Dopo Unicredit , Ubi Banca potrebbe essere il secondo istituto di credito italiano a chiedere capitali al mercato in questa prima metà del 2017. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la banca lombarda guidata da Victor Massiah potrebbe lanciare l’aumento da 400 milioni nel mese di giugno, prima finestra disponibile per raccogliere nuove risorse. Domani intanto dovrebbe essere pubblicata la convocazione per l’assemblea ordinaria e straordinaria del 7 aprile, nell’ambito della quale i soci conferiranno agli amministratori il mandato per lanciare l’aumento. All’ordine del giorno ci sarà ovviamente anche l’approvazione del bilancio 2016, chiuso con una perdita di 830,2 milioni e proventi operativi in crescita del 7,5% a 3,1 miliardi.
Tornando all’aumento, in cabina di regia per l’operazione ci saranno Credit Suisse e Morgan Stanley come joint global coordinator e joint bookrunner, e non è detto che il pool di banche garanti non si allarghi ulteriormente. Sull’esito dell’operazione c’è infatti discreto ottimismo, sia per l’importo contenuto dell’operazione che per il carattere industriale del deal all’interno del quale si inserisce. Ragion per cui, secondo alcuni analisti, lo sconto sul Terp (prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione) potrebbe essere inferiore a quello degli ultimi aumenti di capitale da parte di emittenti bancari arrivati in Piazza Affari.
La ricapitalizzazione sarebbe del resto solo una delle tappe del processo di integrazione di Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti nel gruppo Ubi. Subito dopo la pausa estiva infatti è attesa la fusione dei tre istituti nella capogruppo, in linea con il modello di banca unica adottato lo scorso anno. L’operazione è prevista tra ottobre e dicembre e sarà costruita in modo che il passaggio sia contestuale alla migrazione dei sistemi informativi su una piattaforma unica. Sembra invece escluso che la fusione debba ottenere la preventiva autorizzazione dei soci attraverso una seconda assemblea straordinaria.
Nei prossimi mesi è attesa anche la trattativa sugli esuberi, che potrebbero essere gestiti in due tornate: una prima e l’altra dopo l’integrazione nel gruppo. Al momento non circolano ancora cifre ufficiali, ma è possibile che le uscite siano oltre 1.000. L’auspicio dei sindacati del credito comunque è che siano gestite ricorrendo allo strumento dei prepensionamenti volontari. “Sedendoci a un tavolo, cercheremo le soluzioni giuste che su base volontaria portino a esiti positivi per tutti”, ha recentemente dichiarato Massiah.
(Articolo pubblicato su MF-Milano Finanza, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)