Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Il Presidente austriaco chiede alle donne di portare il velo

„Se va avanti così … con il dilagare dell’Islamofobia verrà il giorno che saremo costretti a chiedere a tutte le donne di indossare il velo – tutte – per solidarietà con quelle che lo fanno per motivi religiosi”

Questo ha dichiarato il 24 marzo scorso il Presidente austriaco Alexander Van der Bellen parlando ad un incontro con studenti delle superiori.

Martedì sera, una rete televisiva austriaca ha trasmesso un video dell’intervento e sollevato un’ondata di indignazione in Austria e in Germania.

SOLIDARIETA’ CON LE DONNE MUSULMANE?

Oggi, il quotidiano tedesco Die Welt, pubblica una lettera accorata e rabbiosa.

Le autrici, attiviste per i diritti umani e femministe musulmane, stigmatizzano quella che appare come “un’incitazione al sessismo” e alla violenza contro le donne. Troppo spesso, in troppi luoghi siamo private ancora della fondamentale libertà di decidere della nostra vita.

https://www.welt.de/vermischtes/article164099226/Herr-Bundespraesident-Sie-verbreiten-Kulturrelativismus-und-puren-Sexismus.html?wtrid=socialmedia.socialflow….socialflow_facebook

Le stesse autrici hanno subito questa violenza. Hanno dovuto fuggire dai propri paesi, spesso sotto la minaccia della vita. Donne oppresse dai precetti di religione e canoni sociali, che impongono una sottomissione insopportabile. Sono donne indignate e offese da affermazioni che “tradiscono l’ingenuità e la scarsa conoscenza dell’Islam religioso e politico” del Presidente Van der Bellen.

Donne che vengono dall’Arabia Saudita, dall’Iran, dall’Iraq, dal Pakistan, dall’Afghanistan, dall’Algeria o dalla Macedonia.

Donne, spesso già residenti in Europa, che faticosamente si sono sottratte alla prigionia delle loro famiglie.

Tutte hanno combattuto il velo; simbolo di sottomissione e subordinazione femminile, almeno quando è imposto dalla legge o dalla pressione sociale. 

RELATIVISMO CULTURALE

Più grave ancora, il Presidente Van der Bellen, con le sue affermazioni, sceglie la linea di chi abbandona i valori dell’Europa per abbracciare un malinteso relativismo culturale. Un pensiero che sfocia e coincide con il peggiore sessismo. Le parole di Van der Bellen sono semplicemente inaccettabili.

Sfide demografiche e sociali immani ci attendono. In alcune regioni tedesche nella fascia d’età sotto i 18 anni, i musulmani sono già quasi la metà della popolazione. Lo stesso accade altrove sul continente.

Di recente, il 63% dei Turchi residenti in Germania, spesso con passaporto tedesco, ha votato a favore della riforma costituzionale voluta da Erdogan. Un sostegno che ha raggiunto punte del 75% in alcune città della Vestfalia renana.

Turchi che vivono e lavorano nel paese, a volte da generazioni, e godono dei privilegi della democrazia.

Un campanello d’allarme che ha aperto un acceso dibattito in Germania, sollevando dubbi sul successo delle politiche d’integrazione e sulla compatibilità dell’Islam con la nostra società.

ASCESA DEL POPULISMO E INTEGRAZIONE FALLITA

I movimenti populisti sono in crescita in Europa. Lo stesso Van der Bellen ha conquistato la presidenza dopo una battaglia faticosa contro un candidato di estrema destra. 

Per togliere fiato al populismo e vincere la sfida dell’integrazione, l’Europa deve cambiare marcia e pretendere da chi arriva l’adesione ai nostri valori. 

Sono necessari limiti fermi, confini chiari, obblighi insindacabili e il rispetto delle nostre leggi. 

I sistemi di democrazia rappresentativa sono sempre “scalabili”.

L’Unione Europea è chiamata a indicare le “linee rosse”, insuperabili, tracciate a difesa della nostra civiltà, dei nostri sistemi democratici e di diritto, delle nostre culture.

I diritti delle donne sono parte essenziale di questo patrimonio intangibile.

UN NUOVO FEMMINISMO E’ NECESSARIO

Questo va ribadito con forza perché, citando Simone de Beauvoir:

 “non dimenticate mai che sarà sufficiente una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano rimessi in discussione”.

×

Iscriviti alla newsletter