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L’Italia fra rabbia, paura e incertezza. Report Lorien

lorien, Tallinn

La rilevazione di Aprile dell’Osservatorio Lorien evidenzia come in seguito ai recenti attentati, torni a catalizzare l’attenzione il tema del terrorismo, a fianco dei grandi eventi di portata internazionale che si sono tenuti in Italia le scorse settimane (visita del Papa a Milano e celebrazione dei 60 anni dei Trattati di Roma).

Attenzione: l’indagine Lorien è stata condotta ad una settimana di distanza dall’attentato di Londra, ma precedentemente a quello di San Pietroburgo.

Tutti gli altri temi (politici e internazionali) rimangono invece in secondo piano.

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L’ATTUALITÀ E IL SENTIMENT DEL PAESE

Dopo l’attentato di Londra e l’acuirsi dei timori internazionali si interrompe bruscamente il trend di una ripresa positiva della fiducia nel futuro da parte degli italiani. Il sentiment prevalente nel Paese è ancora (a distanza di un anno) di profonda incertezza.

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Dopo i fatti recenti si rafforza significativamente anche la sensazione di paura, mentre calano le sensazioni di forza e fiducia. In questa situazione il quadro complessivo è fortemente negativo (per il 91% gli Italiani utilizzano termini negativi per descrivere lo stato d’animo attuale).

La preoccupazione per possibili attentati terroristici in Italia continua ad essere molto diffusa anche se in lieve calo (-4%) dal febbraio scorso.
Durante i grandi eventi del 25 marzo scorso (visita del Papa a Milano e celebrazioni per i Trattati di Roma) la preoccupazione era forte in termini assoluti (65%), ma pur sempre inferiore a quella costante e sempre presente.

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Gli italiani sono anche convinti che gli attentati terroristici nel mondo aumenteranno.

Come diretta conseguenza di queste preoccupazioni e del clima di paura prevalente, il 56% degli italiani si dichiara disposto ad una limitazione delle proprie libertà personali per garantire un maggior livello di sicurezza.

GLI INDICATORI POLITICI

Il Governo Gentiloni, dopo aver fatto registrare giudizi estremamente negativi dopo l’insediamento, si riavvicina e addirittura supera il livello di gradimento registrato negli ultimi mesi dal Governo Renzi.

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Nonostante la scissione del PD, le nuove componenti a sinistra (Democratici e Progressisti, ma anche Campo Progressista di Pisapia, Possibile di Civati, Sinistra Italiana e altri) faticano ancora ad accreditarsi in maniera stabile.
Ad oggi si prospetta ancora una situazione interlocutoria e lo scenario (sempre in attesa di nuove regole del gioco) appare tutto sommato cristallizzato piuttosto che in evoluzione.

Si rafforza il centrodestra (soprattutto grazie all’aumento del dichiarato nelle intenzioni di voto), che sembra stringersi attorno alla prospettiva di un’unità ritrovata, portando nuovamente dalla propria una parte di elettori che si dichiaravano indecisi.

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Tutte le forze politiche (ad eccezione dei principali partiti del centro-destra) subiscono un lieve calo di consenso nei bacini potenziali conquistabili: l’indeterminatezza politica di questa fase (in attesa di legge elettorale e ancora lontani dal voto) e il posizionamento ancora incerto di molte nuove forze politiche fanno sì che una quota minore di cittadini prenda posizione in favore di un qualsiasi partito.

Viceversa, si misura anche una vigorosa propensione al nuovo: il 17% degli italiani si dichiara disponibile a votare per forze o movimenti politici nuovi rispetto agli attuali.

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