Italia: popolo di santi, poeti e – secondo la nota espressione mussoliniana – navigatori. Ma non quando si tratta di Internet, purtroppo. Come moderni naviganti del web siamo infatti ben lontani dal replicare le imprese di nobili predecessori come Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci.
Lo ha evidenziato al termine dell’anno scorso il “Rapporto sullo Stato di Internet” di Akamai, società che attraverso i suoi server gestisce oltre tremila miliardi di interazioni via Internet: il nostro paese si è collocato infatti, per il 2016, al 54esimo posto al mondo nella classifica della velocità di connessione internet media, con 8,2 Mega. In Europa ci mettiamo alle spalle solo Croazia, Grecia e Cipro; davanti a noi, a malapena visibili all’orizzonte, Norvegia e Svezia, lontanissime a 20 Mega e 19,7 Mega.
Siamo comunque sopra la media globale di 6,3 Mega, chiaramente condizionata dalle basse prestazioni dei paesi meno sviluppati. E in testa? Decisamente gli asiatici, e soprattutto la Corea del Sud, primissima, con una velocità di connessione di 26,3 Mega.
Velocità della connessione internet: il “divario digitale” italiano
La questione del Digital Divide italiano ritorna ciclicamente sotto la luce dei riflettori. È il problema di un paese che resta indietro rispetto al resto d’Europa nell’uso di internet, innanzitutto per ragioni infrastrutturali. In Italia si è investito infatti troppo poco per aggiornare le infrastrutture necessarie per avere Internet veloce, e perciò mentre gran parte del mondo industrializzato si avvia spedito verso la banda ultralarga (sopra i 30 Mega), da noi in alcune zone del Sud ancora latita la connessione ADSL.
Ecco perché quando gli operatori sul mercato propongono velocità di connessione elevate, raramente queste promesse vengono rispettate. Questo è particolarmente vero per la fibra ottica: nella maggior parte dei casi infatti la fibra arriva con tecnologia FTT Cab, ossia i cavi della fibra si fermano all’armadio stradale più vicino all’edificio da servire, dopodiché il percorso prosegue con il normale doppino di rame, con un inevitabile calo delle prestazioni.
La velocità effettiva poi è influenzata da molti altri fattori, quali la quantità di carico sulla rete o la distanza dalle centraline del provider. Per misurarla, sono stati creati vari strumenti online, che consentono di conoscere a quanti mega al secondo effettivamente si sta navigando. Tra i diversi speed test per misurare la velocità di connessione, ce ne sono anche due creati proprio dall’Agenzia garante delle comunicazioni (AGCOM): uno di questi ha anche valore legale, e può essere utilizzato per reclamare contro il mancato rispetto delle condizioni stabilite nel contratto.
Test velocità di connessione AGCOM: come funzionano?
Gli strumenti di AGCOM per misurare la connessione sono due: il sito Misurainternet Speed Test e il software Ne.Me.Sys.
Il primo è più semplice e immediato, ma non ha valore legale. Ne.Me.Sys. invece è un software Open Source da installare sul proprio pc, che monitora per 48 ore le prestazioni della connessione per arrivare ad una stima affidabile della velocità. I risultati di Ne.Me.Sys sono poi raccolti in un PDF: qualora il test abbia rilevato una mancato rispetto della velocità minima garantita, i suoi risultati possono essere usati come prova di inadempienza contro la compagnia telefonica.
Per utilizzare uno di questi due strumenti è necessario registrarsi sul sito MisuraInternet.it compilando un breve form; dopodiché si riceverà per mail il link per l’attivazione del proprio account.