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Ieo di Veronesi, cosa è successo fra Intesa Sanpaolo e Mediobanca

Carlo Messina intesa sanpaolo

Scontro al calor bianco tra Mediobanca e Intesa Sanpaolo anche nella sanità. Sullo Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia di Umberto Veronesi, e la tanto vociferata fusione con l’Humanitas di Gianfelice Rocca e del Gruppo San Donato, è arrivato un primo “stop” che sembra essere definitivo. L’assemblea dei soci dell’Istituto Europeo di Oncologia ha infatti respinto la proposta di acquisizione formulata dai gruppi ospedalieri Humanitas e San Donato. Il futuro della creatura di studio, ricerca e cura creata da Umberto Veronesi non si legherà dunque a Gianfelice Rocca e alla famiglia Rotelli, sostenuti nel progetto da Intesa guidata dall’ad, Carlo Messina (nella foto). I vertici della struttura ospedaliera che sorge a Milano sembrano così essersi riallineati alla posizione di Mediobanca capitanato dall’ad, Alberto Nagel, da sempre contraria alla vendita dell’Istituto e proiettata più verso l’approfondire e perfezionare l’Istituto ricorrendo a un advisor internazionale.

Ma facciamo un passo indietro. La proposta di fusione da parte di Rocca e Rotelli risale al 17 gennaio scorso. Sul piatto una cifra di circa 250 milioni di euro. Una cifra esigua se paragonata ad altre operazioni del calibro della fusione dello Ieo e condotte a livello internazionale. Tra i dubbi dei diciannove soci dello Ieo vi era l’eventuale perdita del modello no profit dell’Istituto di Umberto Veronesi. Secondo infatti lo statuto dell’Istituto, tutti gli utili creati non vengono divisi tra i soci ma reinvestiti in ricerca. Al cento per cento. Un modello diverso dall’Humanitas, nota per essere, oltre che un colosso della sanità, anche un’importante realtà imprenditoriale. 

Ora, il primo alt dell’assemblea dei soci dell’istituto di oncologia. A vincere, dunque, è stata la linea di Mediobanca, azionista principale dell’Istituto con circa il 15 per cento di quote. “Mediobanca ha fatto una proposta e questa è stata approvata: di fatto è stato un no alla proposta con una maggioranza risicata tra il 51 e il 52%” ha spiegato Gualtiero Brugger, consigliere e socio dello Ieo. Brugger ha anche aggiunto che “la proposta di Mediobanca è quella di approfondire il perfezionamento del modello attuale dell’Istituto di Oncologia grazie all’aiuto e al supporto di un advisor internazionale che dica se è adeguata l’impostazione dello Ieo e del Monzino”, e quindi, di fatto, chiudere ogni ipotesi di cessione del centro. 

Certa rimane, invece, l’intenzione di ampliare i laboratori di ricerca dell’istituto fortemente voluto da Veronesi e di mantenere la convenzione stipulata con l’università degli Studi di Milano grazie a cui molti docenti del polo universitario meneghino sono anche primari di reparto allo Ieo. Accanto a loro e ai loro studenti, però, dovrebbero arrivare nuovi ricercatori da reclutare attraverso bandi specifici a livello internazionali. 

Nel corso dell’ultima assemblea dei soci, oltre alla proposta di Mediobanca, è stata attentamente esaminata anche una proposta avanzata da Unicredit. Il piano della banca che oggi ha sede a Milano in piazza Gae Aulenti non è stata però approvata dai soci. Nel dettaglio, la proposta di Unicredit aveva un carattere più morbido. Da una parte chiedeva infatti di soprassedere all’offerta avanzata da Rocca e dalla famiglia Rotelli, senza bocciarla. Dall’altra convergeva con la proposta di Mediobanca e consigliava la ricerca di un advisor internazionale per un’analisi dei modelli dei due istituti. Tra i soci che avrebbero portato a respingere l’offerta di una fusione dei poli Ieo e Humanitas con il 51,5 per cento dei voti, anche Pirelli e Rcs MediaGroup. Contrari, invece, Intesa SanPaolo che da subito si era schierata a fianco di Rocca e della famiglia Rotelli. 

I soci, come si legge da una nota emanata dallo Ieo, hanno deliberato così di non dare seguito all’offerta non vincolante d’acquisto da parte dei gruppi di Rotelli e Rocca. Solo il 3 marzo scorso, Rotelli e Rocca avevano scritto una lunga lettera ai vertici dello Ieo in cui spiegavano come “abbiamo avvertito da parte di alcuni la percezione che la cultura di “società di capitali” possa non essere adatta a dare continuità ai valori fondanti di istituzioni come Ieo e cardiologico Monzino, oltre al timore che la ricerca possa essere penalizzata, piegandone la libertà ad aspettative di ritorni di breve periodo”. “Questo non è il nostro obiettivo. Siamo consapevoli che un progetto come quello che proponiamo richieda un ampio consenso e per questo siamo disposti a soprassedere alla nostra originaria manifestazione d’interesse, e vi chiederemmo di fare lo stesso, al fine di avviare insieme un percorso di approfondimento dell’intero progetto, da effettuare con il supporto di un consulente strategico internazionale che abbia accesso alle informazioni di carattere scientifico anche di Humanitas e San Donato”. “Siamo fortemente interessati a prendere in considerazione un’acquisizione non totalitaria di Ieo e cardiologico Monzino, sulla base di criteri valutativi condivisi, che preveda il coinvolgimento in ciascuna di esse degli attuali soci che desiderino partecipare al futuro di queste due grandi istituzioni”. Nemmeno l’ingresso come soci di minoranza ha però convinto i vertici dello Ieo che, al termine dell’assemblea, ieri hanno annunciato che per ora “l’ingresso di nuovi soci non è previsto”.



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