In Campania il digitale sembra dare segni di riscossa. Nell’Osservatorio sull’Innovazione Digitale di EY gli indici generali di potenzialità economica posizionano la regione guidata da Vincenzo De Luca al terz’ultimo posto (davanti solo a Sicilia e Calabria), mentre l’indicatore complessivo di innovazione digitale la posiziona un po’ più in alto, al 15° posto.
Questo ruolo del digitale si verifica però non tanto come innovazione digitale di tutte le imprese, ma come nascita e crescita graduale di un nucleo di imprese innovative che è ancora piccolo, ma è destinato a crescere nel tempo.
In dettaglio, infatti, gli indicatori mostrano che il sistema delle imprese nel complesso appare abbastanza tradizionale, con tassi di informatizzazione e di adozione delle tecnologie “basic” (disponibilità e uso di PC, sito web, ecc.) tra i più bassi in Italia. Anche la spesa in ICT delle imprese e le competenze digitali all’interno delle imprese appaiono fortemente in ritardo (specialisti ICT all’1,5% rispetto alla media italiana del 2,2%).
Tuttavia vi sono indicatori che mostrano la capacità di innovazione di un nucleo di imprese: i dati sulle start-up innovative (ancora numericamente basse, ma la Campania è la 3a Regione per crescita delle start-up innovative nell’ultimo anno), sulla natalità delle imprese nei settori ad alta intensità di conoscenza (2a Regione in Italia), dei brevetti ICT, dell’export ICT, sull’utilizzo delle tecnologie di frontiera come il cloud computing (6a posizione in Italia), indicano che si sta rafforzando un nucleo di imprese dinamiche.
Il mercato dei consumatori digitali è ancora debole (la Campania ha il più alto numero in Italia di famiglie che non hanno mai usato Internet (37% rispetto a una media del 28%), e la diffusione dei servizi transattivi – eCommerce, home banking, servizi PA – è molto bassa), ma la popolazione campana, notoriamente tra le più giovani in Italia, usa già molto meglio del resto d’Italia i Social Network, lo streaming video, sa creare e caricare contenuti in rete (al 2° posto per cittadini che sanno creare una pagina web e che sanno usare il peer to peer), e così via, mostrandosi già pronta sui nuovi usi della Rete, e dando così motivo di speranza per il futuro.
Infine, un accenno alle politiche, che sembrano dare qualche buon frutto: la copertura ultrabroadband fissa è tra le più alte in Italia (la Campania è stata tra le prime Regioni ad avviare i bandi pubblici per la banda ultra larga negli anni scorsi) e i confortanti dati sulla crescita delle start-up sono da collegarsi alle iniziative regionali in materia, tra le più dinamiche in Italia.
I dati sul ritardo delle PA campane sull’eGovernment e sulle smart cities indicano invece aree su cui si dovrebbero concentrare le iniziative politiche al fine di proseguire nel faticoso percorso di recupero del gap con il resto del Paese.
A commentare i dati di EY il ceo di Innovaway Antonio Giacomini e il vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani e numero uno di Cia Campania Alessandro Mastrocinque.
“I dati del rapporto- dichiara il ceo di Innovaway Antonio Giacomini- ci dicono che la situazione della Campania è una situazione in chiaroscuro, con eccellenze combinate a ritardi strutturali. Lo scenario però non è del tutto negativo: il fatto di avere accumulato ritardi nell’innovazione può essere superato con le nuove tecnologie e con il cloud, che consentono curve di adozione più rapide e anticipo dei risultati. E’ comunque sempre fondamentale identificare il partner in grado di offrire servizi qualificati per accompagnare le aziende nel percorso verso la Digital Transformation.”
“La transizione verso il modello 4.0 non riguarda solo l’industria manifatturiera – sottolinea il vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani e numero uno di Cia Campania Alessandro Mastrocinque – ma anche l’agricoltura: dai sensori che monitorano lo stato di salute degli animali o delle piante fino ai Gps che mappano gli appezzamenti di terreno, i dispositivi intelligenti che dialogano grazie alla rete sono il principale volano per aumentare il valore della produttività delle imprese agricole. Per questo i dati dell’Osservatorio, che vedono la Campania sotto la media nazionale per tasso di digitalizzazione e, in particolare, solo diciannovesima per innovazione nella pubblica amministrazione ci preoccupano moltissimo. Anche perché senza digitalizzazione non c’è semplificazione. Già prima l’approvazione del nuovo Programma di Sviluppo Rurale – afferma infine Mastrocinque – Cia Campania ha proposto alla Regione l’adozione di una Carta di identità digitale aziendale, un processo di digitalizzazione dell’intera documentazione oggi richiesta agli agricoltori (il “Fascicolo aziendale” e il “Quaderno di campagna”) e uno Sportello digitale, una procedura di gestione per le domande di finanziamento basata esclusivamente sull’invio della documentazione in formato digitale”.