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Ecco come l’Osservatore Romano bacchetta (ancora) Donald Trump

Giovanni Maria Vian

Il nuovo ordine esecutivo sull’immigrazione firmato Donald Trump si è guadagnato l’apertura dell’Osservatore Romano in edicola. E non occorre chissà quale acume per capire che al quotidiano ufficioso della Santa Sede non piace. Criticato il primo, non è meno contestato il secondo. Sotto un’asciutta titolazione “Trump firma la nuova versione del bando agli immigrati”, il giornale diretto da Giovanni Maria Vian (nella foto) dà conto del turbamento dell’episcopato Usa e delle preoccupazioni degli organismi internazionali sul destino di profughi e migranti. Per rimarcare la linea, in spalla L’Osservatore ricorda: “Sei milioni di bambini sotto le bombe”. È la situazione in Siria, uno dei Paesi colpiti dal muslim ban numero due di The Donald.

BAN PER TUTTI

Il termine muslim andrebbe forse più correttamente archiviato. Il nuovo decreto per cercare di sfuggire alle sentenze di incostituzionalità non prevede più distinzioni: è abolita la misura che dava accesso prioritario alle minoranze religiose. E dato che si tratta di Stati a maggioranza musulmana, era un trattamento di favore per i cristiani. Una concessione non richiesta e rifiutata dai diretti interessati. “A noi cristiani della Siria e del Medio Oriente non piace nessun discorso che fa differenze tra noi e i musulmani quando è in gioco la giustizia, la pace e l’aiuto a chi ha bisogno. Chi fa queste differenze, alimenta il fanatismo e l’estremismo”. Così il vescovo caldeo di Aleppo, Antoine Audo a commento del primo ordine sull’immigrazione di The Donald sei settimane fa. Quello che aveva scatenato polemiche e proteste, fino a venire definitivamente affossato in tribunale. Ma anche per questo nuovo provvedimento il cammino si annuncia impervio: le Hawaii hanno già annunciato ricorso.

TURBAMENTO DELL’EPISCOPATO USA

L’articolo dell’Osservatore, dopo un’essenziale informazione sulle novità del nuovo bando all’immigrazione dai Paesi a rischio di terrorismo (Siria, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen ma, a differenza del primo, non più l’Iraq) riporta le reazioni dei vescovi Usa. “Restiamo profondamente turbati dalle conseguenze umane dell’ordine esecutivo riveduto in materia di ammissione dei rifugiati. Sono evidenti gli sforzi dell’amministrazione nel modificare il testo alla luce delle varie preoccupazioni legali, ma notiamo che l’ordine rivisto lascia ancora molte vite innocenti a rischio”, il commento del vescovo di Austin, Joe S. Vásquez, presidente del Comitato per i migranti della Conferenza episcopale statunitense. I vescovi degli Stati Uniti hanno da tempo riconosciuto l’importanza di garantire la sicurezza pubblica “e sono benvenute misure ragionevoli e necessarie per raggiungere tale obiettivo”. Ma non questa: “C’è bisogno di aiutare tutti coloro che sono vulnerabili e in fuga dalla persecuzione, indipendentemente dalla loro religione”. Il quotidiano della Santa Sede riporta quindi la dichiarazione dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Filippo Grandi, che si è detto preoccupato per una decisione che, “anche se temporanea”, può “aggravare l’angoscia di coloro che colpisce”. Sulle colonne dell’Osservatore, spazio infine per le parole di Chuck Schumer, leader della minoranza democratica al Senato: “Un bando annacquato rimane sempre un bando: nonostante i cambiamenti dell’amministrazione, questo pericoloso ordine esecutivo ci rende meno sicuri, non più sicuri. È anti-americano”.

LA TRAGEDIA IN SIRIA

Sulla stessa prima pagina, L’Osservatore dà conto dell’ultimo rapporto di Save The Children sul dramma dei bambini nei Paesi in guerra. Il quotidiano evidenzia in particolare la tragedia dei bambini siriani (uno dei paesi colpiti dal bando di Trump): “A sei anni dall’inizio del conflitto in Siria, sono 5,8 milioni i bambini che vivono ancora sotto i bombardamenti e hanno bisogno di aiuti. Un bambino su quattro rischia conseguenze devastanti sulla salute mentale”. L’attenzione al tema profughi e migranti trova diffusamente spazio anche a pagina due del quotidiano vaticano. Segnali che confermano la linea chiarissima del Papa e della Santa Sede. The Donald è nuovamente avvertito. Se incontrerà Francesco, quando a fine maggio sarà in Italia per il G8 di Taormina, sa cosa aspettarsi Oltretevere.


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