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Elezioni in Gran Bretagna, chi si candiderà e chi non si candiderà

mercati, Theresa May, Brexit, Gran Bretagna

Tante conferme e qualche (illustre) sorpresa. La snap election indetta da Theresa May per l’8 giugno sta facendo correre i partiti britannici, alle prese con la finalizzazione delle candidature nei 650 collegi uninominali dove usciranno i parlamentari della nuova legislatura.

Per ora, sul fronte Tories si sono segnalate due sorprese e di segno opposto. George Osborne, il Cancelliere dello Scacchiere di Cameron, ha annunciato la sua volontà di non candidarsi nel suo seggio di Tatton, per dedicarsi ala sua nuova professione. È stato infatti nominato da poco direttore del londinese Evening Standard. In molti vedevano in lui una potenziale spina nel fianco del premier che lo fece fuori l’anno scorso nel rimpasto post-brexit, ma Osborne ha preferito tirarsi fuori dalla contesa aggiungendo un “per il momento” che fa pensare a un prossimo, futuro, ritorno.

Si candiderà, invece, nel seggio di Rushcliffe che detiene dal 1970, Kenneth Clarke, il Tory europeista che più di tutti avversa la linea del governo sull’hard brexit. Dopo lunghi ripensamenti Clarke ha stabilito che il posto migliore per combattere l’uscita dal Mercato Comune è ancora Westminster.
Sul fronte laburista, Corbyn ha promesso la ricandidatura a tutti gli attuali parlamentari, affermando che l’elezione sarà una sfida tra l’establishment e la gente (lui è a Westminster, eletto nel suo feudo di Islington, nel nord di Londra, dal 1983), che in caso di – improbabile – vittoria labour proporrà 4 nuovi bank holiday – in Italia si chiamerebbero “vacanze ponte” – uno per ogni santo patrono delle 4 nazioni del Regno Unito. Tra chi si ripresenterà non ci sarà il blairiano – e poi browniano – Alan Johnson, già colonna del New Labour, e fustigatore dei sindacati. Johnson, in passato anche Ministro dell’Interno e della Salute e vicino più volte a candidarsi segretario laburista, era parlamentare dal 1997, anno in cui le nuove truppe blairiane sbaragliarono i Tories di John Major.

Ancora più sorprese ci saranno in uno UKIP che in molti predicono a rischio estinzione. Si candiderà il segretario, Paul Nuttall, mentre Nigel Farage non ha ancora sciolto la riserva. Non si presenterà con i colori viola e gialli degli indipendentisti Douglas Carswell, l’unico MP dello UKIP a Westminster in questa legislatura, prima di dimettersi lo scorso 25 marzo. Il candidato dello UKIP nel seggio di Carswell – Clacton, nell’Essex, sud-est dell’Inghilterra – sarà Arron Banks, uno dei più grandi finanziatori del partito. Carswell correrà da indipendente.
Infine, una curiosità. Gina Miller, l’imprenditrice che con il suo ricorso alla Corte Suprema ha reso più difficile il cammino della Brexit per May, ha lanciato un’iniziativa di tactical voting, voto tattico, contro la brexit, tramite un sito di crowdfunding, Best for Britain, in cui si invitano gli elettori a scegliere nei collegi-chiave i candidati contro la hard Brexit prefigurata dal Primo Ministro.


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