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Beppe Grillo, Papa Francesco e Avvenire. Cosa sta succedendo fra M5S e Cei?

Di Andrea Mainardi e Niccolò Mazzarino

Una doppietta non casuale. Ma il cui significato non è forse da esagerare: è da tempo che Chiesa italiana e M5S di Beppe Grillo si scrutano. Tra pacati sorrisi e talvolta tra rilievi reciproci. Eppure l’uscita odierna e in contemporanea di Avvenire, con ampia intervista a Beppe Grillo, e del direttore del giornale dei vescovi Marco Tarquinio al Corriere della Sera, sono senza dubbio un segnale da non sottovalutare per tastare il polso del sentiment della Cei verso i pentastellati. Mentre c’è da registrare finora il silenzio della Civiltà Cattolica su idee e programmi del Movimento 5 Stelle e le critiche del settimanale dei paolini, Famiglia Cristiana, in un commento dal titolo “Il Vangelo secondo Grillo”: “Sui temi etici – scrive Francesco Anfossi di Famiglia Cristiana – i politici del Movimento 5 Stelle hanno pochi dubbi: matrimonio gay, adozione da parte delle coppie gay, eutanasia, unioni di fatto, testamento biologico, fecondazione eterologa, legalizzazione delle droghe leggere, fino alla sperimentazione della Ru486, la pillola abortiva. Non c’è argomento etico che non veda il Movimento 5 Stelle sulla sponda opposta alla dottrina della Chiesa”.

I TRE QUARTI DI TARQUINIO

Al Corsera il direttore del quotidiano della Conferenza episcopale ammette: “Sono tanti i cattolici che partecipano alle iniziative del Movimento. Se guardiamo ai grandi temi, dal lavoro alla lotta alla povertà, nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità”. È molto piaciuto ad Avvenire l’intervento del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, del M5S, che ha citato la Cei per attaccare i negozi aperti la domenica. “L’economia che uccide” di cui parla Francesco è il punto di contatto più forte tra i pentastellati e il mondo cattolico. Sono le parole di Grillo ad Avvenire sui “cittadini sbattuti sul piatto del business mondiale come manodopera” che convincono di più. E probabilmente quelle sul reddito di cittadinanza, che per Grillo deve “servire per redistribuire ricchezza e garantire decenza”. “Una fatale necessità”. “Un ribaltamento delle priorità e della visione della società”. Quanto alla capacità del MoVimento di guidare il Paese, Tarquinio è esplicito: “Chi deve governare lo decidono gli elettori. Poi, certo, conta la qualità e il contenuto dei programmi. Credo che il M5S debba aggiustare il tiro sulla politica estera e lavorare per un rilancio della casa comune europea”. Infatti, dalle pagine di Avvenire, Grillo ribadisce “quest’Europa non ha futuro”. E questo giudizio al giornale della Cei forse piace meno.

I PRINCIPI NON NEGOZIABILI

Punto dolente, di sicuro di mancata sintonia tra mondo cattolico e M5S, sono i temi etici. Riconosce Tarquinio: “Non riesco a capire come possano portare fino alle estreme conseguenze il loro concetto di libertà su temi eticamente sensibili come quello del fine vita e dell’eutanasia”. Dalle pagine di Avvenire, Grillo posiziona il MoVimento a forza “post-ideologica”: “Non siamo qui a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per e su ogni argomento. Per noi è fondamentale l’autodeterminazione, intesa come la possibilità dati ai cittadini di essere cittadini”. Dalla frenata sulla stepchild adoption d’inizio 2016, all’apertura sull’eutanasia dello stesso Grillo dal palco di Lugano, la rotta del MoVimento su questi temi non è univoca. È poi di inizio aprile il voto del Consiglio regionale umbro di una legge contro l’omofobia con il sì dei pentastellati.

L’INTERVISTA AD AVVENIRE

Più che una rassegna puntuale dell’agenda programmatica, l’intervista di Avvenire a Grillo per definizione dei due giornalisti che l’hanno raccolta si presenta come un “autoritratto inedito, autoironico e a tratti autocritico”. Per fare il punto sui guai del Movimento “ci sarà una seconda puntata”, scrivono gli autori dell’intervista Arturo Celletti e Luca Mazza. Sulla politica, Grillo torna su Berlusconi – confermato come “il tranviere più noto tra quelli che hanno portato l’Italia verso il precipizio” –, Renzi – “bugiardo” –, Trump – “espressione della fine della sinistra frou frou” – e Putin – “è quello che è, senza misteri”. Chiosa oggi l’editorialista del Corriere della Sera, Massimo Franco, non a caso: i grillini guardano al Vaticano come riferimento geo-politico.

