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Veneto Banca e Popolare di Vicenza, ecco i nuovi intoppi

Veneto Banca Popolare di Vicenza

Se nel processo di avvicinamento alla ricapitalizzazione precauzionale Bce e il Direttorato generale per la Competizione (Dg Comp) stanno facendo penare Banca Mps, non si può dire che in Veneto la situazione sia più rosea.

IL DOSSIER EUROPEO

Le authority europee coinvolte, ovvero il Single supervisory mechanism della Bce e il DG Competition di Bruxelles, avrebbero chiesto a Bpvi e Veneto Banca di presentare piani industriali separati, specificando i rispettivi fabbisogni patrimoniali. Questo perché, secondo quanto si apprende, la fusione messa in cantiere dal fondo Atlante per semplificare il processo di ristrutturazione non è stata ancora autorizzata dall’autorità di vigilanza e dunque non si potrebbe impostare il piano sul presupposto della combined entity. La richiesta rischia insomma di allungare oltre il previsto i tempi del processo autorizzativo, che inizialmente si puntava a chiudere entro il mese di marzo. La scaletta di Fabrizio Viola (in foto) prevede infatti la convocazione dell’assemblea straordinaria per la fusione a giugno e poi l’integrazione dei due istituti (presumibilmente una fusione per incorporazione di Veneto Banca in Bpvi) entro l’autunno.

LA TEMPISTICA

Al momento non è chiaro se la scadenza slitterà, anche se la struttura finanziaria dovrebbe restare quella già individuata nelle scorse settimane. Da un lato i non performing loan saranno cartolarizzati attraverso un’operazione che vede in cabina di regia Banca Imi, Goldman Sachs e Deutsche Bank. Nello schema in discussione è prevista l’applicazione della garanzia pubblica sulla tranche senior, quella cioè meno rischiosa. Il fondo Atlante potrebbe invece acquistare le mezzanine notes, mentre le junior notes potrebbero essere assegnate gratuitamente agli attuali azionisti. Quest’ultimo punto è ancora in discussione, anche perché quasi certamente Consob richiederebbe la pubblicazione di un prospetto informativo e il costo per le banche potrebbe rivelarsi rilevante.

I NODI DELL’AUMENTO

Quanto alla tempistica, la cartolarizzazione potrebbe precedere l’aumento, che verrebbe lanciato contestualmente alla fusione dei due istituti attesa in autunno. Al momento comunque l’importo della ricapitalizzazione non è ancora stato presentato ai consigli. Segno che l’argomento è ancora oggetto di confronto tra i vertici delle due banche e la Bce, anche se sul mercato circola con insistenza l’ipotesi che l’importo possa raggiungere la cifra monstre di cinque miliardi. Come detto, almeno nel processo autorizzativo il fabbisogno patrimoniale dovrà essere spacchettato tra i due istituti, che dovranno anche attestare la propria solvibilità come previsto dalla normativa.

GLI SCENARI

Sempre la scorsa settimana il board di Bpvi è stato aggiornato sull’andamento dell’offerta di transazione agli azionisti. Per raccogliere le adesioni il tempo stringe, visto che la scadenza è fissata per il prossimo 15 marzo (il giorno successivo saranno approvati i conti 2016). La buona notizia è che il numero dei soci irreperibili sarebbe sceso sotto il 10%, anche se l’obiettivo dell’80% rimane ancora abbastanza lontano. Dietro il rifiuto di molti azionisti c’è l’aspettativa che il Tesoro, da nuovo azionista, possa formulare un’offerta migliorativa rispetto a quella messa sul piatto da Atlante. La speranza potrebbe però rivelarsi mal posta alla luce dei vincoli imposti dalla Commissione Ue in cambio del via libera alla ricapitalizzazione precauzionale.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)



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