Quando una donna decide di cambiare, tutto intorno a lei cambia”, ha detto l’attivista messicana Eufrosina Cruz Mendoza citata dalla presidente di Poste; allo stesso modo “Grow vuole far cambiare le cose intorno a noi con un programma articolato su più elementi i cui capisaldi sono il mentoring e il networking, cioè la capacità di fare rete e passare competenze. Grow è un contenitore di iniziative, con percorsi trasversali di formazione e di supporto alla carriera delle studentesse della Luiss Business School”.

IL VALORE DELLE COMPETENZE FEMMINILI

Sponsor, ma anche parte attiva del progetto è Sas, l’azienda internazionale del software per business analytics. E l’analisi dei dati e formazione di data scientist è uno dei pilastri di Grow. “Non si tratta di una materia arida”, ha sottolineato Marco Icardi, regional vice president Sas: “al contrario, le donne possono dare un apporto unico all’analisi dei dati, che è il fondamento di tanti settori industriali e commerciali e che ha bisogno di intelligenza e creatività. Il dato non ha valore se non siamo capaci di interpretarlo e utilizzarlo per fare business o creare servizi intelligenti”. “SAS crede nelle competenze delle donne e nella formazione di skill digitali: non a caso organizziamo corsi di digital learning, per studenti e clienti”, ha continuato Icardi. “In Italia e in tutto il mondo i professionisti come i data scientist sono scarsi. Gli analytics sono un’incredibile opportunità di crescita professionale e hanno bisogno delle capacità e competenze femminili”.

CHI SONO LE LEADER DI OGGI…

L’evento ha ospitato una tavola rotonda, moderata da Antonio Polito, vicedirettore Corriere della Sera, che ha visto protagoniste, ovviamente, le donne. Donne manager, donne soldato, scienziate, letterate, mamme.  Marina Catena, Portavoce World Food Programme, ex studentessa Luiss, che ha svolto il ruolo di peacekeeper in territori diversi prima come civile per le Nazioni Unite poi come parte dell’Esercito Italiano (Riserva Selezionata), ha raccontato quale ruolo unico una donna può svolgere nelle odierne guerre asimmetriche, nel mediare tra mondo militare e civile, nel contribuire a operazioni di intelligence. “E’ l’empatia, la capacità di fare squadra e parlare agli altri, che distingue le donne”, ha sottolineato Marina Catena.

Le donne devono prendere coscienza del proprio valore, ha dichiarato Simonetta Iarlori, chief operating officer Cassa Depositi e Prestiti. Ma ovviamente conta molto anche la capacità delle organizzazioni di intervenire per sostenere lo sviluppo professionale del personale femminile: aziende che, come Cdp, sanno puntare sulla formazione e sul sostegno alla crescita.

Molte donne, infatti, sono portate a rinunciare alla carriera per avere una famiglia. L’equilibrio tra vita privata e lavorativa è più difficile per le donne. “Occuparsi della famiglia, se questo è parte delle ambizioni di una donna, è non solo una responsabilità personale ma anche della società, delle aziende e delle istituzioni”, ha affermato Nicoletta Luppi, president and managing director Msd Italia. “Deve crearsi un ecosistema favorevole alla realizzazione completa della persona, nella sfera privata e professionale”.

Si tratta di lavoro flessibile per tutti, non di “lavora da casa tu che sei donna”, ha chiarito Valeria Pardossi, HR director Med EY. “Il Global Gender Gap Report 2016 del World Economic Forum ha calcolato che ci vorranno 170 anni per colmare il divario di genere nella partecipazione al lavoro e ai posti di comando. Le iniziative per promuovere la leadership femminile servono a tentare di ridurre questo tempo inaccettabilmente lungo”.

È anche sulla retribuzione che occorre agire, ha sottolineato Patrizia Rutigliano, Executive Vice President of Government Affairs, Corporate Social Responsibility and Communication Snam: “Il pay gap è reale e non riguarda tanto le donne al vertice quanto le donne nalla ‘fascia media’: è qui che le donne ricevono meno opportunità di salire nella fascia alta ed è qui che il divario salariale si allarga”.

…E CHE COSA DICONO ALLE LEADER DI DOMANI

Per cambiare la società in cui viviamo e fare in modo che le donne abbiano realmente uguali opportunità rispetto agli uomini occorre un insieme di fattori. Il legislatore e il governo possono intervenire, le aziende e le università, come quelle che si sono incontrate per il progetto Grow, fanno la loro parte. Ma anche la società deve assumere una mentalità diversa, a partire dagli uomini che, come ha detto Polito, sono chiamati a coprire “l’ultimo miglio”: allacciare quell’ultimo fondamentale anello che concretamente “accende” il cambiamento in un paese come il nostro con una bassa partecipazione femminile al lavoro (47%), meno del 30% di donne nei Cda, e solo il 22% di donne professore ordinario nelle università.

Un ruolo nel raggiungimento dell’equilibrio di genere è affidato però alle donne stesse. Che tante volte sono le prime a non credere, spesso per un retaggio culturale o familiare, di poter fare ciò che fanno gli uomini o, in generale, ciò che desiderano, e che guardano alle donne che “ce l’hanno fatta” come ad eccezioni, poche fortunate eroine dai super-poteri che sono riuscite a saltare qualunque ostacolo e spiccare il volo mentre indietro restano le “altre” donne, quelle che vedono se stesse come incapaci anche solo di camminare da sole.

Le panelists dell’evento della Luiss Business School non sono state avare di consigli per le donne che vogliono saltare quegli ostacoli. “Accettate percorsi di carriera che sono per voi una sfida”, ha detto Patrizia Rutigliano. Cambiare città, viaggiare, imparare nuove competenze, è questo che fa crescere. “Bisogna saper cogliere le opportunità appena si presentano, non lasciarle sfuggire. A qualunque età”.

“Credete in quello che siete e volete e non arrendetevi di fronte alle difficoltà. La leadership declinata al femminile non significa mors tua vita mea, noi donne possiamo crescere senza dimenticare il lavoro di squadra”, ha affermato Nicoletta Luppi.

“Esercitatevi alla leadership”, ha ammonito Valeria Pardossi: “Non è certo una capacità solo maschile! Mi dite: io sono vice-presidente nella mia organizzazione, e io vi chiedo: perché non la presidente?”.

“Scegliete la strada più difficile”, ha detto Marina Catena. “Non abbiate paura di dover fare dei sacrifici. E non sottovalutate il valore del multitasking in cui noi donne siamo così brave: chi sa fare sa anche comandare”.

“Fatevi guidare dalla passione nelle vostre scelte”, secondo Simonetta Iarlori. “Parlate, dite quello che pensate nelle discussioni, osate. Però aggiungo: non dimenticate la professionalità. Va bene essere ambiziose e coraggiose, ma dovete essere anche competenti”.


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