GRILLO FRANCESCANO

Grillo ha avuto fin da subito parole di ammirazione per Papa Francesco, a cominciare dalla scelta del nome del santo di Assisi, “santo ambientalista”, l’ha definito tempo fa. È un altro punto di contatto con il mondo cattolico, spinto da Bergoglio a prendersi cura della casa comune. Di tutela dell’ambiente parla Grillo ad Avvenire: “La natura continua a portare una minima scorta di pazienza, ma è quasi finita”. A suo tempo l’ex comico genovese aveva speso parole di grande ammirazione per il cardinale Tarcisio Bertone “un uomo di Chiesa che si occupa dell’aldiquà oltre che dell’aldilà. Della bellezza di questo mondo e delle energie alternative”. Era il 2009. In anni politici sono passati secoli. Nel mezzo la gaffe grillina sui Musei Vaticani fraintesi come proprietà del Comune di Roma a cui chiedere l’affitto. Poi la correzione. E la bacchettata di Avvenire che aveva definito la boutade “luogocomunismo” a cinque stelle.

ROMA TRA LE DUE SPONDE DEL TEVERE

Nel luglio scorso la neo sindaca di Roma, Virginia Raggi era stata ricevuta da Francesco, dicendosi “colpita dalla sua umanità”. Poi ci sono state altre occasioni, come la Via Crucis dello scorso Venerdì Santo al Colosseo, dove la sindaca ha salutato il Papa (qui la gallery su Formiche.net). A settembre 2016, Raggi aveva disertato un incontro in Vaticano con l’Azione Cattolica. Il segretario Cei, Nunzio Galantino, non si disse deluso, ma puntò il moschetto: “La mia preoccupazione è la preoccupazione di qualunque cittadino che vuole vedere la città governata”, anche se tra i vertici del Movimento pentastellato le sortite pubbliche di Galantino, con annessi scappellotti sovente a politici e istituzioni, sono molto apprezzate (meno gli scappellotti indiretti a Grillo in tema di migranti). In quelle stesse ore l’Osservatore Romano criticava “lo stato di abbandono in cui versa la città”. “Sono cattolica, mi sono sposata in Chiesa, ma non ci trovo nulla di strano nel regolare convivenze stabili”, aveva detto. E si era detta contraria all’utero in affitto e favorevole ad un referendum sull’adozione per le coppie gay. Sulla questione Imu, Raggi ha detto che farà pagare l’Ici agli esercizi commerciali della Chiesa. Ma anche la Cei è d’accordo. Sintetizza stamane sul Corsera il direttore di Avvenire: “È la legge che prevede cosa deve essere tassato. Basta semplicemente applicarla”. Quanto alla questione degli asili nido convenzionati che tanto ha fatto discutere nella capitale, tutto è rinviato alla prossima puntata del dialogo tra pentastellati e mondo cattolico. Ma a Torino la Chiesa, per bocca del vescovo della città, non ha esitato a criticare il sindaco grillino Chiara Appendino per i tagli alle scuole paritarie (qui l’approfondimento di Formiche.net).

LE PRECISAZIONI SERALI DI TARQUINIO

“Nell’intervista ho espresso le mie opinioni personali. Non ho impegnato in alcun modo il mio editore, come mai ho fatto in circostanze analoghe”, ha chiarito Tarquinio in una dichiarazione al Servizio Informazione Religiosa della Chiesa Italiana: “So che alcuni miei giudizi – ha ammesso Tarquinio – hanno sollevato parecchi interrogativi e non poche perplessità, anche in ambito ecclesiale. La Chiesa italiana è attenta a tutte le forze politiche che si impegnano per il bene comune, con riserva di valutarne di volta in volta le singole scelte”. “Personalmente e professionalmente non voglio fare di più e non mi sento di fare di meno”, ha spiegato il giornalista (qui la risposta integrale di Tarquinio alle lettere ricevute sul tema come si può leggere sul sito di Avvenire).

(QUI TUTTE LE REAZIONI DEL MONDO CATTOLICO ALLE INTERVISTE DI GRILLO E TARQUINIO)


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