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Educazione finanziaria, è bene imparare da piccoli

scuola

Uno studio del Collegio/Studi internazionali Carlo Alberto sta portando avanti un’analisi molto interessante.

Educare le persone a fare scelte consapevoli circa i loro soldi, e dunque anche i loro risparmi, è riconosciuto come importante e con potenzialmente elevati guadagni in termini di benessere individuale e collettivo. Gli avvenimenti che coinvolgono sempre di più il sistema bancario italiano, e in considerazione della risicata spesa pubblica, dimostrano che è evidente che le persone abbiano sempre più bisogno di provvedere a se stessi con una copertura per i principali eventi rischiosi che si verificano nel corso della loro vita.

Le decisioni su investimenti finanziari e assicurazioni si riferiscono direttamente ai piani di risparmio e alla cattiva gestione del debito, che è una forma di risparmio negativo ed è stato uno dei fattori determinanti della recente crisi economica mondiale. Pertanto, la padronanza di nozioni economiche e finanziarie di base diventa essenziale. Emerge la consapevolezza che il sistema del risparmio ricopre un ruolo centrale nei programmi di alfabetizzazione economico-finanziari che sono stati implementato in vari paesi.

Secondo la teoria microeconomica standard la forma del risparmio dipende dal costo del denaro (vale a dire il tasso di interesse di mercato) e del singolo investitore.Vero è che, in generale, l’alfabetizzazione in materia economica e finanziaria aumenta la consapevolezza degli individui e li stimola ad essere lungimiranti, e a loro volta, diminuisce la loro inesperienza aumentando la loro capacità di scelta che è una caratteristica positiva quando determina comportamenti economici con esiti migliori anche nel mercato del lavoro. Infatti, durante la vita lavorativa, decidere prima di dotarsi di programmi di accumulo di risparmio per la pensione consente alla persona di ottenere punteggi di credito più elevati e ha meno probabilità di default sui suoi prestiti.

Questi comportamenti sono oggetto di studio internazionale in vari paesi ed è dimostrato che favorisce la presa di decisioni migliori per lo sviluppo economico del loro paese rispetto a quelli fatti da persone inesperte. Sulla stessa linea, i bambini più timidi nell’apprendimento e impazienti si trovano a consumare più sforzo nello studiare e raggiungere livelli di istruzione più elevati di quanto non facciano gli altri.

Nello studio si approfondisce la letteratura sull’educazione finanziaria ed economica testando l’efficacia di un programma facile, da essere attuato, di economia del risparmio i cui destinatari sono bambini dai 8-9 anni. Per questo scopo, si chiede ai bambini di fare una serie di scelte intertemporali e si misura il loro livello di pazienza insieme con il livello di coerenza delle loro risposte. Quest’ultimo aspetto è di per sé molto rilevante in quanto è una premessa per il processo decisionale finanziario razionale.

Si sta studiando di attuare un programma ben consolidato di economia di risparmio e si indaga la sua efficacia e le differenze di genere nella formazione e nei comportamenti. Un programma volto a familiarizzare i bambini con il concetto di “risparmio” comporta una forma di alfabetizzazione finanziaria che può essere facilmente somministrata ai bambini attraverso delle conversazioni molto semplici ed essendo una breve attività extra-curriculare, potrebbe incontrare l’apprezzamento dei genitori più facilmente di quanto possa comportare attività più lunghe e, data la sua struttura e la durata, può raggiungere un grande numero di beneficiari a piccolo costo.

Se efficace, potrebbe stimolare i bambini e l’interesse dei genitori per continuare gli studi sul tema. I ragazzi sembrano imparare di più rispetto alle ragazze e la differenza di genere osservata emerge in più particolari e questo dimostra che i programmi di alfabetizzazione finanziaria devono essere ristrutturati e differenti nei percorsi di apprendimento evidenziati tra i generi per essere efficaci su entrambi i maschi e le femmine. Pare che questa differenza di genere sia legata al linguaggio utilizzato da consulenti finanziari e dalla pubblicità e che si riferisca principalmente ai domini maschili. Così, come la lingua influisce sulle sfere psicologiche ed emotive di una persona, le donne possono essere meno attratte dal mondo della finanza a causa del linguaggio utilizzato. Il sesso delle persone che interagiscono in un gruppo influenza le decisioni dei partecipanti del gruppo.

In conclusione, mantenendo molto alta l’attenzione nel proseguimento della ricerca in corso, l’introduzione di finanza come un corso obbligatorio nella scuola secondaria, e corsi periodici per le persone adulte, possono essere sicuramente utili per mantenere il livello di alfabetizzazione finanziaria adeguata all’interno della popolazione.

Fonte: Gender differences in financial education: evidence from primary school. Working paper di Flavia Coda Moscarola e Matteo Migheli



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